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Politica e Potere
18.01.2015 - 19:000
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Nomina contestata della responsabile eventi al LAC, la polemica non si placa e scatta l'interrogazione. Tra i firmatari ci sono anche tre liberali

Tiziano Galeazzi e altri consiglieri comunali di UDC, Lega e Verdi incalzano il Municipio sulla nomina di Claudia Burgarella

LUGANO – Dopo le polemiche, ecco che scatta l’interrogazione. Sulla nomina di Claudia Burgarella a event manager del LAC (leggi l'articolo correlato) diversi consiglieri comunali di Lugano chiedono spiegazioni al Municipio. 
L’interrogazione di Tiziano Galeazzi è firmata dalla sua collega Raide Bassi, dai leghisti Daniele Casalini, Andrea Sanvido, Amanda Rückert, Lucas Bernasconi, Enea Petrini, e Stefano Gilardi, dalla verde Maristella Patuzzi, ma anche da tre liberali radicali: Peter Rossi PLRT, Paolo Toscanelli e Marzio Guggiari. Firme rilevanti, queste ultime, se si pensa che il LAC fa capo al Dicastero diretto dalla vicesindaco Giovanna Masoni.

*Non spetta ai Consiglieri Comunali dare giudizi sulle candidature  - si legge nell’interrogazioni -, ma il chiedersi se le persone assunte o promosse possano ricoprire talune posizioni di non poco conto (anche sulla scala salariale) sì, dal momento che entrano nell’ottica di efficienza e salvaguardia della gestione pubblica, sostenuta fiscalmente dai contribuenti di questa città, che ospita tra l'altro l'Università della Svizzera Italiana, da cui ogni anno escono laureati in scienze della comunicazione, fra cui molti ticinesi e luganesi. Nel caso della candidata in questione, emergono incongruenze verso il bando di concorso, quali lacune nella conoscenza delle lingue nazionali e mancanza d'esperienza pluriennale nella condotta del personale (stando al CV) e nella gestione e organizzazione in generale”.

Infine, le domande:
“È prassi del Municipio verificare nel dettaglio, nella fase finale prima dell'assunzione o promozione, l'idoneità tra un CV e il bando di concorso specifico? 
Come valuta il Municipio l'importanza delle lingue nazionali per queste specifiche funzioni dirigenziali, rivolte ad ambiti nazionali ed internazionali e a contatto permanente con un pubblico poliglotta?  
Con quali criteri di scelta e da chi vengono formate le commissioni interne per vagliare le candidature e trovare la persone più idonee ad un bando di concorso?
Nella rosa finale e prima della scelta di un dirigente (come in questo caso), qualcuno dell'Esecutivo partecipa alle discussioni della commissione incaricata?
Come valuta il Municipio l'integrazione e la conoscenza del territorio cantonale e nazionale di una persona, con due soli anni di permanenza in Ticino, come è il caso della Direttrice  italiana promossa?
Tra le 142 candidature ricevute, nessun candidato indigeno (interno o esterno all'Amministrazione) mostrava i requisiti richiesti dal bando di concorso? 
Quale tipo di contratto di lavoro cittadino ha avuto la candidata in questione, prima d'essere stata promossa internamente?”.

Insomma, il caso è tutt’altro che chiuso, come scrivevamo ieri.

red

 

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