LUGANO – “Se fossi stato…”. Si sa che la storia non si fa con i se e con i ma… Ma il consigliere nazionale Ignazio Cassis, interpellato da liberatv in qualità di ex medico cantonale e di ex consigliere dell’Ente ospedaliero, non ha dubbi: “Se fossi stato nel Consiglio di amministrazione dell’Ente non avrei avuto dubbi sulla necessità di segnalare al Ministero pubblico il caso che ha coinvolto il viceprimario e due capoclinica dell’ospedale La Carità”.
Lo avrei fatto per un semplice motivo, spiega Cassis: “Perché undici anni di esperienza in veste di medico cantonale mi hanno insegnato che di fronte a casi del genere la segnalazione alla Magistratura s’impone. Nella mia esperienza ho imparato che la Procura non è fatta di orchi, ma di persone ragionevoli ed equilibrate, verso le quali bisogna confidare che, anche in casi che coinvolgono una realtà delicata come può essere quella ospedaliera, faranno le loro verifiche rispettando il principio della proporzionalità. Come mi pare stia avvenendo ora”.
Insomma, se c’è anche solo un sospetto di reato penale l’Ente deve segnalarlo in nome della separazione dei poteri, afferma Cassis, e per evitare potenziali conflitti d’interesse.
A proposito di conflitti d’interesse, vale la pena oggi di ricordare che nel maggio dell’anno scorso larga parte del mondo politico ticinese levò gli scudi contro il consigliere nazionale del PLR, chiedendo che lasciasse il Consiglio di amministrazione dell’Ente Ospedaliero. Avvenne quando Cassis fu nominato, a livello nazionale, presidente dell’associazione di casse malati Curafutura.
Si parlò (a nostro parere a ragione) di un palese conflitto di interessi tra i due ruoli, nonostante non vi fosse tra di essi una incompatibilità formale. Sarebbe stata l’occasione per affrontare il problema nel suo complesso e chiedersi per chi e per quanti di coloro che ancora siedono nell’Ente Ospedaliero si profila un conflitto di interessi. A partire dal ministro della sanità: prima era Patrizia Pesenti, oggi è Paolo Beltraminelli.
emmebi