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Salute e Sanità
19.09.2014 - 11:150
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Casse malati, i medici tornano all'attacco: "Ecco perché i ticinesi pagano troppi premi"

Duro j'accuse da parte dell'Ordine attraverso uno studio di Bruno Cereghetti che prende in esame 17 anni di LAMAL: bordate contro gli assicuratori e l'Ufficio della sanità pubblica

LUGANO – Un nuovo potente e articolato j'accuse nei confronti del finanziamento del sistema sanitario svizzero e, in particolare, contro il mondo degli assicuratori. A lanciarlo l'Ordine dei medici del Canton Ticino che questa mattina ha presentato un corposo studio che parte da una semplice domanda: quanto ci costa il pareggio di bilancio delle Casse Malati? 

La ricerca, una prima a livello nazionale, è stata realizzata per conto dei medici ticinesi da Bruno Cereghetti, fra i massimi esperti di casse malati della Svizzera, ex alto funzionario del Dipartimento della sanità e della socialità e deputato socialista in Gran Consiglio. A presentarlo questa mattina alla stampa sono stati lo stesso Cereghetti affiancato dal Presidente dell'Ordine e deputato PPD Franco Denti.  

Lo studio

"Le indicazioni del nuovo studio, fondate su analisi matematiche scientificamente sostenibili – affermano dall'Ordine - indicano le disparità fra i vari cantoni nella formazione dei premi e nel trasferimento delle riserve da cantone a cantone. Una ricostruzione lunga e minuziosa, resa difficile proprio dall'Ufficio Federale della Sanità che, lo rammentiamo, avrebbe dovuto vigilare e che invece, dal 2009, ha creato una cortina fumogena cessando di pubblicare i bilanci di esercizio degli assicuratori per singolo Cantone. In questo modo, l'apparente situazione di pareggio sul piano nazionale, nasconde le grandi e reali disparità di trattamento sul piano cantonale".

E veniamo al dunque: "La trasparenza contabile nel settore dell’assicurazione malattie - si legge nello studio - è insufficiente. La ricerca è finalizzata a far luce sul bilancio dei primi 17 anni della LAMal (1996–2012), operando sulle grandi cifre e considerando tutto il periodo nel suo insieme. Ritenuto che nella LAMal non è consentito di conseguire utili, il bilancio d’esercizio del periodo deve tendere al pareggio. Lo studio dimostra che questo obiettivo è raggiunto se si considera dato nazionale, inteso come somma dei bilanci singoli dei Cantoni. Ma ciò con un pesante squilibrio a livello dei singoli Cantoni". 

"Pagano i ticinesi"

A farne le spese, secondo i dati dello studio, ci sono tra gli altri e in particolare gli assicurati ticinesi: "Tre Cantoni sorreggono il bilancio storico sul piano nazionale (GE, VD, TI), mentre in 18 Cantoni si registra un dato negativo, tra cui 5 (AR, UR, GL, OW, NW) in modo molto pesante".

Uno studio, come accennato in premessa, molto complesso da realizzare: "I processi matematici si fondano sui dati pubblicati nella Statistica federale dell’assicurazione malattie, che tuttavia sono incompleti per i singoli Cantoni. Quelli mancati - e segnatamente i risultati d’esercizio annuali nei singoli Cantoni, e quindi il loro contributo, positivo o negativo, alla costituzione delle riserve – sono stati ricostruiti a partire dalle trasposizioni delle risultanze nazionali. Si tratta di un procedimento indiziario, che tuttavia porta a linee di tendenza scientificamente sostenibili. Inoltre per la prima volta viene indagato, sul piano nazionale, il trasferimento di riserve da un Cantone all’altro, operato dagli assicuratori malattie nell’ottica di mascherare gli squilibri di fatto. I Cantoni a cui sono stati sottratti importi di riserve sono 6, tra cui anche il Ticino".

Cereghetti e Denti hanno voluto anche lanciare un appello all'autorità federale: "Il quadro che emana dall’analisi di dettaglio del periodo 1996-2012 di vigenza della LAMal, sotto il profilo dell’equità nella formazione dei premi, è tutt’altro che edificante. L’appello all’Autorità federale è volto alla pubblicazione dello storico dei risultati di esercizio nei singoli Cantoni. Questo parametro permetterebbe di leggere la realtà degli scompensi intervenuti e che oggi gli assicuratori, ma anche l’Autorità federale, tentano, in modo a volte assai goffo e azzardato, di nascondere".

Premi in eccesso: "Ufficio federale delle salute pubblica abbellisce la situazione"

Una pesante critica viene rivolta anche all'Ufficio della sanità pubblica: "Il pagamento dei premi LAMal in eccesso, o in difetto, deve essere misurato nella sua entità reale. L’Ufficio federale delle salute pubblica sta invece proponendo un metodo di calcolo astratto che non si basa sulle risultanze reali di bilancio nei singoli Cantoni, ma sul confronto di medie nazionali. Si tratta di un artificio contabile finalizzato ad abbellire la situazione di deriva del sistema in quanto non convenientemente governato per tutta la vigenza della LAMal. Sul periodo 1996-2011 il Cantone Ticino ne esce fortemente penalizzato, in quanto si vede ridurre a tavolino le eccedenze di pagamento da CHF 327.6 Mio a CHF 139.8 Mio (- CHF 187.8 Mio)".

Lo studio lancia infine uno sguardo anche sul periodo 2011-2013. "Il quadro non è edificante: in 12 Cantoni si registra un peggioramento della situazione già negativa nel 2011, mentre in 3 Cantoni, tra cui il Ticino, si annotano aumenti di premio ingiustificati. Questo significa che il disequilibrio tra i Cantoni continua nel tempo. Giocoforza dunque chiedersi se l’attuale sistema sia ancora governabile, anche perché la tanto decantata Legge sulla vigilanza degli assicuratori malattie nei fatti si prospetta come una grida spagnola di manzoniana memoria".

I numeri in dettaglio

E ora ecco qualche numero di dettaglio dello studio: "Il bilancio nazionale complessivo appare sostenibile, in quanto tende al pareggio d’esercizio (+ CHF 5.-). Appare evidente come questo risultato sia raggiunto attraverso uno squilibrio marcato tra Cantoni; 3 Cantoni contribuiscono in maniera marcata: GE, VD, TI; BS segue al 4° posto, ma con un importante finanziamento cantonale (CHF 153.6 pro capite; 482.4 Mio totale); in 18 Cantoni si registra un bilancio negativo; di cui 5 pesantemente negativo (AR, UR, GL, OW, NW)".

Lo squilibrio del Ticino rispetto alla media nazionale viene valutato addirittura nella misura di +1000% rispetto alla media nazionale. "Le eccedenze del 2010 (+ 192.3 Mio) - si legge nel dettaglio dello studio - sono derubricate a CHF 139.8 Mio nel 2011 (- 52.5 Mio!). Quando le risultanze reali sono di certo superiori, considerato l’utile di esercizio di CHF 44.5 Mio realizzato in Ticino nel 2011. Se X paga 30 per un prodotto che vale 20, significa che l’eccedenza di esborso è 10, e non 4.27 (come risulterebbe dall’applicazione della stessa percentuale di riduzione delle eccedenze applicata per il Cantone Ticino nel 2011 con il nuovo calcolo Ufficio federale della sanità pubblica)".

La conclusione

"In tutto questo – conclude amaramente lo studio - la responsabilità diretta degli assicuratori è evidente. Gli assicuratori non hanno badato alle risultanze di equità tra i Cantoni nell’applicazione di un compito legale. Da canto suo l’Autorità di vigilanza è rimasta assente e silente per tutto (o quasi) il periodo, privilegiando la tutela della concorrenza tra gli assicuratori a discapito dell’equità tra i Cantoni. Vien fatto di chiedersi se il compito legale di vigilanza sia stato espletato in modo compiuto. Ma verosimilmente si tratta di una domanda retorica".

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