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Cronaca
08.08.2014 - 15:410
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Il sexy scandalo della "Faina" infiamma Palazzo federale. La pornosegretaria va licenziata? Chi dice sì e chi dice no

Sul suo profilo Twitter, ancora visibile tramite Google, ha postato tra selfie e foto un catalogo completo del sesso hard. E c'è chi vorrebbe trasformarla in una porno diva. Le opinioni dei nostri consiglieri nazionali

BERNA – Si faceva chiamare la Faina di Berna, la Foiune. Aveva poco meno di seimila “follower”, quasi tutti maschi. Ed è comprensibile, considerato il contenuto del suo profilo Twitter. Cioè, un vero e proprio catalogo fotografico del mondo del porno. Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso ma che non avete mai osato chiedere, si potrebbe dire citando il celebre film di Woody Allen.

Tutte le performance dell’avvenente funzionaria, impiegata come segretaria a Palazzo Federale, sono state immortalate a volto scoperto. Molti “selfie” erotici, qualche foto di vacanze, ma anche e soprattutto decine di foto hard, con diversi uomini protagonisti (che però non si vedono in volto). Pubblichiamo solo alcune foto molto "castigate" e debitamente anonimizzate.

Quando è venuta fuori la notizia, nei giorni scorsi, a Berna è scoppiato un sexy scandalo. Anche perché qualche selfie, dove la Faina mostra un capezzolo, per esempio, è stato scattato in ufficio. La funzionaria è stata sospesa dal posto di lavoro e ora c’è un’inchiesta in corso decidere se merita o no il licenziamento.

Intanto il profilo su Twitter è stato “spento”, ma attraverso Google è ancora possibile vedere gli album fotografici postati dalla donna.

È chiaro che, pur avendo utilizzato un profilo anonimo, usando appunto lo pseudonimo “la Fouine”, la porno segretaria ha dichiarato la sua identità in modo pubblico, esponendo pubblicamente il proprio volto, oltre che le proprie intimità. Sarebbe stato più saggio, da parte sua, mascherare il viso. Ma tant’è.

Intanto un produttore di film hard si è già fatto avanti, ma non sappiamo se la donna intenda iniziare la carriera della porno star. Il successo del film sarebbe assicurato. I giuristi stanno valutando questo caso, che pone diversi problemi, in particolare sul rapporto tra libertà personale e onorabilità della carica pubblica. Abbiamo chiesto il parere sullo scandalo sexy dell’estate svizzera ad alcuni consiglieri nazionali.

Giovanni Merlini: "Eviterei di prendere decisioni che non reggono dal profilo del diritto"

“Quel profilo e quelle foto su Twitter non le giovano sicuramente, men che meno il fatto che abbia scattato alcune foto anche sul posto di lavoro. Però la donna non ricopre un ruolo di responsabilità e quindi non vedo il pericolo di identificazione con l’istituzione federale. La sospensione ci sta, ma poi bisognerà valutare attentamente il provvedimento definitivo. Personalmente non infierirei, ma sarei prudente per evitare di prendere decisioni che non reggono dal profilo del diritto, perché la situazione è più complessa di quel che sembra. Certo che mostrare il proprio volto è stata una leggerezza che la danneggia”.

Roberta Pantani: "Non sono bacchettona, ma..."

Non sono bacchettona né moralista ma in questo caso mi sembra oggettivamente che si sia superato il limite. Se ama tanto farsi vedere, auguro alla signorina una sfavillante carriera (con tutta la pubblicità che ha avuto, non ho alcun dubbio) in altre professioni.

Ignazio Cassis: “L’ente pubblico deve meritare ampia fiducia da parte della popolazione"

“L’ente pubblico deve meritare ampia fiducia da parte della popolazione. Credo dunque che un comportamento del genere, di aperta provocazione sessuale, contrasti con il ruolo che la signora ricopre. Al di là della libertà personale, che va tutelata, non credo sia un buon esempio di rispetto per le istituzioni fotografarsi il seno in ufficio. Ora che il caso è venuto alla luce pubblicamente – del resto la protagonista non ha fatto nulla per nascondere il suo volto su Twitter -, al di là dell’opportunità o meno di arrivare fino al licenziamento della segretaria, mi chiedo se esistano ancora le premesse perché possa lavorare all’Amministrazione federale. Secondo me non avrebbe più la fiducia necessaria, nemmeno da parte dei colleghi”.

Marco Romano: “Sanzionarla e allontanarla”

“Forse bisognava darle più lavoro così da non farle venire idee bizzarre. Scherzi a parte il suo passatempo non crea problemi fintanto che resta nella vita privata. Rendersi pubblica tramite i social network e scattare foto sul posto di lavoro lede il datore di lavoro e l'onorabilità della funzione. La signorina lavora per i servizi del Parlamento! Sanzionarla e allontanarla dal posto mi sembra corretto. Avrà più tempo per il suo passatempo...”

Pierre Rusconi: “Comportamento inaccettabile in quel ruolo”

“Credo si debba tener conto di che è il datore di lavoro, nello specifico l’ente pubblico, e del danno di immagine che un atteggiamento del genere può causargli. Ritengo sia un comportamento inaccettabile. Aggiungo che anche nel privato si deve tenere un comportamento consono al ruolo che si ricopre. Se non si può fare a meno di esibirsi in performance hot si scelga un attività che lo consenta…”.

Lorenzo Quadri: “Sanzionarla sì, licenziarla è forse troppo”

“Il fatto che alcuni selfie venissero scattati sul posto di lavoro è una mancanza ai doveri professionali e quindi va sanzionata. Per quel che riguarda l'attività post-lavorativa: contrariamente ad altri casi, ad esempio quello verificatosi a Lugano da parte di un dipendente che è contemporaneamente municipale di un altro comune e dirigente PS, la funzionaria non ha commesso azioni di rilevanza  penale (reati contro l'onore) ai danni del suo  datore di lavoro e di una consistente fetta di cittadini. In sostanza, la segretaria non ha nuociuto a nessuno. Non conosco nel dettaglio il regolamento dei funzionari della Confederazione, ma - come accade in genere negli enti pubblici - ci sarà probabilmente una clausola in cui si vincola il dipendente ad un comportamento, anche al di fuori dell'attività professionale, che non rechi pregiudizio al datore di lavoro. Si tratta dunque di stabilire se gestire nel tempo libero un account pornografico amatoriale su Twitter possa essere considerato un comportamento pregiudizievole per il datore di lavoro pubblico. Solo un'inchiesta amministrativa potrà fornire questa risposta, sarà interessante conoscere le valutazioni che verranno fatte al proposito. Personalmente reputo che una sanzione ci debba essere, ma un licenziamento sarebbe probabilmente eccessivo e non so se reggerebbe in caso di ricorso. Mi auguro si tratti di un caso inedito…”.

emmebi

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