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Politica e Potere
22.07.2014 - 07:060
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Il caso Item, Ferrari, Chiesa e la "sorpresa". Il Governo: "Non entriamo nel merito"

Il Consiglio di Stato decide di non commentare le parole che il collaboratore di Claudio Zali disse al capogruppo UDC prima che scoppiasse lo scandalo: "In corso un procedimento penale per violazione del segreto d'ufficio"

BELLINZONA - Il Consiglio di Stato va in dribbling su una delle appendici politiche del caso Item. Parliamo delle dichiarazioni rese dall'allora capogruppo UDC Marco Chiesa durante la vicenda che portò all'elezione e poi alla rinuncia alla carica di procuratrice pubblica di Valentina Item, a causa della colf assunta in nero dal marito Ettore. “Mercoledì, durante la seduta parlamentare mi si è avvicinato l’ex deputato leghista Cleto Ferrari, ora collaboratore personale del ministro Claudio Zali, dopo esserlo stato di Michele Barra, e mi ha detto: ‘Vedrai che bella sorpresina abbiamo’. Lì per lì non ho capito, pensavo si riferisse ancora alla mia persona. Adesso invece capisco di che sorpresa parlasse, anche perché non ho visto altre sorprese in questi giorni di Pasqua”, dichiarò Chiesa dopo che sul Mattino venne pubblicato il famoso verbale di polizia che di fatto fece deflagrare il caso. Ferrari si difese spiegando che la sorpresa "era il lancio dell’iniziativa per l’elezione popolare dei giudici. Marco Chiesa ha frainteso se pensa che alludessi al caso penale che coinvolge il marito della neo procuratrice pubblica Valentina Item. Io di quella vicenda non sapevo proprio nulla”. Ma il presidente e la capogruppo del PS, Saverio Lurati e Pelin Kandemir, decisero comunque di approfondire presentando una durissima interrogazione al Governo dal titolo “Metodi corleonesi per la nostra giustizia?”. Oggi la Regione anticipa la risposta del Consiglio di Stato. Una risposta definita salomonica dal quotidiano bellinzonese. I ministri si appellano infatti all'apertura di un procedimento penale contro ignoti per la violazione del segreto d’ufficio. Di conseguenza, aggiungono “non intendiamo entrare nel merito dell’interpretazione di frasi riportate dai mezzi di informazione”. Il Governo bacchetta anche Lurati e Kandemir per il titolo dato all'interrogazione: “Del tutto inappropriato alle circostanze occorse nella vicenda”, scrivono. La Regione fa notare che il testo dell'interrogazione, secondo prassi, è firmata dal presidente del Consiglio di Stato Manuele Bertoli. Socialista come gli interroganti.
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