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Politica e Potere
29.09.2014 - 15:020
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Il Governo non salva la casa di Hermann Hesse e Dadò va su tutte le furie: "Basta abbruttire questo nostro povero Paese! "

Il capogruppo PPD scatenato dopo il "niet" del Governo al salvataggio di Casa Rossa a Montagnola: "Basta sacrificare alla speculazione e al cemento gli ultimi scampoli di storia e di cultura del nostro Paese".

BELLINZONA - Fiorenzo Dadò si scatena contro il Consiglio di Stato. A far saltare la mosca al naso al capogruppo PPD l'intenzione del Governo di non salvare l'abitazione di Hermann Hesse a Montagnola, "Casa rossa" e il relativo parco. Per il Governo mancano i presupposti per tutelare l'edificio: ""Ancorché la morfologia del sito si sia più o meno conservata - scrivono i ministri rispondendo a un'interrogazione di Franco Denti - sono irrimediabilmente cambiati, come già lo stesso Hermann Hesse aveva constatato, il villaggio, la cultura e i modi di vivere che lo avevano affascinato e che avevano discretamente accompagnato la nascita di tanti capolavori letterari: e con essi è cambiato il paesaggio di cui si chiede la protezione". Sul sedime è in corso una procedura edilizia che prevede l'abbattimento della casa e la realizzazione di un nuovo progetto immobiliare. Recentemente un gruppo di deputati, di tutti gli schieramenti politici, aveva chiesto al Governo di acquistare la casa ed il parco circostante per creare un "Parco letterario Hermann Hesse", unito all'attuale museo, da candidare a patrimonio dell'umanità dell'UNESCO. Ma l'aria che tira, come detto, è più che sfavorevole per realizzare il progetto suggerito dai Gran Consiglieri. E torniamo a Dadò che, commentando la notizia su Facebook, spara a zero: "Basta abbruttire questo nostro povero Paese! Non ci si lamenti quando presto partirà la doverosa controffensiva. Ecco l'ennesima dimostrazione, dopo l'abbattimento della Romantica e via discorrendo, di scempiaggine culturale inaccettabile da parte di chi dovrebbe condurre al futuro il nostro Cantone". "Se non siamo nemmeno in grado di valorizzare e proteggere quel poco che abbiamo ancora e che ci rende internazionali - attacca ancora il capogruppo PPD - la si smetta di pontificare sulle occasioni imperdibili per il turismo e l'economia ticinese, come si è ancora tentato di fare ad esempio in occasione della votazione su EXPO a Milano. Si inizi a salvaguardare seriamente quel poco che ci resta se si desidera che qualcuno gli interessi ancora venire in Ticino, invece di continuare a sacrificare alla speculazione e al cemento anche gli ultimi scampoli di storia e di cultura del nostro Paese".
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