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20.08.2014 - 08:150
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Cannonate da Cadenazzo contro l’amministrazione cantonale: “Basta! Non vogliamo più essere il paese principe della prostituzione”

Il sindaco del comune, Flavio Petraglio, spara a zero sui servizi cantonali: “Non c’è nessuna strategia e l’ufficio dei permessi si inventa club privé in cui si può fare di tutto e di più. È ora di finirla!”

CADENAZZO – Cannonate da Cadenazzo all’indirizzo dell’amministrazione cantonale: il comune non vuole più aver la fama di paese principe della prostituzione. E così, dopo il preavviso favorevole rilasciato nelle settimane scorse al ‘Bosco’ (locale a luci rose che aveva inoltrato istanza per un “cambiamento di destinazione" dopo esser stato più volte al centro di controlli), il sindaco Flavio Petraglio, e con lui l’intero Municipio di Cadenazzo, non ci vede più e alza il tiro conto i servizi cantonali.

“È una situazione che sopportiamo da troppo tempo – dichiara oggi a LaRegione –. Non cambia nulla. Non c’è nessuna strategia. Manca chiarezza. E intanto agli occhi della popolazione di Cadenazzo il Municipio passa per essere un’autorità che non fa il suo dovere. È ora di finirla”.

Per Petraglio quindi è ora che si cominci a sedersi tutti intorno a un tavolo e discutere. Incontro che il comune ha infatti sollecitato “con massima urgenza” settimana scorsa inoltrando una lettera ai dipartimenti delle Istituzioni e del Territorio, invitandoli a “definire un piano di azione congiunto e capire quali sono i mezzi a disposizione” per risolvere la situazione, ormai intollerabile.

Come rimarca infatti il Municipio nella lettera, a Cadenazzo vi sono “quattro locali che incuranti di ogni decisione municipale continuano imperterriti nelle loro attività”, alcuni dei quali grazie anche al “benestare di alcuni servizi cantonali”. E l’affondo va qui anche all’ufficio dei permessi che “si inventa club privé in cui è permesso fare di tutto e di più”.

A LaRegione, il sindaco spiega però di non voler lanciare accuse, ma di voler lanciare un segnale, un invito a collaborare maggiormente: “Non si può continuare a lavorare a compartimenti stagni, perché così si creano delle zone d’ombra, che possono essere sfruttate facilmente”. Cosa che, rimarca Petraglio, gli “abili imprenditori” del settore della prostituzione sanno fare fin troppo bene: “È gente che conosce bene le procedure, che sa come aggirarle. Il tutto a suon di ricorsi che costano all’ente pubblico fior fior di quattrini”.

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