Chiusura valichi, Pantani: “Non è finita. E Romano sbaglia: Gobbi è l’uomo giusto per portare avanti le nostre ragioni”

CHIASSO – Sulla questione della chiusura o meno dei valichi minori durante la notte potrebbe non esser stata detta la parola fine. A ricordarlo è la deputata leghista Roberta Pantani. Se infatti l’appello lanciato dai sindaci del Mendrisiotto è caduto nel vuoto, ricevendo come risposta un ‘non si può fare’ (vedi articolo allegato), a Berna rimane ancora pendente una mozione presentata dalla stessa Pantani all’inizio di marzo.

Mozione che, come ricorda ancora Pantani, era nata proprio sulla scorta della lettera inviata dai Municipi del Mendrisiotto al Consiglio federale in cui chiedevano di attivarsi, data la situazione sul territorio ormai preoccupante, affinché si potesse agire con una chiusura dei valichi secondari incustoditi durante la notte (vedi articolo allegato).

La mozione sta seguendo ora il naturale iter parlamentare e perciò attende ancora di essere esaminata. Ad essere arrivata è invece la risposta all’appello lanciato dai sindaci del Mendrisiotto. Abbiamo contattato quindi Pantani per chiederle, anche in quanto municipale di Chiasso, che quindi vive direttamente la situazione e i problemi sollevati dagli altri esecutivi della regione, cosa pensa della risposta data dal Dipartimento della ministra Eveline Widmer-Schlumpf.

“Non ho ancora avuto modo di prenderne visione personalmente, per ora ho appreso il contenuto dai media. La prima impressione però è che sia una risposta già confezionata, in cui non si tiene conto né della lettera inviata dai Municipi né della particolare situazione del Mendrisiotto. Mi sembra ci sia stato forse un po’ poco approfondimento sulla questione quindi”.

Come ricordato, lei ha presentato una mozione con cui avanza le stesse richieste contenute nell’appello. Ora, non è sicuramente certo, ma c’è da presupporre che esaminando il suo atto, la risposta del Consiglio federale abbia lo stesso tenore di quella data ai sindaci del Mendrisiotto.

“Non è detto. Può succedere, come avvenuto con la mozione Cassis su IVA e padroncini, che il Consiglio federale esprima un parere contrario, mentre in Parlamento ci sia una votazione favorevole. Si tratterà quindi al momento opportuno, quando la mozione sarà all’ordine del giorno, di cercare consensi che vanno al di là del proprio gruppo. La richiesta di chiudere i valichi secondari durante la notte perciò potrà ancora essere portata avanti a tempo debito”.

Quindi ‘caso Cassis docet’ e nonostante questa prima risposta negativa data dalla ministra Widmer-Schlumpf, c’è ancora speranza di manovra?

“Esatto. Proprio come successo nel caso di Cassis, bisogna far passare i messaggi e cercare consensi dove possibile. Siamo a Berna per far capire la particolarità del Ticino.  E per farlo non dobbiamo tralasciare l’aspetto della collaborazione tra vari deputati”.

Come lei, anche il deputato Marco Romano, intervenuto ieri sul tema (vedi articolo allegato), ha citato come esempio il ‘caso Cassis’, ma aggiungendo poi che parte della colpa del ‘silenzio di Berna’ alle nostre richieste è anche ticinese: insomma dal nostro Cantone manca una reazione forte e, cito, “lo stesso ministro Gobbi, in qualità di rappresentante della sicurezza, dovrebbe insistere di più a Berna sulla necessità e l’urgenza di queste richieste”. Lei cosa ne pensa?

“Su quanto detto dal collega Romano sono in disaccordo proprio sul ministro Gobbi. Io credo stia facendo un ottimo lavoro. Se c’è una persona che insiste sugli aspetti della sicurezza e l’urgenza dei provvedimenti è proprio Gobbi. Così a Berna come in tutti i livelli e nelle varie commissioni in cui rappresenta il Canton Ticino. È la persona giusta per portare avanti queste nostre rivendicazioni”.