ULTIME NOTIZIE Mixer
Mixer
01.08.2014 - 15:350
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

I speak Ticines, viaggio nella lingua di "noss gent": dalla godenda alla Lüzina, da lozza a istoriato, dai bilux al zacky-boy

Nel giorno della Festa Nazionale ci sentiamo profondamente svizzeri. Ma noi siamo prima di tutto Ticinesi! Breve dizionario dei modi di dire che potrebbero formare una lingua

LUGANO – Nel giorno della Festa Nazionale il Ticino rivendica la propria autonomia e insieme il proprio orgoglio svizzero. Siamo una regione del tutto particolare, dove si parla l’italiano ma molta gente vede male gli italiani (se poi sono frontalieri…) e critica il Bel Paese (Fallitalia), salvo poi andarci a passare le vacanze, a far la spesa o al ristorante. Siamo una regione della Svizzera ma i “balivi” ci stanno in punta. Non parliamo poi del Governo federale (i sette Bambela). Già sopportiamo poco quelli che stanno “dall’altra parte del Ceneri”… Figurarsi quelli che vivono al di là del San Gottardo...

Insomma, prima di tutto noi siamo ticinesi, con tutti i nostri pregi e i nostri difetti. E, ammettiamolo: ci sentiamo svizzeri fino in fondo al midollo soltanto il Primo Agosto e quando gioca la Nazionale. Abbiamo preso in prestito la foto (e un po' anche il titolo) per questo articolo dalla bellissima pagina Facebook "I em Ticines". Perchè il concetto è proprio quello: I em ticines!

Anche linguisticamente siamo un “sonderfall”. Il Ticino è una regione in cui il dialetto ha ancora, per fortuna, una certa diffusione. Ma, accanto al dialetto, è nato una sorta di idioma ticinese, che ha dato vita a parole storpiate rispetto all’italiano puro, o addirittura a termini “gergali” introvabili nei dizionari.
Nel nostro linguaggio quotidiano (ma anche in quello politico o giudiziario) ci sono modi di dire regionali, ma anche francesismi o germanismi, il che discende senza dubbio dal nostro appartenere alla Confederazione elvetica.

Molte sono infine le espressioni dialettali che hanno trovato spazio nello svizzero italiano, che per ora non è ancora una vera lingua come lo svizzero tedesco, ma poco ci manca. Ecco un rapido viaggio dalla A alla Z che trae spunto da un interessante sito web, “Elvetismi, dizionario dell’italiano ticinese, grigionese e federale”. Alcuni termini sono davvero orrende storpiature, e lo abbiamo sottolineato. È, se vogliamo, una sorta di mini Svizionario (quello pubblicato alcuni anni fa con grande successo da Sergio Savoia), dal quale il sito Elvetismi ha pure attinto informazioni.

Buona lettura.
 
A santa merda, ovvero in capo al mondo.

A sapere se, ovvero, la domanda a sapere se… Corretto sarebbe: la domanda se, ma il modo di dire deriva dal francese: à savoir.

A sbalzo, ovvero fuori posto, fuori luogo (vedi anche fili a sbalzo). 

A tetto, ovvero concluso, definitivo, terminato.

Attrattivo, meglio attraente, affascinante.

Autocollante, ovvero autoadesivo. Dal francese: autocollant. 

Avantutto, ovvero anzitutto, innanzitutto, in primo luogo. Dal francese: avant tout. 

Azione, intesa come campagna, iniziativa a fini pubblicitari o propagandistici, offerta speciale. Dal tedesco Aktion, e dal francese action.

Badino, bè questo è una tipica espressione ticinese, spregiativa, che indica gli italiani, soprattutto del Nord. È sinonimo di badola.

Bagatellizzare, ovvero minimizzare. Dal tedesco "bagatellisieren".

Banalizzato, inteso come senza insegne. È un aggettivo utilizzato dalla polizia ticinese: veicolo banalizzato, cioè auto della polizia non riconoscibile come tale.

Bandella, ovvero piccolo gruppo musicale a carattere locale.

Baracche, termine colloquiale usato per indicare le mestruazioni.

Baustopp, ovvero blocco delle costruzioni. Introdotto probabilmente da Giuliano Bignasca: "È ormai qualche anno che noi della Lega parliamo di Baustopp".

Bilux, questo è curioso: indica il lampeggio dei fari abbaglianti di un veicolo. Bilux, entrato nel linguaggio corrente in Ticino, era in origine un marchio registrato dall’azienda tedesca Osram per la prima lampadina a doppio filamento lanciata sul mercato nel 1925.

Boffare, ovvero soffiare.

Bolla, ovvero palude, acquitrino. Dal dialetto: bóla.

Bonetto, ovvero il classico berretto militare. Dal francese: bonnet. 

Brozzo, sporco, sudicio. È un termine che deriva dal dialettale bróz.

Buralista (postale), è il gestore di un ufficio postale.

Buzza, indica un’alluvione o un’inondazione: "la Maggia è in buzza".

Cadere dal mirtillo, in altre regioni si dice cadere dal pero (dal mirtillo è più difficile cadere). Comunque, cadere dalle nuvole.

Cagnagrop, mangia groppi (nodi), si dice di uno che rompe le scatole, che non molla mai l’osso.

Canvetto, alternativa a grotto. Deriva dal dialettale (non solo ticinese) canva, che indica la cantina.  

Carne di scimmia, tipico modo di dire militaresco, che indica la carne in scatola. Deriva dal francese.

Carta gommata. Per noi ticinesi è il nastro adesivo trasparente, lo scotch.

Caso di rigore (lo ha usato recentemente anche il Governo nel caso Arlind) indica un caso di grave difficoltà economica o sociale personale. Dal francese: cas de rigueur.

Chaise longue, anche qui un francesismo usato in luogo di sedia a sdraio.

Chiave di riparto, sarebbe meglio chiave di suddivisione, di ripartizione.

Circolazione, usato per spesso per definire un incidente. Meglio sarebbe incidente stradale.

Cito!, ovvero zitto! Di derivazione dialettale.

Classare, meglio sarebbe dire classificare.

Classeur è invece il raccoglitore, o classificatore ad anelli. 

Comanda, è l’ordinazione (in un ristorante, in un negozio, su internet). Comanda non è solo ticinese, almeno per quanto riguarda i ristoranti, lo dà anche il Garzanti online.

Combox è la nostra segreteria telefonica del cellulare. 

Comminare viene spesso usato impropriamente nel senso di "infliggere": il codice commina (cioè minaccia) una pena, il giudice la infligge. Ma sui giornali ticinesi comminare ha preso il significato di infliggere.

Commissione cerca, tipica espressione ticinese che indica un organismo incaricato di selezionare candidati a cariche politiche.

Completazione, bruttissimo: corretto è completamento. 

Concerne, usato al posto di "Oggetto" all'inizio delle lettere.

Concio, ovvero malconcio, malridotto. 

Considerandi, usato nel gergo giuridico in luogo di motivazione (di una sentenza).

Corteggio, lo si sente a volte a carnevale per indicare un corteo, una sfilata. 

Crescere in giudicato, altro termine giuridico per indicare una sentenza divenuta definitiva. Corretto sarebbe passare in giudicato.

Culodipietra, ovvero politico o funzionario ostinatamente attaccato alla poltrona. Anche questo termine è stato messo in voga in Ticino da Bignasca.

Cure intense, meglio cure intensive.

Deliberare (un lavoro), meglio appaltare, assegnare un lavoro.

Deponia, ovvero discarica. Dal tedesco Deponie. 

Direttiva, ovvero direzione, direttivo di un partito.

Di sfroso, tipicamente lombardo, deriva da “di frodo” si usava originariamente per il contrabbando o la violazione della legge sulla caccia e sulla pesca.

Di transenna, ovvero per inciso, fra parentesi. Usato spesso da politici, giornalisti e avvocati. 

Ebrietà, meglio ebbrezza, corregge lo "Svizzionario" di Sergio Savoia.

Emissione, ovvero trasmissione, programma, rubrica radio/tv. 

Entrare in funzione, meglio entrare in carica, assumere le funzioni. Deriva dal francese "entrer en fonction".

Entrare in linea di conto, altro ticinesismo, indica entrare in considerazione. Anche qui, dal francese "entrer en ligne de compte".

Fare il dipiù, ovvero esagerare, strafare per mettersi in mostra. È di derivazione dialettale.  

Farsi dentro, ovvero integrarsi, socializzare.

Filiera, indica un settore di attività produttiva. Termine usato in particolare nella nuova legge sulla politica regionale entrata in vigore nel 2008. Ormai è abusato e deriva dal francese filière.

Finalizzare, ovvero concludere. Anche qui la matrice è francese: "finaliser".

Flesciare, ovvero stupire, spiazzare: “mega sono rimasto flesciato'".

Fungiatt, vale a dire cercatore di funghi. Dialettale, ma ormai acquisito anche nel linguaggio giornalistico.

Fusionare, ovvero fondere, fondersi. Frequente nel “ticinese” sul calco del francese fusionner e del tedesco fusionieren, riferito a imprese, società, o comuni. 

Gabola, ovvero grana, guaio,

Galba, termine del gergo militare che indica il rancio.

Gamascia, idem, sta per gambale, la ghetta di cuoio allacciata sopra la scarpa a protezione della gamba.

Ganassa, ovvero chiacchierone, saputello. Termine dialettale lombardo.

Garni, indica un albergo senza ristorante.

Generalista, storpiatura di generico, non specializzato. Riferito in particolare alla professione di medico opposto a specialista.

Gipponcino, giponino o giupponcino, ovvero maglietta di lana che si porta(va) sotto la camicia. Dal dialetto: giponin, gipunin.

Giro della Lüzina (o Lüzzina), vale a dire giro lungo e tortuoso che si è costretti a fare per giungere a una meta.

Gnecco, ovvero privo di energia, spossato. Dialettale.

Godenda, termine che ancora si legge di tanto in tanto per indicare un pasto ricco e abbondante. Usata negli inviti o nei resoconti riguardanti gite in compagnia, inaugurazioni e simili. 

Gosso, ovvero ingordo. Dal dialettale gòss, cioè gozzo.

Graffatrice, meglio sarebbe pinzatrice, cucitrice.

Gremio, ovvero commissione, consiglio, organo, consesso, corporazione. Termine abusato dai politici. 

Grippe, ovvero Influenza. Dal tedesco (e francese) grippe.

Guidovia, indica il guardrail o guard rail. Verosimilmente si tratta di un termine inventato dalla polizia ticinese e poi ripreso regolarmente dalla stampa. 

Impanata, ovvero fetta di carne impanata.

Incalzarsi, sta per incazzarsi. Ma la modifica toglie al termine ogni significato “sessuale”.

Impanata, ovvero fetta di carne impanata.

Incarto, corretto e preferibile sarebbe incartamento, pratica, dossier.

In dentro, di origine dialettale, indica generalmente un luogo oltre San Gottardo.

Inforestieramento, indica una presenza eccessiva di stranieri. Tipicamente ticinese.

Insaccare, ovvero rimproverare, criticare severamente.

Inzigare, sta per stuzzicare, provocare, tormentare. Dal dialetto inzigà. 

Istoriato, termine orribile ma che ha radici storiche: in Ticino viene usato al posto di "cronistoria", esposizione cronologica dei fatti. Citata fra i tipici ticinesismi, si trova già in testi ottocenteschi, come quello del giudice valmaggese Giovanni Antonio Vanoni.

Licenza di condurre, ovvero patente di guida. Termine burocratico spesso usato al plurale: "ritirare le patenti". Cioè, oltre a quella di guida anche quella di pesca o di caccia (?).

Licenziare un messaggio, corretto sarebbe approvare un messaggio

Linea di conto, usato per “entrare in considerazione”. Un altro francesismo.

Lozza, ovvero sporcizia.

Mantello, ticinesismo che sta per cappotto. Dal tedesco Mantel. Da qui organizzazione mantello, contratto mantello, ecc.

Marcare, meglio annotare. Dal dialetto marcà gió.

Mazza, ovvero macellazione artigianale.

Medicamento, bruttissimo! Meglio medicina, medicinale, farmaco. 

Menare le tolle, ovvero andarsene. 

Mersì, mèrsi, usato spesso al posto di grazie. Dal francese merci.

Modine, ticinesismo che indica i listelli di legno o metallo infissi nel terreno per indicare i contorni di un edificio da costruire. Da qui il verbo “modinare”.

Monitore, meglio insegnante di sport, istruttore. Citato anche dal Garzanti.

Musica del futuro, espressione sconosciuta in italiano. Indica un evento ancora lontano nel tempo.

Opsai, ovvero fuori gioco, nel calcio o nell'hockey. Pronuncia dialettale dell'inglese "offside". Vitale e Savoia nello "Svizzionario" danno "opsàit".

Oregiatt o uregiatt, nomignolo dialettale affibbiato sin dall'Ottocento a membri e simpatizzanti del vecchio Partito conservatore, oggi PPD.

Orientare, sta per Informare, istruire. Dallo svizzero tedesco orientieren.

Ospedalizzare, bruttino. Meglio ricoverare all'ospedale. 

Paletta, sta per ventaglio, gamma. Frequente nell'italiano elvetico sul calco del francese palette, nel significato di tavolozza del pittore con la sua gamma di colori usato in senso figurato.

Pamir, ovvero le cuffie militari antirumore utilizzate negli esercizi di tiro. 

Parchetto, derivato di parquet. 

Passeggiata scolastica, meglio sarebbe gita scolastica.

Patinoire, sta per pista di pattinaggio, pista di ghiaccio.

Pellerina, nel gergo militare è la mantellina, o mantella.

Pepa Tencia o Peppa tencia, indica la Regina di picche che nel gioco di carte omonimo è carta spaiata e fa perdere la partita a chi se la trova fra le mani come ultima carta. 

Per intanto, orribile: intanto, per ora.

Per rapporto a, in luogo di “rispetto a”, “in rapporto a”. Dal francese: par rapport à.

Piazza di giro è la piazzola per l'inversione di marcia.

Piodoso, ovvero pesante, noioso. Da pioda.

Pittore, usato in Ticino al posto di imbianchino.

Più di quel tanto, orribile. Corretto: più di tanto. 

Pizzare, ovvero accendere. Termine dialettale, sta anche per arrabbiarsi.

Pocia, ovvero sugo denso e saporito. Usato anche per indicare le persone piene di sé: mette giù la pocia.

Poro, ovvero povero. Di derivazione dialettale, spesso associato a bao: povero diavolo, povero idiota.

Posso, sta per stantio, raffermo (detto del pane). 

Postulato, ovvero rivendicazione importante (esempio: "un postulato del nostro partito"). In italiano ha un altro significato: in matematica e in filosofia è una proposizione non dimostrata e non dimostrabile che viene ammessa come vera, in quanto necessaria ai fini di una dimostrazione filosofica o scientifica (Garzanti).

Prelevamento, meglio prelievo

Prendere i topi, sta per non svegliarsi in tempo e quindi arrivare in ritardo. Colorita espressione colloquiale in uso solo in Ticino. Dal dialettale ciapà i ratt. 

Promuovimento o promovimento, termine burocratico (promovimento economico, per esempio). Corretto sarebbe promozione. 

Proseguio, prosequio, dorretto prosieguo.

Pufatt, ovvero persona piena di debiti. Dialettale, da puf, debito.

Racola, ovvero persona tediosa, seccante, insistente (ve ne vengono in mente un sacco, vero?).

Ramina, rete metallica di recinzione, indica in particolare quella al confine tra Svizzera e Italia, da cui lo spregiativo magnaramina.

Ranzare, ovvero mancare, sbagliare, perdere. Dialettale, da ranzà.

Reclamazione, brutto, molto meglio reclamo. 

Resciare, termine dialettare che sta per vomitare. Ho resciato tutta la notte…

Reticente, usato impropriamente per "riluttante" o "restio" sulla stampa ticinese. 

Richiamo, meglio sollecito

Ricusa, errato: corretto è ricusazione 

Riservazione, meglio sarebbe prenotazione.

Rispettivamente, avverbio frequentissimo e usato per lo più a sproposito nell'italiano ticinese soprattutto dai politici.

Rolladen, sta per persiana o serranda avvolgibile. 

Sagex, ovvero polistirolo espanso.

Sala multiuso, meglio sarebbe sala polivalente 

Sbacchettare, ovvero morire. Termine di derivazione dialettale. 

Scarparsi il culo, ovvero lavorare moltissimo

Schlafsack, usato per indicare il sacco a pelo. Il termine tedesco "sacco per dormire" è rimasto nel dialetto e nell'italiano ticinese. 

Sciallo, sta per tranquillo, calmo, rilassato, senza stress.

Sedime , indica un’area o terreno (edificato o edificabile).

Segretariato, meglio segreteria (di partito eccetera). 

Senza, usato al posto di altrimenti, sennò, in caso contrario. Tipico ticinesismo.

Servisol, bruttino, sta per self-service.

Sgorlare, termine dialettale che indica scuotere, agitare energicamente. 

Slozzo, ovvero bagnato fradicio. Dialettale.

Sorpasso di spesa, richiama le corse ma indica l’eccedenza di spesa rispetto a un preventivo.

Spantegare, ovvero spandere, sparpagliare. Dialettale, da spantegà. 

Stampa scritta, terribile, usato per indicare i giornali. Molto meglio carta stampata. Ma deriva dal francese "presse écrite".

Stato di inattitudine, sta per stato di incapacità a guidare, in particolare per ubriachezza, ma anche stanchezza. Espressione non italiana iscritta però nella legge federale sulla circolazione stradale.

Stinca, ovvero ubriacatura. Stinco indica un ubriaco. Dialettale.

Strusare, ovvero armeggiare.

Stuccare, ovvero scroccare, rubare. Dialettale, da stücà. 

Subito sotto, subito sopra, sta per subordinato diretto o diretto superiore.

Sussidiamento, meglio sarebbe sovvenzionamento.

Tana! Esclamazione dialettale, da pütana (puttana). 

Tagliata, sta per piatto di salumi affettati, affettato misto.

Tariffale, storpiatura di tariffario.

Tenere i pugni, ovvero fare gli scongiuri a favore di qualcuno, augurargli buona fortuna.

Tipex, sta per bianchetto (per cancellare). Da Tipp-Ex, marchio registrato dall'omonima impresa tedesca.

Tiptop, ovvero perfetto, impeccabile. Dal tedesco tipptopp.

Tirarsi fuori, usato per il clima: rasserenarsi, diventare sereno. Dialettale da tirass fö.

Tirarsi insieme, ovvero darsi una svegliata, darsi una mossa.

Tirata, meglio rettilineo, ma ormai…

Tolla, sta per sfacciataggine, sfrontatezza

Training (pronunciato trènik, trènink), ovvero tuta da ginnastica.

Trattanda, in burocratese è un punto all'ordine del giorno. Dallo svizzero tedesco Traktandum.

Trax, indica una pala meccanica, una ruspa.

Vallerano, ticinesismo che sta per valligiano. 

Variegato, usato per vario e variato. Ma variegato in italiano vuol dire variamente colorato, screziato. Quindi è una chiara storpiatura del linguaggio.

Via di servizio, sta per via gerarchica. Espressione della vita militare,

Vignetta, meglio contrassegno, bollo, in particolare quello autostradale.

Vista imprendibile, dal francese "vue imprenable", usato dagli immobiliaristi per indicare una vista panoramica che resterà tale.

Volentieri o peggio volontieri, usato spesso al posto di sì, grazie.

Zacky-boy o zechiboy e simili, indica il decespugliatore.

Resta connesso con Liberatv.ch: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
Tags
ticino
luogo
termine
corretto
dialetto
espressione
deriva
ticinese
ticinesismo
carta
News e approfondimenti Ticino
© 2024 , All rights reserved