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31.10.2014 - 11:530
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Borradori: "Non andiamo dal Cantone a farci dire come fare i compiti. E sulla perequazione vogliamo uno sconto"

Parla il sindaco di Lugano: "Dal Cantone nessun atto di ingerenza: pronti a far vedere il nostro lavoro. Ma lo faremo con orgoglio e senza nessuna sudditanza. E chiederemo di versare agli altri comuni una cifra commisurata alla nostre attuali possibilità"

Marco Borradori, inutile girarci intorno: la decisione del Cantone di convocare il Municipio di Lugano per discutere delle problematiche finanziarie della Città è un atto politico e istituzionale molto forte. Come la vive?  
"Lugano è un interlocutore importante per il Cantone sia dal profilo politico che da quello finanziario. Se sta bene la Città sta bene anche il Cantone. E viceversa. Da questo punto di vista non mi sorprende che il Cantone voglia approfondire la questione. Personalmente considero questo incontro una logica conseguenza della prima lettera che abbiamo ricevuto dagli Enti Locali qualche settimana fa. Dunque non lo vivo assolutamente come un atto di ingerenza. Detto questo andremo a Bellinzona a discutere in modo paritario, senza nessun tipo di sudditanza. Vogliamo far vedere il lavoro che stiamo facendo per risanare i conti, ma vogliamo anche parlare di cosa contribuisce a rendere difficile la nostra situazione. Mi riferisco in particolare alla perequazione finanziaria".  

Insomma, par di capire che non andrete a farvi dettare la ricetta dal Cantone. 
"Esatto.  Non andiamo a farci dire come fare i compiti e non andiamo con la coda tra le gambe. Siamo orgogliosi di quello che rappresenta Lugano per i suoi cittadini e per questo Cantone e siamo orgogliosi del lavoro che abbiamo fatto e stiamo facendo, rimboccandoci le maniche con umiltà, per raddrizzare una situazione finanziaria che abbiamo ereditato.  Da questo profilo siamo assolutamente sereni e tranquilli". 

Un incontro di questo genere in un momento in cui non siete ancora riusciti a sbrogliare la matassa del preventivo, è comunque un elemento di enorme pressione su una situazione politica già incandescente. Personalmente avrebbe preferito che i contatti col Cantone fossero mantenuti sul piano informale?
"I contatti informali, in particolare tra Norman Gobbi e Michele Foletti, sono costanti. Quindi penso che giunti a questo punto prendere il toro per le corna sia la cosa migliore. Non mi disturba affatto che si faccia un incontro a carte scoperte e alla luce del sole. Anche perché, ripeto, stiamo facendo un lavoro serio e non abbiamo proprio nulla da nascondere. E siccome ci sono delle divergenze con il Cantone sulla perequazione finanziaria, penso che questo incontro possa essere l'occasione opportuna per affrontarle con la dovuta concretezza e determinazione". 

Con che spirito andrete a discutere della perequazione con la controparte? 
"Noi andremo a discutere in modo piuttosto aperto. Vogliamo parlare di una problematica serie e concreta e di quali soluzioni si possono trovare a breve e a medio termine. In sostanza chiediamo di ovviare alla mancanza di flessibilità dello strumento della perequazione che non tiene conto della forza finanziaria attuale dei comuni. Mi spiego: se anche si correggesse il meccanismo gli effetti si vedrebbero solo fra cinque anni". 

Siete pronti a dar battaglia nel caso non trovaste ascolto nell'autorità cantonale? 
"Oggi siamo pronti a colloquiare in modo serio e circostanziato. Non vogliamo porci in modo velleitario. Il nostro obbiettivo è far capire quanto sia importante per tutto il Cantone che Lugano sia finanziariamente competitiva. Non va dimenticato che la nostra Città è un polo di attrazione anche per i ricchi contribuenti. E se aumentassimo ancora le imposte ci sarebbe il rischio concreto che questi contribuenti si trasferirscano altrove. Il che avrebbe un effetto negativo sul gettito delle imposte comunali e, di conseguenza, anche sui contributi che Lugano versa agli altri comuni".

Ma concretamente qual è l'obbiettivo minimo a breve termine che vi ponete in questa trattativa con il Cantone, rispetto alla trentina di milioni che attualmente versate nel fondo per i comuni più deboli?  
"Siccome per modificare la legge bisogna passare dal Gran Consiglio e, le dico francamente, non ci facciamo grosse illusioni, l'obbiettivo minimo a breve termine è che Lugano versi quanto è commisurato all'attuale forza finanziaria della Città.  E in questo senso ci aspettiamo una risposta adeguata dal Cantone". 

Volete lo sconto insomma.
"Possono esserci diverse formule: una moratoria, uno sconto, qualche altra formula che magari attualmente non è ancora stata considerata. L'importante è che sia qualcosa di finanziariamente concreto rispetto alla trentina di milioni che paghiamo attualmente".

Come Esecutivo, attualmente, sembrate un po' soli in questa battaglia. Auspicherebbe un intervento a vostro sostegno da parte delle sezioni cittadine dei partiti, dei consiglieri comunali e dei Gran Consiglieri luganesi?
"Questo sarebbe auspicabile. Poi sappiamo che le logiche partitiche talvolta prendono delle strade di parte... Ma su questo punto la compattezza delle diverse anime politiche della Città e dei vari rappresentanti istituzionali sarebbe assolutamente un valore aggiunto". 

AELLE

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