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20.09.2014 - 07:470
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Frontalieri alla cassa: il Governo ha deciso per l’aumento del moltiplicatore dell'imposta alla fonte al 100%

Una misura che porterà nelle casse 20 milioni di franchi in più. La nuova aliquota, spiega l’Esecutivo, è stata decisa perché la più vicina “al livello d’imposizione nel luogo di residenza dei frontalieri e concorre a coprire i costi d’infrastruttura”

BELLINZONA – Frontalieri alla cassa: forse già a partire dal primo gennaio, il moltiplicatore dell’imposta alla fonte passerà dall’attuale 78% al 100%. La decisione del Consiglio di Stato è stata presa seguendo l’approvazione, di principio (ossia lasciando al Governo il compito di determinare la nuova aliquota) da parte del Gran Consiglio dell’iniziativa parlamentare generica presentata da Marco Chiesa per il gruppo UDC, in cui si chiedeva di “aggiornare il moltiplicatore comunale per il calcolo delle imposte alla fonte”.

Una misura che, come calcolato dalla Divisione delle contribuzioni, porterà nelle casse 20 milioni di franchi in più. Nel presentare la modifica alle legge tributaria, il Governo specifica anche come verrà ripartita la somma: 7,8 milioni da riversare ai Comuni italiani di confine come ristorni delle imposte dei frontalieri, 4,3 milioni quale quota parte al Cantone (commissione per incasso) e 7,9 milioni quale quota parte ai Comuni.

L’aliquota effettiva del 100%, spiega ancora il Governo, è stata decisa perché la più vicina “al livello d’imposizione nel luogo di residenza dei frontalieri e concorre a coprire i costi d’infrastruttura che, ricordiamo, rientrano nella definizione del ristorno all’Italia”. In questo modo inoltre, il modello adottato è quello che meglio garantisce la partecipazione degli oltre 62mila frontalieri al risanamento delle finanze degli enti pubblici. Frontalieri che, si ricorda, utilizzano infatti 'quotidianamente' i nostri servizi pubblici.

Il Governo infine propone anche un nuovo metodo per determinare la ripartizione del gettito fiscale nei vari Comuni, ossia stabilendo annualmente “mediante decreto il riparto comunale dell’imposta alla fonte”, che verrà elaborato in modo di attribuire, come oggi, l’imposta in base a quanto incassato per singolo comune del luogo di lavoro. In aggiunta, per ridistribuire più equamente gli introiti, «la durata minima di attività effettiva nel comune viene ridotta da 90 a 30 giorni”. Ciò significa che, ad esempio, nel caso di cantieri edili che abbiano una durata superiore ai 30 giorni, sarà il Comune dove questo è situato ad aver diritto al riversamento dell’imposta relativa. In caso contrario, il riversamento andrà al Comune in cui ha sede l’azienda.

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