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Politica e Potere
17.04.2014 - 07:190
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Sadis sulla candidatura: “Solo se ci sono le condizioni per lavorare. Lo dirò in estate”

"Detesto gli attacchi nel mucchio ai funzionari statali, detesto le liste di proscrizione, detesto anche un certo machismo riaffiorante" ha affermato la ministra riferendosi al clima politico nostrano

BELLINZONA – “L’ho già detto, anche pubblicamente, al mio partito che mi sarei espressa in estate.” Non svela ancora le carte la Consigliera di Stato Plr Laura Sadis che, in una lunga intervista rilasciata alla Regione risponde così alla domanda sulla propria ricandidatura alla carica che oggi ricopre, a differenza dei quattro colleghi di Governo che hanno tutti espresso la volontà di ripresentarsi in lista. 

“Questa attività ha lati molto belli – ha continuato la Sadis interrogata su quali fattori potrebbero farla propendere per una o per l’altra scelta – : poter cercare soluzioni, confrontarsi costruttivamente con l’opinione delle altre persone, verificare criticamente l’operato per garantire una presenza qualificante dello Stato. La mia decisione dipenderà anche da come questo lavoro – che non faccio solo io ma in tanti nell’amministrazione – si possa ancora esprimere, avere una concretizzazione. Guardi, a me questo interessa più dei titoli sui giornali. È la motivazione principale, non sono peraltro molto sensibile alla notorietà che dà la carica di consigliere di Stato. Mi piace poter dare un contributo al nostro Cantone. È la principale molla che permette di andare oltre il dileggio, la bugia e un certo deterioramento nel confronto politico dove l’aggressività gratuita a volte prevale.”

Aggressività gratuita e cllima politico deteriorato che proprio non piacciono alla ministra liberale, che non senza polemica rileva un’intossicamento della politica cantonale, con chiari riferimenti ad alcuni avversari politici: “Comprendo bene – ha spiegato Sadis – che contrastare continuamente l’avversario politico consente di trovare un nemico e di compattare facilmente le fila partitiche, per guadagnare qualche percento in più alle prossime elezioni. Ma non condivido questi metodi. La democrazia è preziosa, non va intossicata con metodi e linguaggi incivili. Queste logiche io non le seguo, non voglio seguirle. Altri evidentemente sì. La politica raggiunge un tale cinismo disinibito a volte, che si perde il senso della vergogna. Detesto gli attacchi nel mucchio ai funzionari statali, detesto le liste di proscrizione, detesto anche un certo machismo riaffiorante.”

Precedentemente la direttrice del Dfe aveva analizzato diversi temi economico-finanziari legati alla politica del proprio dipartimento, come la crisi del gettito bancario e del settore secondario esportatore che, anche in presenza di una crescita del Pil, fanno piombare in rosso le finanze pubbliche a causa dei mancati e diminuiti gettiti fiscali. Una situazione che Sadis ha definito in più occasioni “seria” e per la quale vanno intraprese misure di risparmio, in particolare agendo sulla spesa, come ha di nuovo confermato nell’odierna intervista sul quotidiano bellinzonese: “Ogni settore, compreso il mio, deve fare la sua parte. È certo che di fronte alla divaricazione fra spese e ricavi ci vuole chiarezza. Se si ritengono giustificati e sostenibili disavanzi d’esercizio annui sui 200-300 milioni di franchi occorre dirlo. Il parlamento può e deve decidere ciò che ritiene giusto. Si dovrebbe però dire basta a una politica schizofrenica che chiede il pareggio dei conti, salvo poi, quando si entra nel concreto, non voler decidere alcun ridimensionamento di spesa.”

Spazio infine anche per un commento sul clima in Governo, un esecutivo nuovo per quattro quinti e che ha visto numerosi avvicendamenti in breve tempo: “Il governo è fatto da persone con proprie caratteristiche. Il mio approccio è sempre positivo. Non nutro diffidenze preventive. C’è stato un inizio che ha richiesto un certo rodaggio, perché essere in un esecutivo è diverso che essere parlamentare o presidente di partito. La dimensione della collegialità non è immediatamente compresa. Poi vi sono stati avvicendamenti e inevitabilmente nuovi periodi di introduzione per i nuovi colleghi. Ma bisogna rivalutare gli aspetti positivi del rinnovamento in politica: nuovi sguardi, entusiasmo. Comunque non ho iniziato il quadriennio con aspettative preconfezionate.”

red

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