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Politica e Potere
18.08.2014 - 15:010
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Bandiere listate a lutto, fischi per Bertoli, ma per il Consiglio federale a Lugano solo applausi

I sette ministri in Ticino per incontrare la gente. Borradori: "Un evento straordinario ma non deve restare isolato". Burkhalter: "Il Ticino è il cuore della Svizzera. Capiamo i vostri problemi e li risolveremo". GUARDA LE FOTO

LUGANO - Accoglienza numerosa e calorosa per il Consiglio federale in visita a Lugano. Piazza della Riforma e il patio del Municipio sono stati letteralmente invasi per dare il benvenuto ai sette ministri giunti in Ticino per la conferenza degli ambasciatori svizzeri e per incontrare la popolazione. Ma non sono state solo rose e fiori. Nel patio di palazzo sono state esibite anche bandiere listate a lutto e cartelli di protesta per la mancanza di lavoro e per chiedere il rispetto della volontà popolare dopo il voto del 9 febbraio. Ad esporli, un grupo di una trentina di disoccupati giunti da tutto il cantone. Ma chi si aspettava fischi e contestazioni forti contro il Governo federale è rimasto deluso. Ad essere preso pesantemente di mira è stato invece il presidente del Consiglio di Stato, Manuele Bertoli. Ma ci arriviamo.

Ad aprire la parte ufficiale, il sindaco di Lugano, Marco Borradori: "Quello di oggi è un evento straorinario, un gesto politico da parte del Governo federale, un segnale di vicinanza di cui siamo grati. Questo però non deve essere un episodio isolato. Noi ci sentiamo parte di questo Paese e chiediamo di poter dare un nostro contributo. Chiediamo di essere coinvolti nella risoluzione dei problemi. Serve continuità politica, altrimenti l'evento di oggi rischia di essere un sipario vuoto".

Dopo Borradori ha preso la parola Bertoli accolto da una bordata di fischi e di "buh". Evidentemente frutto delle posizioni recentemente espresse dal presidente del Governo sul voto del 9 febbraio. Bertoli ha dedicato il suo intervento più che altro alla presenza degli ambasciatori e alla necessità che il nostro Paese continui a costruire ponti con il resto del mondo, in modo da mantenere la propria forza. Bertoli si è detto sicuro che il Consiglio federale e i suoi rappresentanti all'estero continueranno a fare gli ineressi della Svizzera e anche del Ticino. Concluso l'intervento, per lui solo applausi.

Infine, il presidente della Confederazione, Didier Burkhalter, che ha pronunciato il suo discorso tutto in italiano: "Grazie per l'accoglienza e grazie anche per le critiche con cui in parte l'avete accompagnata. Il Consiglio federale è sempre lieto di incontrare la popolazione. Il Ticino è il cuore della Svizzera. Siamo venuti qua per portarvi tre messaggi. Il primo è un ringraziamento per tutto quello che il Ticino fa per la Svizzera. Il secondo è che siamo consapevoli dei problemi che avete e ce ne stiamo occupando. Non saremo sempre d'accordo su tutto, ma sulle cose essenziali sì. Abbiamo problemi di vicinato da risolvere, ma con l'Italia ora i rapporti sono migliori, grazie alla visita svolta dal presidente Giorgio Napolitano in Svizzera e qui in Ticino, e al mio recente incontro con il primo ministro Matteo Renzi a Roma. Con Renzi abbiamo trovato un'intesa: vogliamo risolvere le questioni fiscali e prossimamente concluderemo i negoziati. E nell'ambito di questo accordo, per il Consiglio federale si deve assolutamente rivedere l'imposizione dei frontalieri. Il nostro terzo messaggio è che dobbiamo lavorare insieme: il Ticino non è dimenticato da Berna. Trasformiamo le sfide comuni in oppportunità".

Terminata la parte ufficiale, alla quale hanno preso parte tutte le autorità possibili e immaginabili, politiche e giudiziarie, oltre ai rappresentanti delle associazioni economiche, i consiglieri federali si sono trasferiti in piazza per incontrare la gente. Una piazza arricchita da bancarelle con prodotti locali e specialità ticinesi.

AELLE

 

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