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Cronaca
25.10.2014 - 14:120
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

I tifosi del Napoli, i disordini del post match e il rientro: “Ecco com'è andato il passaggio della carovana in Ticino”

Athos Solcà, ufficiale della Cantonale che ha condotto l’operazione nella notte tra giovedì e venerdì, racconta come è stata organizzata e come si è svolta. Ma rimane ancora da chiarire quanto sia accaduto nel Gottardo…

BELLINZONA – Nessuno strascico per i disordini scoppiati in seguito all’incontro di Europa League a Berna tra lo Young Boys e il Napoli. “Qui in Ticino è andato tutto liscio”, conferma Athos Solcà, l'ufficiale della Cantonale che ha condotto l’operazione nella notte tra giovedì e venerdì.

Il dispositivo, come era già stato comunicato venerdì, è stato messo in atto dalle 23 alle 2 e ha visto impegnate nell’azione diverse pattuglie della Polizia cantonale, delle polizie comunali e delle Guardie di confine, che hanno sorvegliato il rientro della carovana di tifosi partenopei bloccando loro l’accesso alle uscite sulla A2 e alle diverse aree di servizio da Airolo a Chiasso.

“Visti i problemi di carburante di alcuni veicoli, agli stessi, sempre sotto stretta sorveglianza, gli è stato permesso di fare rifornimento presso l'area di servizio Bellinzona Nord. Ad un minivan di tifosi non è stato permesso di raggiungere Lugano, mentre ad un altro che trasportava persone con regolare riservazione presso un albergo della città del Ceresio è stato consentito di raggiungerlo. Non si registrano danneggiamenti né fermi in Ticino”, questo il resoconto dell’operazione fornito nel comunicato stampa.

Rimane però ancora da chiarire quanto sia accaduto nella galleria del San Gottardo, dove pare che alcune auto di tifosi si siano lanciate in folli sorpassi all’interno del tunnel. “È ancora da verificare se siano state commesse eventuali infrazioni – commenta Solcà – e dove queste siano avvenute”.

Bisogna cioè chiarire se i sorpassi ci siano stati e se siano avvenuti nel tratto di competenza del Ticino, ossia gli ultimi 7 chilometri di tunnel. “In questo caso è nostra intenzione perseguire i responsabili, altrimenti la competenza resta nelle mani del Canton Uri, che farà altrettanto”.

Nel frattempo, aggiunge, “noi, non avendo accesso diretto ai filmati delle telecamere, abbiamo richiesto ai colleghi della polizia urana di verificare”. Non rimane quindi che attendere il loro rapporto, ma i tempi non saranno brevi. “Ci sono molte telecamere, i cui filmati vanno visionati uno per uno per tutto il lasso di tempo in cui è avvenuto il passaggio dei tifosi partenopei. E dobbiamo pensare che, da un calcolo sommario, dal primo all’ultimo veicolo che è transitato dal tunnel è intercorsa almeno un’ora e mezza. La mole di lavoro è quindi grande”.

Una volta stabilito se vi sono state infrazioni, grazie ai numeri di targa sarà quindi possibile identificare i trasgressori e perseguirli.

Accantonata, fino a nuove informazioni, la questione del Gottardo, chiediamo a Solcà come sia stata organizzata l’operazione. Normalmente infatti, spiega, nel caso di partite ‘a rischio scontri’ è lo Stato da cui partono i tifosi potenzialmente facinorosi a inviare una prima segnalazione. “Anche in questo caso noi eravamo informati del loro passaggio e pronti ad intervenire se ve ne fosse stata la necessità”.

Come è stato. In seguito alla sconfitta del Napoli infatti i tifosi hanno preso d’assalto, fra fischi e insulti, il furgone della squadra partenopea. “Noi siamo quindi stati informati verso le 21.30 dai colleghi di Uri, che avevano ricevuto la segnalazione dalla polizia bernese per i disordini scoppiati nel post partita e, all’andata, in alcune aree di servizio nel Canton Lucerna. Abbiamo quindi provveduto ad approntare il dispositivo e dalle 23 eravamo pronti a sorvegliare il loro passaggio”.

Preventivamente, aggiunge, “abbiamo anche provveduto a far chiudere i negozi nelle aree di servizio, permettendo solo l’accesso, controllato e una macchina per volta, alle pompe di benzina”.

Il passaggio di tifosi sul nostro territorio, spiega ancora Solcà, avviene spesso. Quello messo in atto nella notte di giovedì è quindi un sistema applicato più volte. “Tutto dipende dal numero di tifosi in transito. Quando si tratta ad esempio solo di qualche pulmino, questi vengono ‘scortati’ direttamente da una pattuglia”.

Ma quella transitata in occasione della partita di giovedì era una vera e propria carovana, composta da, come riportato dalla Cantonale nel proprio comunicato, una decina di bus, una sessantina di minivan e numerose vetture. “Veniva quindi richiesta maggiore attenzione e un maggior dispiegamento di mezzi”, garantito, specifica, senza costi aggiuntivi: “Abbiamo lavorato con gli agenti in servizio. Era un turno con diverse pattuglie in azione già previste, cosa che ci ha permesso di concentrare l’attenzione sulla sorveglianza dell’asse stradale senza lasciare scoperto il resto del territorio o richiedere l’intervento di agenti extra”.

Quello andato in scena sulle strade svizzere giovedì notte è però un caso eccezionale, conclude Solcà. “Vuoi per partite in Italia o in Svizzera, vuoi per match che coinvolgono squadre dei due paesi o dell’Europa del nord, il passaggio di tifosi è una realtà non dico quotidiana, ma che viviamo spesso sulle nostre strade. E nella maggior parte dei casi, il tutto si svolge regolarmente. Dispiegamenti come quelli di giovedì notte sono avvenimenti che capitano solo una o due volte all’anno”.

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