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24.07.2014 - 12:180
Aggiornamento: 13.07.2018 - 15:11

Cereghetti e le polemiche sul Tour, Cattaneo: “L’Uci fa controlli rigidissimi, a differenza di quanto avviene negli altri sport”

Il presidente liberale, ex corridore a due ruote e membro dell’Unione ciclistica internazionale, commenta a liberatv le dichiarazioni del deputato socialista, e scherza provocatoriamente: “Forse bisognerebbe fare i test anche ai politici”

BELLINZONA – “I controlli anti-doping nel ciclismo sono rigidissimi e sono un esempio per gli altri sport, tanto che il modello e le conoscenze nell’ambito vengono puntualmente ripresi”. Risponde così Rocco Cattaneo, presidente del Plr, ex corridore a due ruote e membro della Commissione disciplinare e del Collegio arbitrale dell’Unione ciclistica internazionale (Uci), al j'accuse di Bruno Cereghetti, deputato PS in Gran Consiglio (leggi articolo correlato). 

Cereghetti infatti non le aveva certo mandate a dire, criticando duramente la storia del ciclismo e gettando ombre anche sul Tour de France che si sta correndo in questi giorni e sui suoi protagonisti: il vincente Nibali, ma anche i “misteriosamente” ritirati Froome e Contador, quest'ultimo peraltro già beccato. 

Ecco invece come ha risposto Cattaneo a liberatv alle accuse che il deputato Ps ha rivolto al mondo ciclistico.

Rocco Cattaneo, Bruno Cereghetti ha attaccato duramente il ciclismo e il Tour de France, sempre per la questione doping, visto che a suo giudizio il malcostume continuerebbe ad imperare. Come valuta questo giudizio? 

“I controlli nel ciclismo sono rigidissimi e sono un esempio per gli altri sport, tanto che il modello e le conoscenze nell’ambito vengono puntualmente ripresi. Con questo non dico che, purtroppo, non ci sia nessuno che non faccia uso di doping, ma il ciclismo negli ultimi 10 anni è stato esemplare per quanto riguarda la ricerca e la lotta al doping.”

Però è vero che il ciclismo è sempre parecchio oscurato dalle vicende sul doping…

“Il doping e l’anti-doping sono due scienze, e la seconda rincorre da sempre la prima: la ricerca nel doping, con lo scopo di migliorare prestazioni fisiche e sportive, è una scienza che, e ribadisco purtroppo, esiste da sempre e della quale troviamo traccia già nelle olimpiadi dell’antica Grecia, dunque è impossibile escludere che continuano e continueranno ad esserci corridori che proveranno a ‘barare’. La miglior soluzione, oltre alla lotta, è l’educazione a partire dalle generazioni di giovani e giovanissimi che si avvicinano a questo, ma anche a tutti gli altri, sport.”

Cereghetti ha sollevato anche pesanti sospetti sull’Uci, l’unione ciclistica della quale lei fa parte, rea, a suo dire, di coprire i corridori o comunque di non fare abbastanza per arginare il fenomeno. Cosa ne pensa?

“Vorrei tanto sapere, giusto per fare un esempio, quanti dei rigidissimi controlli che fa l’Uci  sono stati svolti al mondiale di calcio, visto che, per citarne una, la Fifa ha rifiutato il passaporto biologico. Insomma negli altri sport i controlli sono molto meno numerosi ed efficaci… E forse anche qualche controllo ai politici non guasterebbe, credo che le sorprese non mancherebbero!”

Dunque respinge le accuse rivolte all’Uci, se non di collusione, perlomeno di connivenza con il fenomeno doping? 

“Guardi, l’Uci è l’organizzazione che sta facendo di più in questo senso, e i ‘beccati’ sono lì a testimoniarlo. Negli ultimi anni la ricerca nella lotta anti-doping è stata importantissima e ne hanno beneficiato anche sport come l’atletica. Poi è chiaro che è una lotta infinita: il ciclismo, come tanti altri sport, da sempre è confrontato con il fenomeno, però nel ciclismo fa sempre molto clamore, mentre negli altri sport spesso i risultati vengono sottaciuti o comunque non messi in risalto.”

Cereghetti infine avanza sospetti anche sull'attuale Tour e sui principali corridori: Contador, Froome e Nibali. Per i primi due parlerebbero le cadute e i ritiri misteriosi, mentre per il terzo sarebbero le prestazioni disumane a rilanciare i dubbi. Lei crede siano puliti? 

“Sinceramente non posso rispondere con cognizione di causa, non è che li frequento giornalmente. Io so solo che sono sottoposti a dei controlli severissimi. Dopodiché posso dire che personalmente, ma è solo una questione di feeling, Nibali mi ispira molta fiducia in questo senso: mi dà l’impressione, visti anche i suoi 29 anni, di aver portato avanti una crescita sportiva naturale, supportata dai mezzi da fenomeno che possiede, insomma si è costruito bene con gli allenamenti, con il lavoro, il sudore e con il metodo, credo dunque sia pulito.”

dielle

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