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Quarto Potere
24.12.2014 - 07:480
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Fulmini e saette su Comano. Scontro tra CORSI e RSI. Siluri contro il Quotidiano: "Troppi politici e troppa giudiziaria. E sul suonatore Jörg..."

Duro comunicato del Consiglio del pubblico. La replica della Direzione: "Nessuno spazio alle nostre argomentazioni"

COMANO – Fulmini e saette sui cieli di Comano. Il Consiglio del pubblico della CORSI, presieduto da Tiziana Mona, dirama un duro comunicato stampa e fa le pulci alla linea del Quotidiano. Anzi, attacca su più fronti e con toni inauditi la portaerei della televisione pubblica. I siluri e i fervorini irritano la redazione e la direzione della RSI, che replica con una nota seccata

Premessa: “Il Consiglio del pubblico della CORSI sta dedicando, in questi ultimi mesi, una particolare attenzione all’offerta informativa della RSI sui tre vettori tv, radio e web. Un rapporto articolato e con le valutazioni complessive sarà pubblicato sul prossimo numero di per.corsi. Alcuni elementi di questo rapporto sono stati discussi nelle sedute di novembre e di dicembre con il direttore Maurizio Canetta e i responsabili dell’informazione Reto Ceschi, del Telegiornale Roberto Cattaneo e del Radiogiornale Fabrizio Ceppi”.

Poi il primo siluro, fuori uno: “Il Consiglio del pubblico ha sollevato il tema della sovraesposizione dei politici in generale, e dei consiglieri di Stato in particolare, nei servizi del Quotidiano. Al di là dal numero delle apparizioni, che i responsabili della RSI hanno tenuto a relativizzare, il CP raccomanda di evitare eccessi e ribadisce la propria preoccupazione e attenzione per questi aspetti. Se il ricorso all’intervista con il politico è giustificato quando il tema è politico, si ritiene lo sia molto meno quando si tratta di acquisire informazioni da esperti o di fornire dati e fatti che è compito specifico del giornalista”.

Fuori due, il secondo siluro: “Il Consiglio esprime parecchie riserve sulla cronaca giudiziaria cantonale che sembra essere alla permanente caccia di anticipazioni o rivelazioni, come accaduto anche in questi giorni per un caso coperto dal segreto istruttorio. Su un’eventuale violazione del segreto d’ufficio non sta certamente al CP statuire, preme invece ricordare l’importanza di un approccio sensibile a temi che toccano la sfera privata delle persone. Nel rispetto dei criteri giornalistici andrebbero ben ponderati in tali casi il diritto/dovere all’informazione, l’interesse pubblico alla diffusione di una determinata notizia e, infine, la tutela della posizione delle parti coinvolte in vicende delicate e dolorose. Il CP, pur consapevole del contributo che un’informazione corretta può avere in termini di prevenzione, ha considerato inutilmente eccessiva la copertura dei media della RSI del processo per i reiterati abusi su cinque bambine nel Bellinzonese. Si è trattato di un caso certamente grave, ma data la delicatezza e la tenera età delle vittime era forse doveroso agire con maggiore ritegno. Dal momento che la giustizia stava facendo il suo corso e che l’imputato era reo confesso, ci si chiede quale fosse l’interesse pubblico nel seguire tutte le fasi del dibattito processuale con dovizia di particolari”.

Poi il sottomarino emerge e spara un ultimo colpo di cannone: “La vicenda del suonatore di organetto in via Nassa a Lugano, diventato un caso non tanto per la sua rilevanza fattuale, quanto per la straordinaria eco dell'evento sul web, ha trovato puntuale riscontro in un servizio del Quotidiano. Questo fatto ha condotto il Consiglio a chiedersi come nelle redazioni della RSI si valutino e si ritenga di affrontare questi fenomeni di moltiplicazione virale di determinate notizie. Un caso analogo, ma dalle implicazioni più gravi e inquietanti, era stato quello della ridiffusione di un messaggio anonimo contenente pesanti minacce nei confronti del consigliere di Stato Bertoli. Nel mondo attuale, l'eco spesso incongrua che una notizia assume nel contesto del web travalica la consistenza del fatto che le ha dato origine, diventando essa stessa il fatto (più) rilevante anche dal punto di vista giornalistico. Il Consiglio considera essenziale non prescindere comunque, nel rispetto del mandato informativo di servizio pubblico, da una puntigliosa verifica dei fatti e delle fonti, da un'analisi della rilevanza e dell’interesse giornalistico preponderante alla loro diffusione, analisi che deve essere fondata su parametri chiari, coerenti e riconoscibili. Le nuove realtà mediatiche non determinano certamente un'obsolescenza di questi criteri fondamentali”.

La replica della Direzione RSI

“Nel comunicato stampa del Consiglio del pubblico, che ha fatto seguito ad almeno cinque ore di discussione, sono contenuti una serie di appunti critici nei confronti soprattutto della rubrica Il Quotidiano. Nel pieno rispetto della competenza del Consiglio del pubblico, che è quella di analizzare in chiave critica i programmi diffusi dalla RSI, teniamo a sottolineare che dal comunicato diffuso oggi non emerge nemmeno una delle argomentazioni portate dal direttore RSI e dal responsabile del Dipartimento Informazione, se non un piccolo inciso (“che la direzione ha tenuto a relativizzare”) in relazione al numero di politici presenti nei servizi del Quotidiano.
 
Il comunicato stampa non rende giustizia al tono e al livello della discussione – proficua e interessante – e, a nostro parere, non permette al pubblico di farsi un’opinione compiuta basata anche sulle valutazioni dei responsabili della RSI.
 
Sulla presunta eccessiva presenza di personaggi della politica nei servizi e nelle interviste del Quotidiano, abbiamo presentato cifre, dati e ragioni, che dimostrano come gli ospiti del Quotidiano (in studio e in intervista) sono in grande maggioranza esperti, funzionari e specialisti.
 
Sul presunto atteggiamento di “rincorsa ad anticipazioni” nel campo della cronaca giudiziaria, riteniamo che le trasmissioni informative della RSI abbiano un comportamento deontologicamente corretto e che valutino con attenzione modalità e toni della copertura di un settore certo delicato e importante. Laddove ci dovessero essere state delle imperfezioni (o addirittura degli errori), siamo sempre intervenuti per correggerli e c’è una continua verifica di fatti, situazioni e aspetti emotivi, giuridici e di opportunità prima di procedere alla pubblicazione delle notizie.
 
La copertura del processo di Lugano al pedofilo bellinzonese, citata come esempio negativo nel comunicato stampa, è stata a nostro giudizio esemplare, perché – oltre a riferire i fatti – ha presentato contestualizzazioni attraverso interviste ad esperti e confronti con altre realtà nazionali.
 
Per quanto riguarda la presunta superficialità di approccio rispetto a vicende che hanno origine nel mondo dei social media, Il Quotidiano e le trasmissioni di informazione della RSI sono sempre attente a valutare e scegliere le notizie che meritano di essere riprese quando hanno un impatto significativo sulla comunità. Come tutti gli operatori dei media sanno, si tratta di una materia in divenire, sulla quale il dibattito è aperto e sulla quale riflettiamo quotidianamente”.
 

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