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Politica e Potere
29.08.2014 - 09:500
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

“Per il Consiglio di Stato abbiamo una sola domanda: sempre più ticinesi chiedono aiuto, non è forse ora di ascoltarli?"

Così la Lega in una interrogazione presentata oggi dal capogruppo Daniele Caverzasio. “Forse non vi rendete conto ma il grido d'allarme sale ogni volta che vengono pubblicati i dati relativi al mercato del lavoro ticinese”

BELLINZONA – “Forse non vi rendete conto ma il grido d'allarme sale ogni volta che vengono pubblicati i dati relativi al mercato del lavoro ticinese. Il problema è ormai chiaro ed innegabile: la devastante libera circolazione delle persone, con la conseguente invasione di frontalieri e padroncini che soppiantano i residenti e le ditte locali. Una triste realtà, questa, che nemmeno la SECO è ormai più in grado di negare, sebbene ci metta tutto l’impegno possibile”.

È quanto si legge nell’interrogazione presentata oggi dal capogruppo leghista Daniele Caverzasio, in cui il movimento di Monte Boglia rivolge una sola domanda al Consiglio di Stato: “Sempre più ticinesi chiedono aiuto, non è forse ora di ascoltarli?”

Oltre a citare i dati emessi ieri dall’Ufficio federale di Statistica, la Lega fa un parallelo con le statistiche federali secondo cui, nel primo trimestre 2014, in Ticino risultano 4000 occupati in più rispetto allo stesso periodo del 2013. “Da notare che si tratta di dati "poco realistici": in effetti per essere “occupati” nel senso della Confederazione basta lavorare almeno un’ora alla settimana!”

Nello stesso periodo, però, aggiunge, “il numero dei frontalieri in Ticino è aumentato di 4000! Quindi non solo ogni posto di lavoro in più creato in questo Cantone è andato a beneficio dei frontalieri, ma è anche peggio: poiché 4000 occupati non vuole in realtà dire 4000 persone in più che lavorano, ci troviamo davanti l’ennesima dimostrazione matematica che i frontalieri soppiantano i ticinesi! Quindi sempre più residenti rimangono a casa per “fare spazio” ai frontalieri che ne prendono il posto e nel contempo i casi di assistenza aumentano drammaticamente”.

In conclusione, la Lega ricorda l’esito delle urne del 9 febbraio, quando “il popolo ticinese ha espresso in modo chiarissimo la propria volontà, che si aspetta venga concretizzata in tempi brevi (sono passati ormai più di sei mesi dal 9 febbraio) e non messa continuamente in discussione; magari con la nemmeno tanto recondita intenzione di riportarci alle urne”.

Insomma, “il Ticino necessita di misure immediate, anche di tipo amministrativo, che tutelino il mercato del lavoro del nostro Cantone, devastato dalla concorrenza sleale in arrivo da sud con le modalità di un vero e proprio assalto alla diligenza. Sappiamo benissimo, e voi meglio di noi, che un conto sono le norme internazionali, un conto le modalità di applicazione”.

Sicché, concludono, “la scusa del “non si può fare nulla” è solo una brutta foglia di fico, un ben misero pretesto: quel che accade negli stessi paesi UE ne è una chiara dimostrazione. Il mantra del “margine di manovra nullo” ha stufato: non ci crede più nessuno. Molti sono gli atti parlamentari che sono stati evasi applicando questo mantra, altri invece giacciono insabbiati in qualche cassetto o non applicati (abolizione notifiche online, moratoria permessi G, ecc)”.

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