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Salute e Sanità
20.01.2015 - 12:060
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Franco Cavalli al WEF per parlare di tumori: “Lanceremo la creazione di un fondo globale per finanziare la lotta al cancro”

L’oncologo, presidente del World Oncology Forum, che sarà a Davos per discutere dell’esplosione “di una vera e propria epidemia, che colpisce soprattutto i paesi in via di sviluppo”, spiega cosa stia accadendo nel mondo e perché

BELLINZONA – È una vera e propria esplosione, quella a cui si assiste a livello mondiale per i casi di tumore. “Una globalizzazione delle malattie non trasmissibili” che non può non preoccupare e di cui, quello infatti il titolo di una delle due sessioni di incontro previste, si parlerà anche al Forum Economico Mondiale di Davos (WEF) fra il 23 e il 24 gennaio. Una discussione che potrà contare anche sulla presenza di una voce ticinese che ha avuto un “ruolo determinante per l’inserimento di questo tema all’ordine del giorno del meeting internazionale”: portavoce della tematica e dell’appello a una ricerca di soluzioni concertate a livello mondiale sarà infatti Franco Cavalli, presidente del World Oncology Forum (WOF).

Questa sarà inoltre la prima volta che il cancro verrà discusso al WEF, Liberatv ha quindi raggiunto l’oncologo per parlare dell’importanza di questo appuntamento.

“Finora l’occasione di discutere di temi medici al Forum Mondiale si è avuta solo un paio di volte, ma soprattutto per parlare di malattie infettive: delle epidemie di SIDA e malaria, dell’insorgere di casi di tubercolosi resistenti. Mai però era stato affrontato il problema del cancro e questo anche perché è più complicato: a differenza delle altre malattie citate, per poter essere risolto esige infatti l’esistenza di un sistema sanitario che funzioni bene nella sua interezza. Il tema ha quindi riscontrato sempre una certa ritrosia non solo al WEF, ma anche in altre importanti organizzazioni internazionali, come il G8 o G20, che non sono mai entrate in materia, nonostante il cancro sia già ora a livello mondiale la principale causa di morte e si stia assistendo a una vera e propria esplosione di casi nei paesi in via di sviluppo”.

Cavalli, ci parli appunto dell’evoluzione attuale dei tumori. Si tratta, come ricorda la nota del WOF, del problema sanitario e sociale più importante a livello mondiale: le morti per cancro hanno ormai superato il totale cumulativo dei decessi per aids, malaria e tubercolosi. Nei paesi in via di sviluppo, inoltre, la sua diffusione ha assunto le fattezze di una vera e propria epidemia. Cosa sta accadendo?

“Mentre nei paesi ‘ricchi’ il cancro aumenta di poco e solo in maniera proporzionale all’aumento dell’aspettativa di vita – perché, anche se può colpire chiunque, con l’età aumentano le probabilità –, nei paesi ‘poveri’ l’incremento è più marcato: ora i 2/3 dei casi sono concentrati in quest’ultimi, mentre 50 anni fa registravano solo il 10% del numero globale di ammalati. Questo perché in questi paesi si sommano i tumori legati alla povertà, che da noi stanno scomparendo, a quelli legati a uno stile di vita proprio dei paesi ricchi, che è entrato in maniera dirompente e più rapida in questi paesi. Così, accanto a tumori come quello allo stomaco o all’esofago, dovuti alla malnutrizione o al consumo di cibi avariati, oppure al cancro al collo dell’utero, conseguenza di una malattia infettiva – il papilloma virus – che da noi si sta riuscendo a debellare grazie al miglioramento delle condizioni igieniche e alle vaccinazioni, si accumulano quelli più tipici del nostro stile di vita. Prima i casi di cancro al seno, alla prostata o all’intestino erano rari, ora invece il cambiamento nello stile di vita che molti paesi poveri stanno vivendo, pensiamo al passaggio repentino da un’alimentazione naturale a una da fast-food, sta creando questo marcato aumento di tumori non solo negli anziani, ma anche in persone relativamente giovani. Un altro esempio è il cancro ai polmoni: in Africa fino a dieci anni fa praticamente non si fumava, ora invece la situazione si è quasi ribaltata, anche a causa della molta pubblicità che viene fatta nel paese”.

Con quali intenti affronta questo appuntamento?

“L’idea è quella di lanciare la proposta di creare un fondo globale per finanziare la lotta al cancro, come già fatto contro l’AIDS. Un fondo speciale mondiale con delle precise priorità a cominciare dalla creazione di un registro globale dei tumori. Cito ancora l’esempio dell’Africa: del paese conosciamo in realtà solo l’1% dei casi, sappiamo quindi che il fenomeno sta esplodendo, ma non ne sappiamo ancora abbastanza. Un registro invece permetterebbe di organizzare un’azione mirata, agendo prima, in maniera concertata, su quei tumori per cui si possono ottenere i risultati maggiori, e di occuparsi inizialmente di quelli più debellabili come il cancro al seno, al collo dell’utero e i tumori infantili”.

Ma attualmente come si lotta contro questa ‘epidemia mondiale’? Qualcosa si sta già facendo?

“Mentre fino a pochi anni fa nei paesi diciamo ‘non ricchi’ si faceva molto poco, adesso alcuni cominciano ad occuparsi del problema. Esempi positivi sono il Brasile, che sta investendo molto nella terapia, dotandosi di apparecchi per la radioterapia, e attuando una campagna di vaccinazione per tutte le ragazze contro il papilloma virus. Oppure il Messico, che ha avviato una campagna di diagnosi precoce per il tumore al seno. Molto sta facendo anche la Cina, che finalmente ha cominciato la lotta contro il fumo, un problema enorme per il paese: è stato calcolato che se nel paese di continua a fumare in questo modo, i morti per tumore al polmone salirebbero a 3 milioni all’anno. Lo stato sta inoltre sviluppando tutto il sistema sanitario. Era stato interamente liberalizzato per anni, ora invece stanno di nuovo sviluppando l’offerta di ospedali pubblici come base alla lotta al cancro e garantendone l’accesso a tutti, cosa non più possibile nell’ultimo ventennio. Ci sono quindi tutta una serie di cose che stanno cominciando a muoversi, ma si tratta di azioni singole, non ben coordinate a livello internazionale e anche questa vorrà essere una delle priorità del fondo globale”.

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