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05.04.2014 - 07:460
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

L'annuncio a pagamento di Dadò: "A.A.A Cercasi ragazze disoccupate per nuovi postriboli"

Clamorosa provocazione del capogruppo PPD che compra una pagina di pubblicità sulla Regione e cannoneggia contro la nuova legge sulla prostituzione. Critiche anche sulla RSI

BELLINZONA - Un'intera pagina a pagamento per scagliarsi contro la nuova legge sulla prostituzione. Autore della provocatoria e clamorosa iniziativa è Fiorenzo Dadò, una delle voci più critiche contro il progetto di riforma attualmente al vaglio della Commissione della Legislazione del Gran Consiglio. "A.A.A Cercasi ragazze disoccupate per nuovi postriboli", recita il titolo della pagina pubblicata sulla Regione come il più classico degli annunci di lavoro.

"Un libretto di istruzioni tipo IKEA"

"Questi annunci - scrive il capogruppo PPD - potrebbero riempire le pagine dei nostri quotidiani qualora la nuova Legge sulla prostituzione venisse approvata dal Gran Consiglio. Qualcuno, a questo punto, potrebbe chiedersi, come mai? Semplice. La nuova legge, soprattutto per la sua smania di voler regolamentare ogni minuzia, poco ci manca che venga interpretata come una sorta di libretto di istruzioni tipo IKEA appositamente confezionato per i magnaccia della prostituzione di tutt’Europa, pronti a fare ingresso in Ticino, in fuga dai chiari di luna repressivi dei paesi in cui operano. Questa ponderosa legge, inutile girarci attorno, non è affatto un’efficace e agile norma di polizia con lo scopo di arginare il malvezzo e proteggere le ragazze come si vorrebbe far credere, ma un minestrone di ingredienti burocratici, sanitari e pianificatori che non fanno altro che confondere le idee sulla reale portata del fenomeno, permettendogli invece di proliferare e insediarsi in grande stile sul nostro territorio, con tutto il sottobosco malavitoso che trascina con sé".

"Ticino: da terra di artisti a terra di lupanari"

"E come prevedibile - prosegue l'inserzione pubblicata sul quotidiano bellinzonese - c’è chi si sta già fregando le mani e il Ticino, da terra di artisti, lo vedrebbe volentieri trasformato in terra di lupanari della vicina Lombardia, per clienti in fregola in cerca d’avventura oltre confine. Tra questi ci sono evidentemente i magnaccia e gli spregiudicati del settore, la cui integrità è stata ampiamente illustrata con l’operazione giudiziaria Teseu (tratta di esseri umani), ma non solo. A cercare di abbuffarsi in qualche modo a questo banchetto vi sono però anche avvocati, politici, imprenditori immobiliari, proprietari di terreni e chi più ne ha più ne metta, ben supportati da vari tirapiedi, più o meno già disposti o disponibili, presenti in altrettanti consessi, tra i quali municipi, consigli comunali e amministrazioni pubbliche. Questo conglomerato di interessi sta cercando di far di tutto affinché si legiferi e si pianifichi al più presto, in modo da preparare il terreno per la grande ingozzata, possibilmente al riparo da fastidiose noie giudiziarie, così da moltiplicare i propri milioni in tranquillità, totalmente incuranti se nel contempo si farà strame della dignità di centinaia di povere donne e si importerà ulteriore delinquenza".

"La Svizzera è l'unico paese d'Europa in ci ci si può prostituire a 16 anni"

"A chi osa dire qualcosa o sollevare qualche dubbio - scrive ancora Dadò - le giustificazioni accampate sono sempre le stesse consumate ovvietà non contestate da nessuno: la prostituzione in Svizzera è legale, è il mestiere più vecchio del mondo, esiste, non la si può debellare, se opera fuori dall’abitato ed è, per la buona pace dei nostri cari defunti, ben lontana dai cimiteri, non reca fastidio a nessuno. Nel frattempo (ma questo ovviamente non lo si dice), bordelli e bordellari continuano a rimpinguare le casse pubbliche e soprattutto i portafogli privati. Che poi la Svizzera sia ancora l’unico (!) paese d’Europa in cui venga ammessa la prostituzione già a 16 (!) anni, questo sembra non scuotere più di tanto certe coscienze, sebbene tutti dovrebbero sapere che questa carne fresca viene importata da regioni diseredate del Pianeta per approdare nel nostro ricco Paese, non certo per le ragioni care a Don Bosco ma, nella migliore delle ipotesi, con il subdolo inganno di una vita migliore. Tutto questo avviene con l’unico obiettivo di moltiplicare la fortuna di spregiudicati commercianti e di tutto un sottobosco di delinquenti, dediti al riciclaggio, alla droga, al ricatto e alla tratta di esseri umani".

"Hanno perfino tentato di ricattare Barra"

"In commissione della Legislazione del Gran Consiglio - attacca il capogruppo PPD - le posizioni sulla nuova Legge divergono e dalla parte delle vittime in modo inequivocabile si è schierato sin da subito il Partito Popolare Democratico poi seguito dai Liberali-Radicali. Per contro, diversamente dalla totalità dei loro fratelli d’Europa, i socialisti nostrani sono di parere opposto e danno vita ad una curiosa alleanza con la Lega. Avranno presumibilmente le loro cattedratiche motivazioni, ma anche la cruda realtà non scherza: la concretezza delle cifre è lì da vedere e parla da sé, ben più di molte teorie! Nonostante la già riconosciuta legalità della prostituzione, nel solo 2012 la magistratura ha chiuso 28 postriboli (su 33), ha arrestato 15 gestori, sequestrato beni immobili e ingenti somme di denaro di oscura provenienza. Nel 2013, per completare il triste quadro, un losco figuro attualmente in galera, ha persino tentato di corrompere e ricattare il compianto consigliere di Stato Barra e alcuni suoi funzionari".

"E la RSI..."

"Ciò nonostante, l’altra sera a 60 minuti - attacca Dadò - la RSI ha avuto l’avvedutezza di chiamare a commentare la nuova legge uno che del settore se ne intende eccome, aprendo così un nuovo corso peraltro già in voga nella vicina Penisola, tanto che, a questo punto, quando dibatteremo del nuovo carcere alla Stampa, non ci stupiremo certo nel vedere affidata la sua progettazione e sicurezza direttamente ai carcerati. Ma la cosa che lascia ancor più basiti, è il fatto che la prostituzione venga descritta da più parti come un fenomeno del tutto normale, magari da consigliare alle proprie figlie o sorelle e, accampando la scusa della libertà di commercio, considerata alla stregua di una qualsiasi altra professione. L’ubriacatura e la turlupinatura sono tali che un posto da parrucchiera, da commessa o da prostituta sembrano quasi esser diventati sinonimi, a tal punto che potremmo vedere presto degli annunci pubblicitari sui giornali, magari, già che ci siamo, quale innovativa ricetta politica per far fronte alla crescente disoccupazione giovanile".

"Sarà referendum"

Infine, il capogruppo PPD, ribadisce la linea del suo partito: se la nuova legge dovesse essere accolta dal Gran Consiglio sarà referendu. "Noi a tutto questo non ci stiamo - avverte - perché crediamo ancora nel ruolo responsabile dello Stato e abbiamo una visione un po’ meno squallida per il futuro del nostro Cantone, soprattutto per le vittime di questo sistema. Se dovesse malauguratamente passare in Gran Consiglio questo vademecum attira bordelli e mascalzoni di mezza Europa, non esiteremo a proporre il referendum e ad appellarci alla saggezza popolare".

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