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15.12.2014 - 08:100
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Cattaneo-Sadis, le tesi, i rumors, le tattiche dietro il doppio no di ministra e presidente. In attesa del Bambin Gesù nel presepe

L'ANALISI - L’operazione “militare” messa in atto negli ultimi giorni sembra oggi una sterile prova di forza tra due campi avversi che si sono confrontati con armi caricate a salve

di Marco Bazzi

Laura Sadis non si è fatta dettare la scelta da nessuno. Nemmeno dalle 400 persone che su iniziativa dell’ex senatore Dick Marty hanno firmato l’appello pubblico per convincerla a ricandidarsi.
Ieri sera, dopo aver sciolto le riserve, la ministra ha parlato al suo giornale di riferimento, LaRegione, e ha detto: “Queste firme mi emozionano, anche perché manifestano la volontà di una politica dignitosa a prescindere dalla mia persona. È un bel momento. Ma in questi due giorni non ho cambiato l’orientamento della scorsa primavera”.

Nemmeno il presidente del PLR, Rocco Cattaneo, sarà in lista per il Consiglio di Stato al posto del rinunciatario Mauro Antonini. Anche lui, ieri sera, dopo il vertice di Sementina, ha parlato al suo giornale di riferimento, il Corriere del Ticino.
Ha detto che la serata “si è conclusa con una simpatica cena con i candidati, il che conferma che il clima è buono e non ci sono problemi”. Cattaneo, che è sempre molto ottimista, ha voluto fugare ogni dubbio tra chi pensava che intendesse davvero scendere in campo: “Non ho mai detto che ero disponibile alla corsa per il Consiglio di Stato. Da sempre ho detto che io per queste elezioni non c’ero, mi sono impegnato a portare il PLR alle elezioni cantonali da presidente e non da concorrente, e così farò”.
Ma dire e sostenere il contrario, se ce ne fosse stato bisogno, non sarebbe stato difficile.

Era stato proprio il Corriere del Ticino, venerdì scorso, a lanciare, sotto forma di “rumors”, l’ipotesi della candidatura di Cattaneo. Senza alcun fondamento concreto, senza alcun elemento in più rispetto alle voci che giravano fin dai primi giorni di dicembre, dopo l’annuncio di Mauro Antonini.
Ma forse lo scopo dei “rumors” era solo quello di sventolare il vessillo liberale dalla sommità della collina, affinché lo vedesse ben chiaro la fazione avversa, quella radicale che, schierata sulla pianura sottostante, gridava a gran voce “Que viva Sadis”.

Così, l’operazione “militare” messa in atto negli ultimi giorni sembra oggi una sterile prova di forza tra due campi avversi che si sono confrontati con armi caricate a salve. I campi avversi sono, purtroppo, i soliti di sempre, quasi a confermare che la guerra “di religione” non è affatto finita, e che nel Partito liberale radicale cani e gatti continuano ad azzuffarsi a vicenda, facendo soltanto un po’ meno casino di prima.

In questi giorni all’interno del PLR sono circolate diverse tesi, che non sono semplici rumors. Si è detto, per esempio, che il sostegno alla ricandidatura della ministra avesse anche lo scopo di non introdurre un elemento di disturbo nella campagna per le elezioni federali dell’ottobre 2015. Se Sadis si candidasse per Berna, infatti, gli attuali deputati alle due Camere – Merlini, Cassis e Abate – potrebbero avere un problema, ammesso che intendano ripresentarsi tutti.

Tornando sui suoi passi e ricandidandosi per il Consiglio di Stato, Sadis avrebbe non solo dato forza e sostanza politica a una lista che nel suo complesso rimane debole (al di là delle indiscusse qualità dei singoli candidati), facilitando l’obiettivo della riconquista del secondo seggio chiaramente indicato dal Partito, ma avrebbe anche spazzato via il rischio di un’accesa battaglia per Berna.

Questa è una lettura. Che si accosta a quella di chi ritiene che se Sadis avesse accettato di rientrare in lista il presidente Cattaneo ne sarebbe uscito fortemente indebolito. Vale qui la pena di ricordare cosa disse la ministra il 18 maggio, annunciando il suo addio al Governo: “Da quando c’è stato il cambio della presidenza del Plr ho dovuto mio malgrado constatare che sembrava non si perdesse occasione per rendere più difficile il mio operato. Quasi si facesse maldestramente apposta”.

Così, politicamente delegittimato, anche Cattaneo avrebbe dovuto rinunciare ad ogni futura velleità bernese, e un’eventuale riconquista del secondo seggio in Governo da parte del PLR sarebbe stata per lui una vittoria di Pirro. Un ritorno in lista di Sadis sarebbe insomma stata una sonora legnata politica per il presidente.

In questa ottica si può capire che l’ipotesi di una candidatura di Cattaneo, “rumoreggiata” tatticamente venerdì scorso, in vista del vertice di ieri sera, fosse in realtà una sorta di prova di forza. L’ipotesi tattica fino a ieri sera poteva essere la seguente: se Sadis dà la sua disponibilità, la dà anche Cattaneo. Ma poi cosa succede nel Partito? Scoppia di nuovo la guerra come otto anni fa?
Essendo politicamente insostenibile procedere a un profondo rimpasto della lista, con la doppia candidatura Sadis-Cattaneo, alla fine si è andati verso il doppio no: né Laura né Rocco. La due fazioni hanno deposto le armi, per quanto fossero ancora caricate a salve.

L’esercizio culminato col vertice di ieri sera a Sementina é anche servito probabilmente a prendere tempo e a frenare la comprensibile agitazione di chi riteneva che dieci giorni dopo la rinuncia di Antonini il PLR dovesse indicare il suo sostituto.
Il sostituto, invece, non c’è ancora. Ma tra le parti è tornata la calma, almeno apparente. Cattaneo ha promesso il nome entro Natale, definendolo un possibile regalo “da mettere sotto l’albero di ogni liberale radicale”.
Insomma, una specie di Bambin Gesù nel presepe. Intanto i Re Magi sono in cammino, lungo la via indicata dalla stella cometa. 

 

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