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24.07.2014 - 07:420
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Zali: “Se dovessi venir rieletto mi tengo il Territorio: affascinante e gratificante!”

Il Consigliere di Stato leghista confessa le sue intenzioni future e non fa mistero della sua volontà di rimanere al Dipartimento che attualmente dirige. “Mi piace perché il territorio è ovunque”

BELLINZONA – “Faccio conto di rimanere dove sono. Questo Dipartimento mi piace molto perché il territorio è ovunque. Come capo del Dt, si è sempre e comunque oggetto dell’attenzione dei ticinesi; e viceversa, ci si cura di ogni cittadino”. Parola di Claudio Zali, che manifesta senza troppi fronzoli la propria volontà di restare all’attuale dipartimento qualora fosse rieletto. 

Zali si è “confessato” ieri in un’intervista alla giornalista Chiara Scapozza della Regione, in occasione della classica escursione annuale del Dipartimento del Territorio, la prima e ultima di questa legislatura per il ministro leghista, entrato in carica solo lo scorso autunno. 
Il lavoro al territorio per il Consigliere di Stato leghista è infatti “molto affascinante. Ed è gratificante pure la buona collaborazione con gli Enti locali, che mi interpellano per qualche problema. Io raduno i funzionari che servono e mi reco nei comuni. Non è semplice lavorare nelle amministrazioni pubbliche: se posso dare una mano mi fa piacere.”

Sui suoi primi mesi di attività Zali più che di un bilancio ha parlato piuttosto di sensazione: “Diciamo che da un certo punto in poi, per la popolazione non sono più stato il giudice ma il consigliere di Stato. Mi riconoscono nel ruolo, questo è molto importante. Per quanto riguarda il lavoro al Dt, dopo la prima fase “traumatica” (conoscere persone, procedure, temi ecc.) ho raggiunto il “secondo livello”: ho potuto portare le mie idee e iniziare ad attuarle.”

Il ministro leghista è stato però recentemente anche al centro delle cronache per la presentazione della tassa sul sacco cantonale, il ‘famigerato fetido balzello’ da sempre fervidamente combattuto dal suo movimento, ma Zali in merito a questa dicotomia ha voluto smorzare la polemica spiegando che “bisogna che mi si veda come un tecnico in questo momento. Ho un problema sul mio tavolo, un tema di Dipartimento, e io cerco di risolverlo. Io cerco soluzioni, concretezza. Nelle questioni di politica sovradipartimentale ho lo stesso approccio, come ad esempio nel dibattito sui conti 2015.”

Infine anche un accenno ai progetti in agenda per gli ultimi mesi di legislatura prima delle elezioni 2015: “Vorrei tra l’altro affrontare la riforma della legge sulle commesse pubbliche, con l’ottica di avere a cuore gli interessi dei ticinesi... Vorrei poi riprendere il tema dei ‘padroncini’, proponendo di verificare il corretto carico fiscale in Italia” ha concluso il ministro leghista sulle pagine della Regione. 

red

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