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Cronaca
25.11.2014 - 07:310
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Il camino spento nel capannone della Gioventù rurale: ma quel fuoco era davvero pericoloso? E la Fiera di San Martino sopravviverà agli appetiti terrieri?

Dopo la protesta silenziosa contro l'ordine del Cantone, il consigliere comunale Davide Rossi interroga il Municipio. Anche sul fututo della festa

MENDRISIO - Sul camino, all’interno del capannone della Gioventù rurale, c’era un cartello: “Dopo quasi 35 anni resterà spento”. È stato un tema della Fiera di San Martino. Un tema che Davide Rossi, consigliere comunale PPD a Mendrisio, ha ripreso in un’interrogazione al Municipio. Chiaro: il capannone della Gioventù rurale del Mendrisiotto è fatto col materiale usato per le serre, ci sono pannocchie e foglie secche di tabacco appese al soffitto. Un fuoco acceso lì dentro può essere considerato potenzialmente pericoloso. Soprattutto considerando che si tratta del capannone più frequentato della Fiera, con centinaia e centinaia di persone sedute ai tavoli e stipate al bancone del bar. Ma Gioventù rurale, presieduta da Manuel Galli (nella foto), non ha gradito l’ordine giunto quest’anno per motivi legati alla polizia del fuoco: il camino dovrà restare spento. 

“Questo fuoco – ricorda Davide Rossi - una volta veniva utilizzato per riscaldare, per preparare il caffè, le castagne e il maialino. Era un elemento importante che ha aiutato a creare quell'atmosfera speciale che ha sempre caratterizzato la Gioventù rurale del Mendrisiotto”.
Tutti sappiamo, prosegue, che non ha mai causato problemi e incidenti, tuttavia le nuove norme anti incendio impongono agli organizzatori di lasciarlo spento. “Stiamo lasciando la semplicità e il buon senso per entrare in un mondo di regole restrittive, forse un po' esagerate?”.
E al Municipio chiede se alle varie associazioni che mantengono viva la fiera vengono inviate con largo anticipo le nuove direttive in modo da potersi organizzare. Ma l’interrogazione di Rossi va oltre il camino e guarda al futuro della Fiera di San Martino: 

“Agli albori la fiera era caratterizzata da due eventi principali: il commercio di bestiame e il rinnovo dei contratti di affitto dei terreni che i contadini lavoravano. Negli ultimi cinquant'anni la componente agricola è via via diminuita lasciando sempre più spazio alle bancarelle che offrono un'ampia gamma di prodotti locali, senza contare gli oggetti decorativi, i giocattoli e via dicendo. Alcuni spazi sono dedicati all'esposizione di numerosi veicoli e attrezzature agricole, altri invece allo svago e al divertimento. Negli ultimi anni, grazie all'intervento della Gioventù Rurale del Mendrisiotto in collaborazione con altre associazioni, si sono potute organizzare anche delle attività ricreative dedicate in particolar modo alle scolaresche. Da qualche tempo però la situazione è cambiata parecchio: gli spazi a disposizione della fiera vanno sempre più restringendosi e, con l'arrivo del nuovo svincolo, questo processo non potrà far altro che proseguire. Per quanto ancora potrà esistere la Fiera di San Martino, che è entrata a far parte dell'UNESCO alcuni anni fa, così come la conosciamo oggi?”.

Tra l'altro, dal prossimo anno non sarà più possibile organizzare l'esposizione di mezzi agricoli a causa di problemi legati alla protezione delle acque (trattandosi di un'area protetta) e i capannoni verso l'autostrada dovranno lasciar posto al cantiere del nuovo svincolo. Insomma, le associazioni che finora hanno tenuto in vita e animato la Fiera potrebbero dire: "ma chi ce lo fa fare?". Senza contare il rischio che un giorno qualcuno formuli una lauta offerta alla Parrocchia, proprietaria dei terreni sui quali si svolge la festa. E allora che succederà?

emmebi

 

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