Ingorghi sul Piano, i sindaci scrivono al Dipartimento. Ma per la superstrada ci vorrà ancora un decennio. E intanto...

CADENAZZO-SANT’ANTONINO – I sindaci del Piano di Magadino scendono in campo e chiedono al Dipartimento del territorio di riprendere in mano ugentemente il problema del collegamento veloce tra autostrada e Locarnese. L’attuale strada cantonale è perennemente intasata dal traffico.

“Condivido pienamente il vostro articolo (leggi i correlati) di sabato scorso – dice a liberatv Christian Vitta, sindaco di Sant’Antonino, nonché capogruppo del PLR in Gran Consiglio -. Quella mattina la colonna di auto in direzione di Locarno arrivava fino nel territorio del nostro comune, e avanti di questo passo, se non si interverrà in qualche modo, avremo intasamenti fino agli svincoli autostradali di Camorino”.
Per Vitta, che insieme ad altri sindaci della regione ha scritto al Dipartimento, la situazione è ormai divenuta insostenibile. In particolare nei momenti e nei periodi di traffico intenso, come sicuramente è la stagione estiva, dove al transito locale e pendolare si aggiunge quello turistico. “Per una regione turistica come il Locarnese – conclude Vitta – è un pessimo biglietto da visita”.

Bisogna fare qualcosa, dunque, anche perché sono trascorsi sette anni dal voto popolare che bocciò la famosa Variante 95. Ma cosa?
“C’è amarezza per una situazione non risolta”, afferma il sindaco di Cadenazzo Flavio Petraglio. “I comuni della regione hanno lavorato tanto sulle due varianti e quando finalmente si è riusciti a trovare una soluzione condivisa, non se ne è fatto più nulla. Da qui la nostra idea di farci sentire e chiedere di venir informati e coinvolti nel processo di discussione. Ma il nostro obiettivo è anche non lasciare che il tutto cada veramente nel vuoto”.
Il riferimento di Petraglio è alla lettera, o meglio, alla corrispondenza, iniziata dal suo Comune, insieme agli altri della zona, con in Dipartimento del Territorio. Obiettivo era sapere a che punto fossero i progetti della superstrada del Piano. 

Il responso, alla luce di qualche scambio e sollecito, non è dei più incoraggianti e suona anzi come un inconcludente dejà vu: i tempi di realizzazione della variante saranno molto lunghi, decennali almeno, perciò si cercherà di ovviare al problema studiando degli interventi provvisori sulla strada esistente.
“Abbiamo quindi risposto chiedendo di esser coinvolti come parte attiva in questi studi, vedremo – dice Petraglio -. Chiaro, al momento la situazione non è delle più rosee e certamente non migliora. Personalmente io dubito che si riesca con degli interventi sulla strada esistente a risolvere la situazione in modo soddisfacente, ma lasciamoci sorprendere”.

I dubbi di Petraglio nascono anche dal fatto che alcuni interventi sono già stati fatti (come quelli alle rotonde di Quartino e Magadino), ma non hanno sortito grandi effetti: “C’è stato qualche piccolo miglioramento, ma a livello di traffico non abbiamo ancora raggiunto un livello soddisfacente: il problema persiste”.
L’importante quindi “è che si cominci a portare avanti qualcosa. E al Cantone non si possono fare grandi critiche, perché si sta muovendo e qualcosa cerca di fare. Ma tutto passa nelle mani della Confederazione”.
Insomma le parti coinvolte sono tante: Comuni, Cantone, Confederazione… e questo non facilita per nulla le cose. “E con così tanti attori in ballo, si capisce che i tempi non saranno certo rapidi”.

Ma il vero problema, conclude Petraglio, “è che si continua a rimandare la realizzazione della vera soluzione e ad andarci di mezzo intanto sono i Comuni. A lasciarci delusi e preoccupati anche sono proprio i tempi: il tenore della corrispondenza avuta con il Dipartimento lascia intendere che se non siamo di fronte a un abbandono tout court della superstrada, ci sarà quantomeno un posticipo di decenni”.

emmebi/IB