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01.12.2014 - 10:490
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Ecoincentivi, il referendum è servito. Käppeli: “Ancora aumenti di tasse per finanziare sussidi a pioggia? Noi non ci stiamo”

Il presidente dei Giovani Liberali Radicali spiega i motivi che li hanno spinti a lanciare la raccolta firme: “Abbiamo già la tassa di circolazione più alta del Paese. Eppure il Governo decide di pescare nelle tasche dei ticinesi invece di fare i compiti"

CAMORINO – Sugli ecoincentivi sarà referendum. Lo avevano promesso ancor prima dell’approvazione da parte del Gran Consiglio della nuova misura e oggi i Giovani Liberali Radicali hanno ufficializzato il lancio della raccolta firme nella conferenza stampa indetta insieme ai Giovani UDC. Contattato da Liberatv prima dell’incontro coi media, il Presidente dei GLRT Fabio Käppeli spiega innanzitutto i motivi che li hanno spinti a lanciare un referendum che, specifica, “è contro la modifica di legge che prevede l’aumento dell’imposta di circolazione dall’1 al 5%”.

“Noi siamo contrari a qualsiasi aumento delle tasse, soprattutto se prima non si è provato a risparmiare dove possibile, e nei vari dipartimenti i margini di manovra per farlo ci sono. Invece qui, ancora una volta, si va a prendere direttamente i soldi dalle tasche dei cittadini senza aver fatto prima i compiti, e non ci va per niente bene. E questo per finanziare dei sussidi a innaffiatoio di cui potrebbero usufruire tutti indiscriminatamente, anche chi guadagna 20mila franchi al mese”.

Insomma, il tasto dolente è per voi nei metodi adottati dal Governo per finanziare la misura.

“Noi non attacchiamo il decreto, non siamo contrari ad auto efficienti e al credito per la mobilità, quello a cui ci opponiamo è il modo in cui si è deciso di finanziare queste misure: ossia con un ulteriore aumento della spesa per i cittadini, invece che con misure di risparmio. Ricordiamo poi che gli aumenti riguarderanno anche le tasse di collaudo per 700mila franchi. Inizialmente poi il Consiglio di Stato potrebbe usare quei 5milioni pagati in più dagli automobilisti, che già ci sono, valutando le sue priorità e dando la precedenza alla mobilità aziendale. E se poi la misura dimostrerà la sua efficacia e il Governo continuerà a crederci, potrà trovare i soldi necessari all’investimento da altre parti, senza aumentare le tasse. Ma sugli ecoincentivi rimarremo vigili e vedremo in breve che effetti avranno, perché noi rimaniamo scettici sulla validità di questi sussidi a pioggia”.

Ponete anche sul piatto un’alternativa? Quale dovrebbe essere secondo voi la ricetta per la mobilità aziendale e contro l’inquinamento?

“Secondo noi le priorità sono altre: cambiare il tipo di veicoli non diminuirà il traffico. Le soluzioni sono nel potenziamento del trasporto pubblico e nel miglioramento della mobilità aziendale, non nella sola sostituzione dei veicoli. Inoltre, dobbiamo ricordare che abbiamo già la tassa di circolazione più cara della Svizzera: cinque volte più alta rispetto al Vallese e il 30, 40% rispetto ai Grigioni. Anche questi sono cantoni di montagna, con una rete viaria estesa e un traffico di transito importante, eppure hanno tasse più basse. Le affinità con il Ticino ci sono e dimostrano che anche per noi sarebbe possibile fare diversamente. Sia chiaro, noi non siamo insensibili alla tematica ambientale, come giovani ci sta a cuore un futuro sostenibile. Ma non tutto quello che è verde è bello. È una demagogia che non ci piace: siamo per la concretezza e siamo certi che i soldi che ora si vogliono mettere sul piatto potrebbero essere investiti meglio. E vorrei toccare un altro punto”

Prego.

“Questa tassa non va a toccare i frontalieri: sono stati clamorosamente dimenticati, quando anche loro contribuiscono in misura importante all’inquinamento e al traffico nel nostro cantone. Noi siamo quindi per un sistema di imposte di circolazione che vada a colpire tutti gli utenti della strada, ma senza nuovi aggravi per i ticinesi, soprattutto in questo momento di crisi economica dove si ha un aumento generale delle spese rispetto a salari che non crescono affatto”.

Veniamo alla polemica politica: di fronte alla vostra mobilitazione, la Lega ha accusato il PLR di metter davanti i suoi giovani, di usarli come ‘scudo’ perché teme di perdere questo referendum. Come presidente dei Giovani Liberali cosa risponde?

“Si sbaglia. Non mi sento per nulla ‘messo davanti’. Lo spunto è arrivato da noi: prima ancora del voto in Gran Consiglio, abbiamo pubblicato, per mano di Alessandro Spano (vicepresidente GLRT, vedi suggeriti), un comunicato in cui ci dicevamo fermamente contrari a ulteriori aumenti di tasse e spesa pubblica, minacciando il referendum. Dopodiché siamo stati contattati dai Giovani UDC, che infatti sono con noi in questa raccolta firme, e abbiamo ricevuto diversi input dai nostri membri e dallo stesso PLR: è stata pe rnoi la dimostrazione che non siamo soli e che la nostra era la decisione giusta. E durante il comitato direttivo di ieri abbiamo preso la decisione definitiva. Era presente anche il Presidente Rocco Cattaneo, che ha garantito il sostegno del PLR. Non veniamo quindi lanciati in prima linea, ma siamo appoggiati in una proposta che viene da noi, e per noi è un attestato di fiducia importante da parte del partito”.

Käppeli, i tempi del referendum sono stretti: c’è tempo fino al 12 gennaio per raccogliere le 7mila firme necessarie. Quale è il suo appello ai ticinesi?

“Certo, i tempi sono stretti, ma noi confidiamo che i ticinesi siano d’accordo con noi nell’esser stufi dei continui aumenti e vogliano dire chiaramente che così non va bene. L’invito è perciò quello di firmare subito e sostenerci in questa richiesta al Consiglio di Stato, per far capire che bisogna risparmiare invece di continuare tassare”.

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