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Politica e Potere
22.04.2014 - 18:070
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Esclusivo: inchiesta sulla colf, é stato Ettore Item a presentarsi al Ministero, due giorni dopo la nomina di Valentina

Liberatv ha ricostruito punto per punto la vicenda che ha scatenato una bufera sulla neo procuratrice: Noseda ha aperto l'inchiesta solo mercoledì 16 aprile. Ed ecco perché ha condannato solo l'avvocato e non sua moglie

di Marco Bazzi

LUGANO – La notizia di reato – la colf filippina assunta in nero - è giunta al procuratore generale John Noseda soltanto mercoledì 16 aprile. Dunque, due giorni dopo la nomina di Valentina Item alla carica di procuratrice pubblica da parte del Gran Consiglio, avvenuta il 14. E non prima, come si è pensato finora.
Liberatv ha ricostruito punto per punto il caso penale che ha scatenato una bufera politica su Valentina Item sulla base di informazioni ottenute e confermate dal Ministero pubblico.

Questo – la data della notizia di reato - è il primo elemento importante, che spiega perché il procuratore generale non abbia fatto alcuna segnalazione all’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio prima della votazione parlamentare per eleggere il nuovo procuratore. Non poteva farla semplicemente perché non sapeva nulla dell’inchiesta penale che due giorni dopo avrebbe coinvolto l’avvocato Ettore Item, marito della neo procuratrice.

Il secondo elemento importante è che è stato proprio Ettore Item, la mattina di mercoledì 16 aprile, a chiedere a Noseda di essere sentito per il caso della colf filippina. Quest’ultima era stata fermata sabato 5 aprile sul treno, mentre tornava in Italia, dalle Guardie di confine, e in seguito interrogata dalla Polizia cantonale. Qualche giorno dopo l’avvocato Item era stato convocato in Polizia per essere verbalizzato sul caso, chiamato in causa dalla filippina. La polizia non ha invece mai verbalizzato sua moglie Valentina. E anche questo è un elemento importante: già in quella fase di “indagine preliminare” si era evidentemente ritenuto l’avvocato Item l’artefice dell’accordo con la colf.

Una volta informato della vicenda – immaginiamo non senza amara sorpresa -, Noseda ha richiamato immediatamente il rapporto di polizia e ha interrogato, Valentina Item. Siamo sempre nella giornata di mercoledì. Nel pomeriggio.

Le versioni erano chiare: Ettore Item ha sostenuto di essersi occupato personalmente di stipulare l’accordo per l’assunzione della colf, e sua moglie ha confermato di non essere mai stata al corrente che la donna fosse stata assunta senza permesso. Il Ministero pubblico ha effettuato accertamenti dai quali è tra l’altro risultato che anche le precedenti assunzioni di collaboratrici domestiche a casa Item erano state gestite direttamente dall’avvocato tramite il suo studio legale.

Insomma, sulla base degli elementi raccolti non c’erano gli estremi per promuovere un’accusa contro entrambi i coniugi, secondo il procuratore generale. Così, il giorno dopo, effettuate altre valutazioni, Noseda ha emanato un decreto d’accusa nei confronti dell’avvocato Item, condannandolo a una multa di 1'500 franchi e ad aliquote sospese per 9'000 franchi. Il reato, per il quale Item ha accettato la condanna, è violazione dell’articolo 117 della legge sugli stranieri.

Fin qui, è bene sottolinearlo, la ricostruzione penale. Restano aperti gli interrogativi politici e le questioni di opportunità.

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