di Donatello Poggi
Un ragazzo strumentalizzato in modo ipocrita da una “sinistra” ticinese che, non avendo più altri argomenti politici credibili”, si aggrappa a tutti questi casi “umani” generando inevitabilmente discriminazione verso molte altre situazioni anche più meritevoli, è il quadretto penoso che riassume la politica ticinese in generale. Caro Arlind, spero che tutta questa teatrata tragicomica sia finita sul serio. I certificati medici, compiacenti, presentati con una tempistica da far dubitare anche il più garantista dei garantisti ne sono la classica dimostrazione.
La Legge è Legge, mi hanno sempre detto, e allora che la si applichi anche in questo caso! Perché non mettere allora in discussione la Legge sui metodi di licenziamento che avvengono tutti i giorni in Ticino? Perché non diciamo che gente che ha lavorato una vita (non come Arlind) e poi viene “scartata” all’età di 54 anni, va in depressione e tenta il suicidio?
Vado avanti? Queste vicende, tragiche, non fanno più “ascolto” in una certa sinistra intellettuale e bacata? Non vado oltre …Una domanda che nessuno mi pare abbia fatto fino ad oggi: la madre di Arlind dove lavora?
I kosovari che avevano una dignità ed un attaccamento vero verso il loro paese sono rientrati quasi tutti dopo “l’emergenza guerra dei Balcani” (ho parlato con parecchi di loro …), altri evidentemente hanno fatto il contrario. Spero veramente che su questa vicenda si debba scrivere la parola fine!