ULTIME NOTIZIE News
Cronaca
20.03.2014 - 09:080
Aggiornamento: 03.10.2018 - 16:25

Dopo il caso Lac, Borelli di Unia lancia l'allarme: "Sul mercato del lavoro situazione disperata!"

Il sindacalista: “Oggi in Ticino non c’è un solo lavoratore distaccato da ditte estere che venga realmente pagato secondo i nostri livelli salariali. E nel terziario c'è la giungla"

di Marco Bazzi

LUGANO – “Oggi in Ticino non c’è un solo lavoratore distaccato da ditte estere che venga realmente pagato secondo i nostri livelli salariali. E se c’è, è un’eccezione. Questa è la mia percezione”.
La regola, secondo il sindacalista Enrico Borelli, segretario di Unia, è la sistematica violazione di regole e leggi.
Com’è accaduto negli ultimi mesi sul cantiere del LAC, la storia di taglieggiamenti salariali raccontata venerdì scorso da liberatv. In quel caso, venuto alla luce casualmente, si trattava di un’impresa milanese che lavora nel settore del marmo.

Ma così fan tutti, secondo Borelli: “Le buste paga sono apparentemente regolari, però la maggior parte delle volte i titolari delle ditte si fanno restituire dai loro operai parte dei salari, o pretendono che lavorino gratuitamente in Italia per qualche tempo in modo da recuperare una quota del maggior salario versato a chi ha operato sui cantieri ticinesi”.

Se avessimo la possibilità di scambiarci i dei dati fiscali e sui contributi sociali con l’Italia potremmo scoprire chi bara, aggiunge. “E dovremmo anche valutare la possibilità di interrompere i lavori sui cantieri dove c’è il sospetto di gravi casi di dumping. Dovrebbero essere interventi d’ufficio, per esempio da parte dalla Commissione tripartita”.

La situazione è difficilissima, prosegue il sindacalista, “potrei definirla disperata! Stiamo assistendo a un imbarbarimento delle condizioni di lavoro. Siamo confrontati con distorsioni pesantissime sul mercato e con la perdita totale di un approccio minimamente etico da parte del padronato”.

Negli ultimi dieci anni c’è stato un salto di qualità impressionante nell’elusione delle norme legali e contrattuali da parte dei datori di lavoro, spiega Borelli. “Non siamo più confrontati solo con i classici casi di violazione dei diritti del lavoro ma anche con reati di natura penale. Ecco perché il nostro sindacato ha instaurato una collaborazione continuativa con il Ministero pubblico. Abbiamo dovuto inventarci questa nuova strategia per cercare di frenare gli abusi”.

I problemi ci sono nel settore dell’edilizia, dove sono stati messi in atto sistemi per eludere i contratti collettivi, ma ancor di più nel terziario, dove vige la legge della giungla.

“Stiamo intercettando stipendi tra i mille e i duemila franchi al mese – dice -. Siamo di fronte a una situazione salariale che produrrà disastri economici e sociali soprattutto nel medio e lungo periodo. Più del 50% dei lavoratori di questo settore non ha contratti collettivi. E fasce crescenti di padronato vuole avere carta bianca per rendere ancora più precarie le condizioni d’impiego. C’è un mercato del lavoro che sta degenerando e in questo contesto dobbiamo rafforzare i diritti dei lavoratori”.

Negli ultimi anni si è creata una realtà parallela sul mercato del lavoro, spiega il sindacalista, “una sorta di zona franca dove abbiamo ditte che pagano stipendi ‘cinesi’. E pensiamo di costruire il futuro della nostra economia con questi livelli salariali? Così si preclude l’occupazione ai residenti, si sfruttano i frontalieri, li si mettono in concorrenza tra di loro e con i lavoratori residenti… Il risultato è il dumping. Abbiamo aperto le porte ad aziende senza scrupoli che non producono alcun indotto sull'economia ticinese. Oggi una persona che lavora deve poter vivere in modo dignitoso grazie al proprio salario, se no condanniamo la gente alla marginalizzazione, con tutti i relativi effetti devastanti sul piano sociale e individuale. O rafforziamo i diritti o non se ne esce. L’iniziativa per il salario minimo di 4'000 franchi sarà quindi decisiva”.

Come sindacato, aggiunge Borelli, siamo anche preoccupati perché in questa fase, dopo il voto del 9 febbraio, “il dibattito è caratterizzato da emotività e reazioni di pancia e da proposte che non permettono di migliorare le cose. Penso per esempio all’abolizione delle notifiche on line, che indurrà il ricorso al lavoro nero e sommerso. Le dico una cosa: qualche mese fa abbiamo trovato grazie a una segnalazione quindici operai che lavoravano in centro a Lugano senza permesso all’interno di un edificio in ristrutturazione, con livelli salariali che vi lascio immaginare. E non è un caso isolato. C’è una situazione di diffuso disordine che peggiora di semestre in semestre, malgrado i dibattiti, gli appelli, i controlli, il coinvolgimento del Ministero pubblico”.

Un’altra questione che ci preoccupa, aggiunge, è l’idea di aumentare le imposte ai frontalieri: “Così si penalizzano i lavoratori e le ditte che speculano continueranno a fare profitti. Di sicuro i frontalieri non avranno aumenti salariali. Verrà solo ridotto ulteriormente il loro potere d’acquisto e aumenterà la concorrenza sul mercato del lavoro. L’unico modo per uscirne è rafforzare i diritti dei lavoratori: un salario minimo dignitoso, più controlli, estensione dei contratti collettivi”.

Tornando all’edilizia, ci sono degli attivisti sindacali che ci segnalano gli abusi sui cantieri, dice il sindacalista, ma potrebbero fare di più se fossero tutelati, per esempio attraverso il divieto di licenziamento, perché questi operai temono le ritorsioni dei datori di lavoro. 

Un ruolo deleterio nella precarizzazione del mercato del lavoro l’hanno inoltre giocato in questi anni le agenzie interinali, aggiunge. “Dobbiamo chiederci se è normale che ce siano sorte così tante. Dovremmo creare un registro degli occupati, perché oggi non ci sono più filtri all’ingresso del mercato e abbiamo perso ogni possibilità di verifica su chi vi accede”. 

Certo, spiega Borelli, i controlli sui cantieri ci sono, sono un deterrente e vanno rafforzati, “ma come dicevo siamo confrontati con un salto di qualità nell’elusione delle norme contrattuali: documenti salariali che non corrispondono alla realtà, presenza dei caporali, di intermediari che procacciano manodopera a scopo di lucro, taglieggiamento salari, e questi fenomeni sono difficilmente intercettabili attraverso i controlli. E su questo piano ci vuole un lavoro paziente, bisogna costruire un capitale di fiducia con gli operai”.

Resta connesso con Liberatv.ch: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
Tags
mercato
borelli
lavoro
mercato lavoro
sindacalista
situazione
ditte
lavoratori
cantieri
controlli
News e approfondimenti Ticino
© 2024 , All rights reserved