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07.02.2014 - 15:110

Mercati globali e BCE: “All’orizzonte nulla di nuovo, i tassi di riferimento rimarranno invariati come previsto"

Loris Centola, Managing Director e Co-Head CIO WM Research di UBS, commenta le recenti dichiarazini del presidente della BCE Mario Draghi e l’evoluzione dei mercati globali

di Loris Centola, Managing Director  e Co-Head CIO WM Research di UBS

LUGANO - In linea con le nostre attese, Mario Draghi ha deciso di mantenere I tre tassi di riferimento invariati. Il tono e  il linguaggio del capo della BCE sono anche rimasti invariati sostanzialmente da ogni punto di vista e i contenuti possono così venire riassunti: 
1. La crescita è presente ma ancora bassa e a due velocità
2. La disoccupazione si sta stabilizzando e in alcuni paesi (ad es. Spagna) sta scendendo
3. L’inflazione è ancorata, ossia bassa a causa soprattutto del prezzo dell'energia, e rimarrà tale per lungo tempo (non specificato) ma tenderà a salire in direzione ma sotto il 2% (gennaio 0,7%). 

Per quanto riguarda un potenziale intervento  Draghi ha ribadito che rimane pronto a fare tutto il possibile con strumenti convenzionali e non, a dipendenza della situazione. Qualora infatti lo stress dipenda da uno sbilanciamento nei mercati monetari, Draghi ha lasciato intendere che avrebbe utilizzato strumenti diversi (e forse meno estremi) se dal "rischio bilanciato di inflazione al ribasso e al rialzo" si passasse al rischio di deflazione.
 
Positivo il tono rispetto al potenziale effetto della temporanea crisi dei mercati emergenti sull'area euro. Draghi ha parlato di risposta neutrale.
 
Il commento
Innanzitutto Draghi non ha aggiunto nulla di nuovo rispetto allo scorso mese. Alcuni analisti sono rimasti delusi (ecco perché l'EUR si è apprezzato). Anche se la gran parte di loro si attendeva che Draghi avrebbe lasciato i tassi invariati, alcuni si auguravano un segnale di fiducia con un ribasso dei tassi dello 0,10% o 0,15%.
Per quanto riguarda invece i mercati emergenti, non dobbiamo dimenticare che mentre gli Stati Uniti sono relativamente poco dipendenti dai mercati emergenti, l'Europa ha forti legami di import ed export che a lungo andare potrebbero pesare sull'economia della regione. Detto questo, il nostro scenario di base prevede che questa volatilità dei mercati emergenti sarà temporanea, credo quindi che l'impatto economico sull'eurozona sarà limitato.
Rimango infine dell'idea che Draghi utilizzerà strumenti "estremi" (tipo il taglio dei tassi sui depositi a negativi) solo in caso di grave escalation. Le prossime probabili mosse penso invece che saranno piuttosto quelle meno “energetiche”: un'estensione delle linee di credito alle banche (full allotment) da metà a fine 2015, il rilassamento dei requisiti sul collaterale e l'introduzione dei meeting minutes (tipo Federal Reserve) per creare più trasparenza.

 

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