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03.11.2014 - 07:390
Aggiornamento: 13.07.2018 - 15:11

Un tifoso del Friborgo ci scrive: "Sabato sera alla Valascia, quei sassi piovuti dal cielo... Una sconfitta per tutto tutto lo sport"

Il presidente del Fan Club Drangon: alla fine della partita molta confusione e poche informazioni da parte della polizia. "Un sasso mi rimbalza davanti. Un agente: si toglia la sciarpa del Friborgo e aspetti..."

di Mirko Stephani

Sabato sera con un gruppo di amici ci siamo recati alla Valascia per seguire la partita in programma che vede opposte l’Hcap e il Gottéron. Per noi tifosi ticinesi del Friborgo è un’occasione di festa, soprattutto per il bell’ambiente che in passato ha sempre contraddistinto la pista leventinese. Lassù ho sempre fatto incontri interessanti e simpatici, niente e nessuno ha mai fatto qualcosa per farmi pensare il contrario. Raggiungiamo la Valascia molto presto e come sempre prima del match entriamo indisturbati al bar Güs per bere una birra e salutare qualche amico Biancoblu. 

La prima sorpresa negativa ci spetta all’entrata del settore ospite: la società del Presidente Lombardi ha ristretto la zona riservataci con il risultato parecchio sgradevole che la vista non già delle migliori è divenuta in pratica nulla. Chiedere 30 franchi di biglietto per la vista su una porta e poco più è un azzardo non da poco! Se al tifoso si toglie quello per cui va alla pista, ovvero assistere con i suoi occhi ad un evento sportivo, questo troverà altro modo per passare una serata fuori casa. 

La birra durante una partita scorre a fiumi… Soprattutto quando sul ghiaccio succede poco o nulla di interessante. Inutile ricordare che la posizione in classifica delle 2 squadre non faceva certo sperare in  una partita di grande livello. Alla fine ad aver la meglio ai rigori è l’Ambri e l’appuntamento con gli altri è al Güs per scambiare qualche battuta post gara mentre la massa lascia la pista. Invece niente di tutto questo!

Usciti dalla curva ospiti ci aspetta qualcosa che non avevo ancora vissuto; gli agenti di sicurezza bardati di tutto punto hanno sbarrato l’accesso alla zona comune all’esterno della pista… A noi friborghesi è negato di raggiungere il bar mentre ai tifosi leventinesi provenienti dalla tribuna viene intimato di aspettare che i tifosi ospiti vengano evacuati per raggiungere i loro bus. In tutta questa confusione la mia attenzione cade su due uomini che stringono tra le braccia i proprio figli, sono disorientati e i bambini comprensibilmente spaventati. Nessuno dà informazioni o risposte degne di nota e quindi decido di avviarmi verso l’auto, parcheggiata come tante altre all’aeroporto.
 
Devo prima raggiungere gli amici che hanno seguito la partita nella curva dell’Ambri che non sanno che non possiamo ritrovarci al bar; telefono all’orecchio scendo per la mia strada ignaro di quello che ancora dovevo vedere. La polizia sbarra la strada; mentre i tifosi romandi vengono portati ai loro torpedoni noi siamo raggiunti da 2/3 sassi di varie dimensioni, il più grosso rimbalzato pochi metri avanti a me poteva misurare tranquillamente 15 centimetri.

Perplesso chiedo informazioni al poliziotto più vicino: spiego che sono tifoso del Gottéron ma che abbiamo l’auto parcheggiata come tutti all’aeroporto. La sua risposta mi lascia basito: mi dice di togliere la sciarpa del Friborgo e la maglia oppure di aspettare. Ma aspettare cosa? Se proprio a causa delle misure di sicurezza adottate non mi è stato permesso di recarmi al Güs in modo da lasciar defluire la massa post partita? Decido quindi di passare oltre il cordone di sicurezza formato dalla Polizia e raggiungere così il resto dei compagni di viaggio per poi andare all’auto tutti insieme.

Mentre passeggiamo con le nostre maglie legate alla vita, qualcuno ci guarda in modo strano ma nulla di più. Credo che il giorno che un tifoso non sarà più al sicuro se mostra i colori sbagliati allora quel giorno dovremo smettere di far svolgere i nostri Campionati.
Quanto ho dovuto vedere fuori dallo stadio mi ha fatto passare anche la delusione per la brutta sconfitta subita dalla mia squadra del cuore; perché in questi casi non c’è vincitore! Lo sport esce sconfitto su tutti i fronti e solo la fortuna ha voluto che non ci scappasse il ferito o peggio il morto. La prossima volta potrebbe non essere così… 

* Presidente Fans Club Dragons Tessinois

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