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Cronaca
20.11.2014 - 09:340
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Pons, è bufera. La nipote: “A cosa serve un tutore se poi succede questo?” Pallone: “Abbiamo sbagliato, ma se lo separate da noi, lo uccidete”

Non si placa la polemica scatenatasi attorno ai contenuti della pagina Facebook di Mauro Pons e ai ragazzi che la gestiscono. E ora interviene anche la nipote: “Che qualcuno controlli veramente chi gira con mio zio!”

LOCARNO – “È ora che qualcuno controlli veramente chi gira con mio zio!” La polemica scatenatasi attorno ai contenuti della pagina Facebook di Mauro Pons e ai ragazzi che la gestiscono, Willy Da Silva ed Elia Pallone, non si placa e ad aggiungerci il carico da novanta è ora la nipote del 68enne di Locarno, che nelle dichiarazioni rilasciate a Ticinonline allarga anche la questione alle autorità: “A cosa serve – chiede – avere un tutore se poi circolano immagini di questo genere? Bisogna chiarire questa storia”.

Mauro Pons è un personaggio molto conosciuto nel Locarnese per la sua singolarità, come singolare è la sua storia, anche al centro di un documentario girato per Storie, la trasmissione della RSI. Cresciuto orfano, ha rincontrato i suoi fratelli e le loro famiglie solo molto tardi, quando ormai aveva passato il mezzo secolo di vita. La nipote spiega quindi che, anche per questo, “non ci siamo mai voluti intromettere nella sua situazione. Ormai lui aveva già la sua storia, il suo vissuto. Ed era già seguito dai servizi sociali. Andiamo a trovarlo ogni tanto, questo sì. Gli stiamo vicini”.

Scoperta la nascita del profilo Facebook (seguitissimo: 2280 sono al momento gli amici, almeno quelli virtuali, di Mauro), la nipote racconta ancora a Tio che inizialmente le sembrava “una bella iniziativa, simpatica”. Ma poi, “quando ho saputo dei video e delle foto virali che ritraggono mio zio nudo con questo ragazzo, ho provato rabbia e nausea. Mauro è un buono e ha una visione della realtà distorta, non capisce la gravità della cosa”.

Da qui, appunto, l’appello della donna alle autorità che lo hanno sotto tutela, che, sempre a Tio, per voce del capo équipe dell’Ufficio dell’aiuto e della protezione di Locarno, Stefano Zoppi, assicurano che si stanno muovendo e valutando al situazione.

Al centro delle polemiche c’è soprattutto Elia Pallone, è lui infatti l’altro protagonista del video (in cui, nudo, simula un rapporto sessuale con Pons) da cui si è scatenata la bufera. Il giovane del Locarnese, contattato da Tio, si scusa per quanto accaduto e si assume le sue responsabilità, ma tiene anche a dare la sua versione dei fatti.

Il video in questione, racconta, risale ormai a qualche tempo fa ed era stato girato per prendere in giro la sua ex ragazza. Doveva restare fra pochi, “l’avevamo condiviso con una cerchia ristretta di persone. Mai sui social network. L’immagine, tuttavia, ha iniziato a girare, è diventata virale. E tutti hanno cominciato a insultarci”.

Il video però su Facebook ci è finito, con anche una foto delle scena. Pallone spiega infatti che alla fine si è deciso di postarlo per “far capire alla gente che si trattava di una simulazione, di uno scherzo. Nel video si capisce bene che Mauro indossa le mutande. Cosa che dalla foto non è deducibile. Questa scelta si è rivelata un’arma a doppio taglio. Dopo mezzora i commenti negativi erano già tantissimi. E allora abbiamo deciso di togliere il video. Ma ormai la frittata era fatta”.

E la posizione di Pallone, invece di migliorare, è peggiorata. “La gente mi guarda storto. C’è chi pensa che davvero abbia voluto prendere in giro un poveretto”, dichiara ancora a Tio aggiungendo che chi lo conosce sa bene quale sia l’affetto che lo lega a Mauro. “Io non lo vedo come una persona con problemi, ma come uno al mio pari. Certo, non avremmo dovuto fare una cosa del genere”. E, aggiunge infine rispondendo alla nipote di Pons, “lui è legatissimo a noi. Se le autorità lo allontanano da noi, gli fanno solo del male. Lo uccidono”.

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