LUGANO – È mattina, ti alzi e ti prepari per andare al lavoro, arrivi, posteggi l’auto… La routine quotidiana ha avuto inizio, ma poi di fronte a te vedi un uomo sulla trentina intento rimpacchettare le sue cose: attorno a lui uno zaino, la sacca in cui sta infilando alcune delle sue cose, un cuscino e un materassino. Questa notte ha dormito lì, sul muretto del posteggio dietro la stazione di Lugano.
A imbattersi in questo incontro è stato un nostro lettore, che ci ha segnalato l’accaduto. “Era qualche giorno fa, sono andato in ufficio e ho posteggiato come faccio da anni dietro la stazione. Mi è caduto l'occhio sulla scena illustrata soltanto lacunosamente dalle foto (vedi immagine di copertina). Forse nelle grandi città queste situazioni sono ordinaria amministrazione, a Lugano non ci ero abituato e la cosa mi ha, se non proprio scioccato, almeno impressionato”.
Già, sono situazioni che pensiamo lontane, tristemente relegate ad altre realtà, non certo a quella ticinese: il barbone per strada non fa parte del nostro immaginario collettivo. E quando accade a far pensare è forse proprio il fatto che anche qui ciò possa avvenire senza che nessuno, cittadini o istituzioni, intervenga. “La mia segnalazione ha anche una vena un po’ polemica, vuole essere un invito a riflettere… Il Ticino non è più quello di una volta”.
Chi sia la persona nella foto e da quanto tempo viva all’addiaccio non è dato sapere. “Abbiamo avuto solo un breve scambio di battute”, ci dice il lettore che racconta poi che quando l’uomo si è accorto di venir fotografato e gli si è avvicinato: “Mi sono scusato per lo scatto rubato e gli ho spiegato perché lo avessi fatto. All’inizio ero un po’ sulle spine vedendolo arrivare, insomma avrebbe potuto arrabbiarsi con me, sarebbe stato più che comprensibile. Invece mi si è avvicinato in modo molto affabile e si è messo a raccontarmi che durante la notte aveva piovuto e che di conseguenza il pernottamento non era risultato il massimo del comfort. Mi ha anche detto che sta cercando lavoro ma che non si trova niente…”