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Salute e Sanità
07.11.2014 - 08:420
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Clinica Luganese, colpo di scena: entra in gioco un nuovo attore. Nelle trattive si inserisce la Santa Chiara di Locarno. E mette sul piatto un'offertona

La clinica di Locarno formula a sorpresa una proposta per acquistire la struttura di Besso in quella che pare ormai diventata un'asta. Ci si chiede chi sia il finanziatore dell'operazione

LUGANO – È più che un mormorio. Anche se la notizia non ha ancora il crisma dell’ufficialità. E avrebbe dovuto restare molto riservata. Sta di fatto che nella complessa compravendita della Clinica Luganese s’è inserito, a sorpresa, un nuovo attore: la Clinica Santa Chiara di Locarno.

I vertici della struttura attualmente controllata da un gruppo di azionisti privati, tra i quali alcuni medici, avrebbero formulato un’offertona. Superiore a quelle finora in fase di valutazione da parte della società Patrimony, che fa capo alla BSI e si occupa delle procedure di compravendita sul versante ticinese.

Insomma, un bel po’ di milioni (tanti, ma non si sa ancora quanti) sarebbero pronti per partecipare a quella che sembra ormai diventata una sorta di asta per aggiudicarsi la Clinica Luganese di Besso.

Clinica che la congregazione delle Suore Infermiere dell’Addolorata sono costrette a vendere per ripianare il buco dell’ospedale Valduce di Como.
Dopo l’abbandono delle trattative da parte del gruppo Genolier sono salite le quotazioni delle due fondazioni legate all’attuale presidente della Clinica Luganese, Renzo Respini.
Nel frattempo si sono manifestati altri potenziali interessati all’acquisto, tra i quali l’Ente ospedaliero cantonale, che però deve fare i conti con l’atteggiamento molto tiepido della maggioranza del Consiglio di amministrazione, dove le posizioni della politica contano.

E tra il personale e i medici della Clinica c’è il timore che, se fosse l’Ente a rilevare la Clinica si passerebbe a una gestione caratterizzata da gerarchizzazione, lentezza decisionale e rigidità. Oltre alle preoccupazioni per lo stravolgimento del mandato della Clinica, che rischierebbe di diventare una semplice struttura di accoglienza “post acuta”. 

Tornando alla Santa Chiara che, dopo essere stata rilevata e poi ceduta in passato dal gruppo Humaine, ha vissuto negli ultimi anni una situazione di stabilità ma non certo di espansione, la domanda che si pongono gli osservatori del mondo sanitario è: chi ha messo sul piatto gli oltre cento milioni di franchi necessari a formulare l’offerta?

La Clinica non ha, infatti, le necessarie riserve finanziarie per entrare in un affare di queste dimensioni. Quindi, dietro l’operazione potrebbe esserci gruppi bancari o finanziari oppure investitori particolarmente facoltosi.

emmebi

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