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Salute e Sanità
10.03.2014 - 08:560
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Pianificazione ospedaliera, i medici di valle: “Un progetto irrealizzabile, i Pronto soccorso sono vitali!”

Il progetto presentato dal direttore del DSS Paolo Beltraminelli, che prevede la trasformazione dei pronto soccorso di Faido e Acquarossa in ambulatori, non fa certo l’unanimità in valle e sono anzi proprio i medici i primi ad opporsi

BELLINZONA – I medici in valle non ci stanno. La nuova pianificazione ospedaliera cantonale, presentata recentemente dal ministro Ppd Paolo Beltraminelli (leggi articolo correlato), prevede di trasformare i due Pronto soccorso di Faido e Acquarossa (cinquemila pazienti l’anno) in ambulatori ben attrezzati che poggiano su una rete di medici locali. Ed è proprio la penuria di medici a fare insorgere chi in valle già ci lavora con fatica. Lo riporta la Regione. 

“Chi sta disegnando la sanità cantonale a tavolino deve capire che è un progetto irrealizzabile: in valle siamo già al capolinea con le risorse umane, impossibile fare di più e smaltire un carico ulteriore di lavoro” ha affermato senza tanti giri di parole il dottor Brenno Ambrosetti di Olivone.

Oltre alle risorse limitate un altro problema importante è rappresentato dall’età avanzata di molti medici, che sono vicini alla pensione, come spiega il dottor Fabio Fransioli di Airolo: ” Con il cambio generazionale passiamo da 16,5 unità a 11,5. Se non arrivano nuovi colleghi, sarà difficile anche solo assicurare il picchetto festivo e notturno.” Un picchetto medico, quello delle Tre Valli, spesso difficile da coprire vista la vastità del territorio, con visite che richiedono trasferte anche di due ore. “Lo scorso luglio – continua Fransioli – abbiamo scritto al Dipartimento sanità e socialità e all’Ente ospedaliero cantonale spiegando che nelle Tre Valli mancano medici, quindi è vitale mantenere i Pronto soccorso come sono oggi. Altrimenti la situazione diventa veramente precaria.”

Ma il DSS non sembra interessato ad approfondire meglio la questione e, come confermato dalla recente presentazione ufficiale, intende continuare sulla strada che prevede l’eliminazione delle  strutture acute in valle, sostituite da istituti di cura per convalescenza e riabilitazione.

Anche Sandro Bonetti, medico a Dongio, non lesina critiche alla nuova strategia e si dice pessimista sul futuro: “Vedo un problema di valutazione, si sottostima quanti pazienti mandiamo nei due nosocomi: si pensa di fare lo stesso lavoro, ma con meno medici e infermieri. Alla fine ci sarà un gran caos.” Un caos che la nuova pianificazione non potrà certo risolvere: “I politici – continua Bonetti – promettono che continueremo a ricoverare i pazienti, ma non è realistico. Sono previsti da 2 a 3 medici per istituto di cura, presenti 24 ore su 24: come potranno occuparsi di tutti i pazienti? Quando un medico è in vacanza, i colleghi devono lavorare giorno e notte? Dovremo inviare i pazienti al Pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni, che sarà intasato perché più sollecitato. Abbiamo tutte le ragioni per essere preoccupati” ha concluso il medico di Dongio. 

red

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