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Cronaca
30.09.2014 - 05:570
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Processo alla Sagra. Robbiani: "Valsangiacomo ha ragione. E i biglietti a 8 franchi...". I Commercianti: "Sospenderla no, ma va ripensata"

Il presidente Alan Zuccolo: "Troppi cibi fast food e bibite da discoteca. Occorre tornare alla qualità. Sediamoci a discuterne"

MENDRISIO - Massimiliano Robbiani, municipale leghista di Mendrisio, appoggia l’idea lanciata dalle colonne di liberatv da Uberto Valsangiacomo. “Una sospensione della Sagra dell’uva ci starebbe, magari per un solo anno anziché due. Ma qualcosa bisogna fare. Ormai è diventata un evento puramente commerciale dove lo spazio per i prodotti nostrani è sempre più ridotto”.

Nei giorni scorsi sul suo profilo Facebook Robbiani aveva protestato per l’aumento da 3 a 8 franchi del biglietto di entrata alla Sagra. Oggi rincara la dose: “Il comitato di organizzazione dovrebbe valutare la propria posizione, e anche se dimettersi in blocco. Ci sono troppe cose che non funzionano. Pensi che venerdì sera alle otto erano già quasi esauriti i biglietti da 15 franchi che davano diritto di entrare alla Sagra per tre giorni a 15 franchi”.

Ma il problema di fondo, aggiunge, “è che non si capisce perché gli abitanti di Mendrisio, che non usano i mezzi pubblici, debbano pagare di più dei non residenti, che invece hanno diritto, pagando gli 8 franchi, al trasporto gratuito. I buoni di consumazione da 3 franchi, che dovevano compensare il prezzo maggiorato per i residenti, nessuno sapeva come gestirli. Nella prossima seduta del Municipio chiederò anche informazioni su quanto è costata la Sagra in ore di lavoro dell’Ufficio tecnico e dei dipendenti comunali”.

Anche i commercianti sono molto critici. Ieri hanno preso posizione con una nota stampa.

“È chiaro che oggi c’è un’eterogeneità estrema nelle proposte della Sagra – dice il presidente dell’Associazione, Alan Zuccolo -: generalmente nelle corti si ha una buona qualità a livello di cibo e di vino. Altro discorso è per quello che viene proposto per strada, dove si passa dal fast food alle ‘bibite da discoteca’. Questa tendenza ha condizionato negativamente anche chi in passato puntava sulla qualità. Bisogna cercare di invertire questo trend, intervenendo a livello di regolamento, per fare in modo che il diverso non sia chi vende il vino buono nel bicchiere bello ma chi i cocktail fatti male. Sulla birra, invece, si potrebbe lavorare di più sui prodotti di qualità o artigianali”.

Non appoggiamo però l’idea di sospendere anche se temporaneamente una manifestazione di questa importanza che porta beneficio a tutti, aggiunge Zuccolo. “Ci sono sicuramente dei correttivi da applicare, ma la Sagra resta l’evento di maggior richiamo a Mendrisio. Quello che chiediamo è di aprire la discussione, per trovare assieme soluzioni alle situazioni problematiche”.

Tutte le rivendicazioni dei commercanti

"Nel calendario delle Manifestazioni della Città di Mendrisio la Sagra dell'Uva rappresenta sicuramente uno degli eventi più importanti in termini di tradizione e risonanza a livello cantonale. Per tutti i commerci e gli esercizi pubblici presenti nel Nucleo Storico di Mendrisio, l'ultimo fine settimana di settembre rappresenta  dunque un'occasione imperdibile per aumentare la propria visibilità e incrementare sensibilmente la propria clientela, questo grazie anche alle aperture straordinarie concesse dall'autorità Cantonale.

Questo grande potenziale viene però a nostro avviso limitato da alcune criticità, essenzialmente organizzative e gestionali, che ci permettiamo di specificare qui di seguito allo scopo di fornire alcuni spunti di riflessione che speriamo di poter presto condividere di persona con gli organizzatori e con l'autorità comunale.

Gestione degli spazi

La principale problematica in relazione all'attività dei commerci e degli esercizi pubblici attivi nella zona della Sagra dell'Uva riguarda sicuramente la gestione degli spazi sul suolo pubblico e i criteri utilizzati per la selezione e l'assegnazione degli stessi.

Malgrado una specifica richiesta da parte nostra agli organizzatori, attualmente ancora senza risposta, non vi è stato modo di collaborare attivamente in fase di pianificazione del mercatino e dei punti di ristoro. 

Purtroppo durante l'edizione 2014 abbiamo quindi potuto constatare alcune criticità relative all'allestimento degli spazi. Criticità che hanno parzialmente ostacolato l'attività di commerci o esercizi pubblici che nel Nucleo Storico lavorano tutto l'anno.

Nello specifico, alcune vetrine sono state interamente oscurate da bancarelle con gazebo e annessi striscioni pubblicitari, alcuni esercenti si sono ritrovati quale "vicino di casa" stand o rimorchi gestiti da privati che proponevano prodotti in palese concorrenza con quanto da loro proposto.

Tradizionalmente, la Sagra dell'uva è anche un evento grazie al quale le associazioni e gli enti attivi sul territorio regionale finanziano le proprie attività. Per questo motivo, nessun commercio o esercizio pubblico vede come concorrente la bancarella o il bar di un'associazione. Diversamente invece viene vissuto il proliferare di offerte, soprattutto legate alla ristorazione, gestite da privati e dunque a scopo di lucro. Questo fattore assume ancor più importanza se si considera il gran numero di associazioni attive sul territorio e che vorrebbe poter partecipare alla sagra dell'Uva e che oggi non vi trovano spazio.

Riteniamo dunque che maggiore attenzione andrebbe dedicata alla pianificazione degli spazi, garantendo senza eccezioni la massima visibilità ai commerci attivi nel nucleo e evitando di mettere direttamente in concorrenza le attività residenti con quelle provvisorie. In estrema sintesi, riteniamo che la pianificazione del mercatino e dei punti di ristoro debba avere quale punto di partenza l'offerta già presente sul territorio.

Aumento dei biglietti d'entrata e buoni acquisto

L'aumento del costo del biglietto d'ingresso ha dato non pochi problemi a tutti quei commercianti che lavorano essenzialmente su appuntamento, come per esempio parrucchieri o estetiste. Il costo della prestazione, per il cliente, ammontava infatti quest'anno a otto franchi in più ancor prima di arrivare nel proprio salone di fiducia. Se un biglietto a tre franchi poteva essere considerato "simbolico", il sensibile aumento di quest'anno ha a nostro parere modificato il punto di vista degli avventori rispetto alle condizioni di accesso alla manifestazione, arrecando quindi un potenziale danno alle tipologie di commercio citate in precedenza.

Inoltre, nessun tipo di informazione è giunto all'Associazione o ai nostri associati in relazione all'esistenza di buoni del valore di tre Franchi e al comportamento da adottare nel caso in cui un cliente avesse voluto utilizzarlo, invece che per una bevanda all'interno di una corte, per una prestazione o per un prodotto acquistato presso uno dei commerci del Nucleo Storico.

Riteniamo dunque che il costo del biglietto, così come eventuali sistemi di sconto, debbano essere radicalmente rivisti tenendo conto delle necessità di informazione degli operatori attivi sul percorso, ma anche riflettendo sui costi generati dall'entrata a pagamento (recinzioni, casse, cassieri, addetti al controllo accessi): si potrebbe provocatoriamente pensare che buona parte del ricavato dalla vendita del biglietto venga utilizzato per il finanziamento del dispositivo stesso di delimitazione, vendita e sorveglianza dei punti di accesso.

Una Sagra dell'Uva di qualità

Da più fronti giungono in queste ore sollecitazioni inerenti la qualità dell'offerta durante i giorni di Sagra. In veste di Associazione di categoria, non possiamo che allinearci con quanto detto, stimolando organizzatori e autorità a riflettere riguardo il "taglio" che si vuole dare a una manifestazione che negli anni è profondamente cambiata.

Ad oggi, si osserva infatti un'estrema eterogeneità in relazione alla qualità di quanto proposto al pubblico. Si passa infatti da corti con proposte culinarie assolutamente nostrane e cantine con molteplici vini della regione a realtà più vicine al fast food o che propongono bibite decisamente più adatte a una discoteca.

Il proliferare di questi punti di ristoro piuttosto scostanti rispetto allo spirito della Sagra dell'Uva (soprattutto fra gli stand posti lungo le vie) ha purtroppo spinto sempre più organizzatori e anche gestori di ritrovi pubblici ad allinearsi alla massa, sacrificando in questo modo la volontà di offrire prodotti qualitativamente degni della Sagra dell'Uva.

Un'inversione di tendenza, in cui chi gestisce un punto di ristoro risulti fuori contesto se NON ha un'offerta di qualità potrebbe a nostro parere riavvicinare gradualmente la manifestazione alle proprie origini. I registi di questo cambiamento dovranno però essere gli stessi organizzatori dell'evento attraverso la sensibilizzazione, ma anche e soprattutto emanando regolamenti più severi e selettivi, senza eccezioni e con la garanzia della loro applicazione.

In conclusione è importante per noi sottolineare la disponibilità da parte dell'Associazione Commercianti & Artigiani Città di Mendrisio a intavolare una discussione costruttiva con organizzatori e autorità allo scopo di analizzare a fondo la situazione attuale e elaborare i correttivi necessari. 

Siamo inoltre disposti, in relazione al ruolo di garanti che assumiamo nei confronti dei nostri associati, amettere a disposizione uno o più membri di comitato per una collaborazione in prima persona durante l'organizzazione e lo svolgimento delle prossime edizioni della manifestazione".

emmebi

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