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Cronaca
18.12.2014 - 15:400
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

VPOD su tutte le furie: “A pagare per il risanamento delle finanze pubbliche rimangono solo i docenti?”

Nodo della denuncia del comitato docenti del sindacato è la sentenza del Tribunale amministrativo cantonale che dichiara illegale la decurtazione del 3% sul salario del primo anno: molti funzionari pubblici potranno chiedere il rimborso, ma non i maestri

BELLINZONA – “La recente sentenza del Tribunale amministrativo cantonale che dichiara illegale la decurtazione del 3% sul salario del primo anno d’attività di molti funzionari pubblici pone un grosso interrogativo, che fino ad ora nessuno ha sollevato. Ma allora, a pagare per il risanamento delle finanze pubbliche rimangono solo i docenti?”, così si apre il comunicato, firmato dal presidente Adriano Merlini, con cui il comitato docenti VPOD denuncia e chiede al Governo di ovviare a una “macroscopica ingiustizia”. Ecco, a seguire, il testo integrale.

Rimborso del 3%: e i docenti?

Premesso che, da dipendenti pubblici ingiustamente e reiteratamente spremuti dal profilo retributivo, i docenti hanno sempre e sempre faranno fronte comune con i funzionari pubblici nella difesa della dignità delle reciproche condizioni contrattuali, la recente sentenza del Tribunale amministrativo cantonale che dichiara illegale la decurtazione del 3% sul salario del primo anno d’attività di molti funzionari pubblici pone un grosso interrogativo, che fino ad ora nessuno ha sollevato. Ma allora, a pagare per il risanamento delle finanze pubbliche rimangono solo i docenti?

Un passo indietro per capire. Nel 1997 il Consiglio di Stato è nel pieno della sua politica di tagli nella spesa sul personale, politica che in un ventennio ha partorito una quarantina di “misure di risparmio”, e si inventa un nuovo strumento: al dipendente pubblico neoassunto si decurta lo stipendio iniziale. Però si fa subito una differenza. A molti funzionari si riduce il salario d’entrata del 3%, mentre per la grande maggioranza dei docenti neoassunti (vi sono alcune eccezioni alle quali è stato applicato il 3%) si tolgono due classi salariali, ciò che per un docente di Scuola media corrisponde ad una minor retribuzione pari a circa il 6,8%. La disparità è evidente e ingiustificabile e, malgrado le pressioni dei sindacati, il Governo mantiene la misura fino al 2013!

Nel 2011 tre funzionari pubblici, tramite il loro Sindacato VPOD, si rivolgono al TRAM, con l’esito citato: la riduzione del 3% è da eliminare in quanto priva di base legale. Questa, lo ribadiamo, è per tutti i dipendenti pubblici una buona notizia: significa, al di là dei rimborsi, che il nostro datore di lavoro non può fare proprio ciò che vuole con i dipendenti.

C’è però una conseguenza quantomeno strana. I funzionari pubblici che ne faranno richiesta saranno giustamente rimborsati, per quei docenti che hanno contribuito molto più di loro no: infatti per la riduzione delle due classi la base legale esiste. Se secondo il diritto la cosa sta in piedi, lo stesso non si può dire dal profilo della parità di trattamento e da quello del semplice buonsenso. La domanda a questo punto è ovvia: cosa intende fare il Consiglio di Stato per ovviare a questa macroscopica ingiustizia?

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