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29.08.2014 - 15:330
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Il PS denuncia le perizie milionarie dell’AI concentrate su soli dieci medici. “Quale indipendenza quindi?”

Due i ‘megaperiti’ su cui si cadono le preferenze dell’Ufficio invalidità: in cinque anni hanno ricevuto mandati per due milioni di franchi. Di fronte a cifre simili “il rischio è che venga meno l’imparzialità nelle valutazioni”

BELLINZONA – Il Ticino dei (pochi) super periti AI: una manciata di medici, dieci, su cui si concentrano oltre la metà delle perizie specialistiche (il 56%) ordinate dall’Ufficio dell’assicurazione invalidità (UAI), dal Centro peritale psichiatrico e dal Servizio di accertamento medico (SAM), entrambe sottoposti dell’UAI. Una percentuale che aumenta fino anche a toccare punte dell’80% delle perizie concentrate su un unico medico, se si vanno ad analizzare le singole specialità.

Questo il quadro che emerge dalla risposta (del 28 maggio scorso) del Consiglio di Stato all’interrogazione “Per una trasparenza nelle perizie specialistiche dell’UAI e del SAM” presentata a inizio anno dai deputati del Partito Socialista Pelin Kandemir Bordoli, Francesco Cavalli e Gianrico Corti. Un quadro che, scrive Kandemir Bordoli nel presentare una seconda interrogazione sul tema a nome dell’intero gruppo, “non può non suscitare interrogativi inquietanti prima di tutto per la sicurezza degli assicurati che denotano gravi impedimenti al lavoro per ragioni di salute, ma anche per l’equità peritale stessa, che deve (o dovrebbe teoricamente) essere super partes”.

Prima di guardare nel dettaglio questi dati, occorre infatti ricordare che le perizie specialistiche commissionate da UAI e SAM, surclassando il parere del medico curante, sono determinanti nella definizione del grado di invalidità riconosciuto al richiedente. Impugnare, modificare, la ‘sentenza’ emessa è ancora possibile attraverso una superperizia, che è però resa di fatto impraticabile a causa degli enormi costi che comporta. La decisione dei periti di UAI e SAM diventa così, per la maggior parte dei richiedenti, una ‘sentenza definitiva’.

In quest’ottica, come rimarca anche Kandemir Bordoli, il quadro emerso risulta ancora più inquietante se si considera l’aspetto finanziario della vicenda. “Con una simile concentrazione di mandati peritali (a due medici sono stati assegnate perizie per quasi 2 milioni di franchi su un periodo di 5 anni) si determinano in sostanza i presupposti per una potenziale dipendenza finanziaria dal committente (UAI), al punto tale da determinare anche una quanto meno larvata tendenza alla compiacenza verso chi tutto sommato garantisce in misura preponderante la sussistenza economica in genere e aziendale in particolare”.

Detto altrimenti, il rischio (e il dubbio) è che la predilezione verso un esiguo numero di medici, e le entrate in cui ciò si traduce per questi periti, porti i dottori a esser più inclini a formulare perizie che siano favorevoli al committente, ossia all’UAI. Ufficio che, rileva ancora la capogruppo PS, “per ossequiare le impostazioni risparmistiche nel settore”, ha una impostazione orientata al rigetto delle richieste di invalidità.

Vista anche l’impossibilità, nei fatti, di poter contraddire la decisione del perito di prima valutazione, c’è quindi il forte rischio che venga meno l’imparzialità nelle valutazioni. E “trattandosi di un’assicurazione sociale, l’equità verso l’assicurato, comunque sempre la parte più debole nel procedimento, richiede chiarezza, ma soprattutto trasparenza, anche verso i risultati peritali”.

I dieci super periti e le ‘strane preferenze’

Come già anticipato, il quadro emerso sul sistema di mandati dell’UAI lascia ancora più perplessi se si analizzano le singole specialità. In reumatologia, ad esempio, i mandati sono concentrati su tre periti (n. 46, 50, 159 – ndr. tutti i medici vengono identificati tramite un numero) che eseguono quasi i tre quarti delle perizie. Tra di essi emerge il megaperito (n. 46) che si vede accreditare quasi il 40% dei mandati di specialità, per un totale di 905 mandati sul quinquennio; ossia una media di 15 mandati al mese.

Ancora più evidente la concentrazione in neurologia, dove l’80% dei mandati viene assegnato a due soli periti, uno dei quali, il numero 17, si vede attribuire quasi il 60% dei mandati di specialità, per un totale di 822 mandati sul quinquennio; ossia una media di 14 al mese.

Citiamo solo i dati relativi a queste due specialità, perché è in questi due campi che troviamo i due ‘megaperiti’ da 2milioni di franchi (sul quinquennio preso in esame, ossia 400mial franchi all’anno, una cifra che “corrisponde all’incasso medio di uno studio medico nel 2012 – senza laboratorio interno e dispensazione di medicamenti”). Si tratta del numero 46  (che gode in egual misura della preferenza dell’UAI – il 42% delle perizie di specialità, che corrisponde al 30% del totale delle perizie somatiche – e del SAM, 35% delle perizie di reumatologia) e del numero 17 (il ‘prescelto’ del SAM - 62% delle perizie di specialità –).

In buona sostanza – riassume Kandemir Bordoli – sul periodo quinquennale si contano 10 superperiti (56% del totale dei mandati), tra cui emergono i 2 megaperiti n. 46 (905 mandati) e n. 17 (822 mandati).

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