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Cronaca
16.04.2014 - 16:110
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Trenhotel, Fonio: “Era ovvio e il Municipio avrebbe dovuto prevederlo”

Il consigliere comunale PPD, fra i contrari all’albergo temporaneo, commenta l’abbandono del progetto: “Dimostra che le garanzie finanziarie date dal Municipio non erano poi così certe: si è venduta la pelle dell’orso prima di averlo preso insomma”

CHIASSO – Il Trenhotel non s’ha da fare. Come ha ammesso la stessa municipale responsabile del dossier Roberta Pantani, con il lancio del referendum contro il credito da 3,5 milioni che comprende i progetti correlati e la presenza a EXPO 2015, vengono a mancare le condizioni per poter portare avanti il discusso e ambizioso progetto.

Senza il contributo cantonale infatti, il progetto sarebbe troppo costoso per le sole finanze chiassesi. E se anche il referendum leghista non dovesse andare in porto e il credito dovesse quindi essere effettivamente erogato, come deciso ieri dal Parlamento, non ci sarebbe comunque più il tempo oggettivo per realizzare l’albergo temporaneo.

Contattato per un commento, il consigliere comunale PPD Giorgio Fonio, uno dei principali promotori del referendum contro il Trenhotel, non può che rimarcare l’ovvietà di questa situazione: “Era prevedibile, e il Municipio avrebbe dovuto farlo, che a livello cantonale qualcuno avrebbe potuto opporsi ai finanziamenti per Expo 2015 e lanciato un referendum. Pertanto chi ha voluto credere che avevamo i soldi necessari, oggi dovrà fare una riflessione”.

“Dal canto mio – continua – posso solo aggiungere: per fortuna abbiamo lanciato il referendum! Ma questo dimostra che le garanzie finanziarie date dal Municipio non erano poi così certe: si è venduta la pelle dell’orso prima di averlo preso insomma”.

E a lanciare il referendum che ha stroncato  definitivamente il Trenhotel è stata proprio la Lega, il partito di Roberta Pantani. Su questo punto però Fonio “non ci trova nulla di strano. Perché è un po’ come se rimarcassimo che il PPD di Chiasso ha fatto il referendum contro il Trenhotel quando a livello cantonale sappiamo tutti chi lo porta avanti. Credo sia il bello della democrazia anzi, dove vi è la possibilità di pensarla diversamente a dipendenza della realtà in cui si fa politica”.

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