PONTE TRESA – “Con questo post credo che Quadri abbia mostrato superficialità e incompetenza (essendo giornalista). Spero che questo suo post non sia lo specchio del suo impegno politico”. Questo quanto ci scrive un lettore in merito ai controlli effettuati alla dogana di Ponte Tresa sulle biciclette dei tanti ciclisti che in questo periodo fanno il giro del lago ‘sconfinando’. E in effetti il post, piuttosto polemico, pubblicato dal Consigliere nazionale in merito alla notizia sembra prendere una cantonata: i controlli non sono stati svolti dai doganieri italiani, bensì dalle nostre Guardie di Confine.
“E ti pareva – così ha scritto Quadri su facebook – , gli amici a sud possono inventarsi queste chicane puerili che hanno l'unico scopo di dare fastidio agli svizzerotti; invece noi dobbiamo far entrare tutti tranquillamente. Avanti così! A quando il prossimo posto di blocco antipadroncini?”. Anche sotto al post i commenti si sono moltiplicati prendendo spesso, ingannati probabilmente ‘dall’incipit’, lucciole per lanterne, nonostante qualcuno faccia notare l’errore.
Infatti i controlli, come si evince chiaramente dal servizio allegato all’articolo pubblicato dal portale rsi.ch, sono stati effettuati dalle Guardie di confine svizzere allo scopo di verificare eventuali irregolarità di acquisto e di sdoganamento.
red