GIUBIASCO – Day of glory, giorno di gloria, questo il titolo del nuovo album di Sebalter. “Ma va relazionato con l’immagine di copertina. La chiave di lettura è che per chiunque di noi qualsiasi giorno, indipendentemente dal successo che possa portare con sé, può essere glorioso e bisogna cercare di renderlo tale: credendo in quello che si fa, costruendolo e vivendolo intensamente”, ci spiega l’artista giubiaschese.
Ieri, venerdì 9 gennaio, la data di lancio ufficiale. ‘Giorno di gloria’ che segna una tappa importante nel percorso di ogni artista: l’uscita del primo disco. Noi lo abbiamo contattato mentre si trovava già oltralpe per il tour radiofonico (che lo vedrà impegnato nella promozione di ‘radio in radio’ dell’album per i prossimi dieci giorni fra Svizzera tedesca, italiana e francese) e gli abbiamo chiesto di raccontarci come è nato il cd.
“Si è sviluppato nel corso di diversi anni – spiega –. I brani sono stati composti nell’arco dell’ultimo decennio, perciò è ricco di atmosfere e riflessioni differenti che appartengono a un periodo relativamente lungo. Il grande lavoro su cui mi sono concentrato quest’estate è stato quello di dare all’album, tramite gli arrangiamenti soprattutto, un elemento unitario”.
Lo stile però resta quello che abbiamo imparato a conoscere fin dal celebre fischiettio, “il folk pop che mi contraddistingue”. E Hunter of stars fa infatti parte delle undici tracce che compongono il primo album solista di Sebalter. “Ci sono diverse influenze dalla musica tradizionale irlandese e anche dalla canzone acustica alla cantautore angloamericano, che si uniscono a venature più moderne rappresentate dal pop”.
Ma, fra le undici tracce che compongono l’album, c’è una canzone a cui Sebalter è particolarmente affezionato? “L’ultima, ‘Not every picture means goodbye’. Per me ha un valore particolare: l’ho scritta dopo diverse esperienze all’estero come studente e lavoratore. Sono situazioni in cui si entra in contatto con molta gente di posti differenti, si fa un pezzo di strada insieme e poi, finita l’esperienza, si torna tutti a casa, chi in Svizzera, come me, chi in America, chi altrove. E allora, nonostante si abbia condiviso momenti particolari, il rischio è quello di non vedersi più. La canzone vuole quindi essere una speranza”.
Lasciamo Sebalter alle prese con la preparazione del tour che stasera lo vedrà anche suonare agli Swiss Award a Zurigo, mentre per vederlo dal vivo in quel del Ticino, bisognerà attendere il 24 gennaio, prima data ufficiale, con il concerto al Cinema Teatro Plaza di Mendrisio. I suoi obbiettivi, ci dice in chiusura, si concentrano infatti sul presente: “Il mio scopo era fare un buon CD, che sapesse soddisfarmi, e riuscire poi a dargli respiro e a diffonderlo, farlo conoscere. E questo è certamente fra i miei prossimi obiettivi: promuoverlo al meglio delle mie possibilità”.