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21.11.2014 - 09:420
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Maretta fra i sindaci del Vedeggio per lo sconto a Lugano: “È stata proprio lei a volere la riforma che ora l’ha messa nei guai”

Più comprensivo Cadempino, risoluti invece Bioggio e Manno, ma è opinione condivisa dai tre che il meccanismo attuale abbia delle pecche: “Non incentiva il risparmio”

LUGANO – Maretta, almeno fra alcuni degli altri Comuni paganti, di fronte alla richiesta di Lugano di uno sconto sulla sua partecipazione al fondo di livellamento. A raccogliere le reazioni di Manno, Bioggio e Cadempino è il Corriere del Ticino: elemento comune è l’opinione condivisa che il sistema perequativo vada riformato.

Al fondo contribuiscono 33 Comuni, mentre 93 sono coloro che ne beneficiano, e, qualunque sia l’esito della richiesta formulata al Cantone, Lugano ne resterebbe uno dei principali finanziatori. Il CdT riporta però le ‘quote parte’ di ogni Comune mettendo in luce il ‘paradosso’ che si creerebbe se lo sconto venisse accordato.

In questo caso Lugano, che attualmente versa 26.9 milioni (pari a circa la metà dell’ammontare del fondo), vedrebbe diminuire a circa 17 milioni, per i prossimi tre anni, la sua partecipazione. Oltre a Lugano, scrive il CdT, sono sei i Comuni che ogni anno versano più di un milione: Mendrisio (2.7 milioni), Collina d’Oro (3.37), Paradiso (3.06) e soprattutto i paesi del Vedeggio, con i 7.07 milioni versati da Cadempino, i 5.04 da Manno e i 2.08 di Bioggio. Un totale annuale, per quest’ultimi, pari a 14.4 milioni, ossia al 25% del totale di cui si compone il fondo.

Da qui la conseguenza dello sconto: “Se Lugano ottenesse lo sconto pagherebbe (con 60.000 abitanti e un gettito fiscale di 234 milioni) poco più – o forse addirittura poco meno – di Cadempino, Bioggio e Manno (che di abitanti ne hanno invece 5.300 e il cui gettito complessivo ammonta a 51 milioni). Dati che non tengono comunque conto delle (difficilmente quantificabili, ma innegabili) spese che la Città sostiene in quanto «polo» e locomotiva regionale”, annota il Corriere del Ticino.

Comprensibile quindi la reazione di due dei Comuni del Vedeggio (Bioggio e Manno) che non nascondo un certo malcontento, mentre più comprensivo è Cadempino.

Fabio Giacomazzi, sindaco di Manno, interrogato da CdT, sottolinea infatti che “ci sono delle regole fissate dalla Legge e vanno rispettate”. Queste insomma non prevedono la possibilità di uno sconto e quindi, aggiunge, “non vedo come il Governo lo possa accordare. Si configurerebbe una situazione di disparità di trattamento rispetto ad altri Comuni. Anche il nostro gettito fiscale è in diminuzione e anche noi dunque siamo penalizzati dal sistema con cui i contributi vengono calcolati”.

L’importo che i Comuni andranno a versare viene infatti calcolato in base alla media quinquennale del gettito fiscale, portando quindi l’ammontare del contributo a restare praticamente invariato anche in caso di una improvvisa diminuzione delle entrate, come accaduto a Lugano. Ma il meccanismo è questo e, aggiunge Giacomazzi, “noi abbiamo quindi risparmiato e creato riserve proprio in vista di una situazione come quella che si sta verificando”.

E proprio contro il calcolo su base quinquennale si scatenano le critiche a Lugano del sindaco di Bioggio Mauro Bernasconi: “Comprendo le difficoltà, ma la diminuzione del gettito, soprattutto quello dalle banche, era prevedibile. Avrebbero potuto creare riserve. Sono stati loro alcuni anni fa a voler rivedere il sistema chiedendo che venissero presi in considerazione gli ultimi 5 anni. Questo perché il loro gettito era in crescita. Noi eravamo contrari”.

Il sindaco di Cadempino Marco Lehner difende invece la Città, sottolineando come Lugano per anni abbia sostenuto il Cantone, distribuendo molti soldi. Perciò non si dice contrario a uno sconto concesso in via eccezionale. “Lugano ha lavorato, mentre altre città hanno dormito. E Lugano ha dato molto anche ai Comuni vicini. Ora sarà necessario però capire se solo Lugano potrà fare quest’esercizio o se lo potranno fare anche gli altri”.

I costi però non dovranno ricadere sugli altri comuni forti finanziariamente, aggiunge ancora Lehner, altrimenti “bisognerà rivedere l’intero sistema”.

E la revisione del sistema, come detto, era al centro anche degli interventi degli altri due sindaci. Secondo Bernasconi infatti l’attuale sistema perequativo “non  incentiva certamente il risparmio”. Mentre per Giacomazzi, anche se non è giusto cambiare un sistema solo perché al momento ti penalizza, bisognerà capire “i flussi di questo fondo, capire l’andamento finanziario dei Comuni che versano e anche di quelli che ricevono. Anche perché, oltre a Lugano, anche altri Comuni contribuenti dovranno alzare il moltiplicatore, e questo diminuirà gli averi che affluiranno nel fondo”. Il tema, conclude, è infatti anche oggetto di uno studio che vede coinvolti i rappresentanti di Comuni ed Enti regionali di Sviluppo.

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