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20.01.2015 - 15:020
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Rusconi spiazza tutti e benedice l'accordo tra Svizzera e Italia: "Non potevamo ottenere di più. Contrario al blocco dei ristorni"

Il deputato UDC: "Non mi sembra un accordo così sputtanato: ci facciamo un guadagno sui frontalieri e ci togliamo il problema delle black list salvando le banche. La si può chiamare Fallitalia finché si vuole ma noi non siamo l'ombelico del Mondo"

LUGANO - Pierre Rusconi spiazza. Decisamente. Certo, non è la prima volta che il Consigliere Nazionale UDC va controcorrente rispetto all'opinione generale o a quella del suo partito. Ma questa volta il dribbling di Rusconi lascia con le gambe piantate per terra. Roba da non credere. Vuoi per il tema (la bozza di accordo tra Svizzera e Italia), vuoi per le sfumature sul tema (il 9 febbraio). In  ogni caso politicamente spregiudicato e coraggioso nell'esporre il suo pensiero: per lui l'intesa tra Berna e Roma non è così male...sentiamo perché. 

Rusconi, ci dica.
"La bozza di accordo fra Italia e Svizzera è il massimo che potevamo cavare in questa situazione. Basta guardare le proporzione tra i due Paesi: loro sono 70 milioni di persone noi 8 in Svizzera e 300'000 in Ticino. Dobbiamo renderci conto del nostro peso specifico, al di là  dei proclami che piacciono alle folle. La verità è che siamo Italia-dipendenti da un punto di vista economico e commerciale. È da 5 o 6 anni che cercavamo questo accordo. E chi lo boccia perentoriamente non sa cosa significa negoziare sia in politica che in affari. Per quel che ne sappiamo al momento il punto chiave a favore del Ticino e della sua economia è lo stralcio dalla black list. Siamo arrivati a un minuto da mezzanotte a parare parzialmente il colpo sul rientro dei capitali italiani. Per la piazza finanziaria ticinese, la non ratifica di questo punto dell'accordo, significherebbe la catastrofe: perdere in modo certo e definitivo la clientela italiana. Così, invece, abbiamo la possibilità di giocarcela. La si può chiamare Fallitalia finché si vuole ma noi non siamo l'ombelico del Mondo". 

Il sacrificio per salvare la piazza finanziaria è stato fatto sulla fiscalità dei frontalieri?
"Non è nemmeno un sacrificio enorme, sapevamo di non poter arrivare molto più in là...".

Beh, negli auspici c'era quanto meno l'idea di avvicinarsi il più possibile alle percentuali con cui si tassano i frontalieri austriaci o francesi. E siamo molto lontani. 
"È vero ma noi non avevamo armi per imporre all'Italia questa logica. I negoziatori italiani hanno fatto il loro gioco alla grande, hanno tirato per le lunghe, e alla fine hanno tirato fuori l'asso dalla manica del programma di autodenuncia, mettendoci con le spalle al muro sulla tempistica.  Ora i cittadini italiani potranno partecipare a quel programma alle stesse condizioni di quelle applicate ad altri Paesi che non figurano sulle liste nere italiane. Noi abbiamo ottenuto lo stralcio dalle black list e una quindicina di milioni in più dai frontalieri: non mi sembra così male come sento dire...". 

E la famosa clausola anti 9 febbraio: come l'ha presa da rappresentante dell'UDC?
"L'Italia è nell'Unione Europea e le leggi europee sovrastano quelle italiane. La Svizzera ha ancora tempo per trovare un'intesa con Bruxelles. E se la troverà l'Italia dovrà semplicemente adeguarsi. Capisco che cautelativamente gli italiani abbiano voluto farsi scudo di questa possibilità. Non mi pare uno scandalo".

Pare però di capire che se verranno applicati i contingenti l'Italia farà comunque cadere il nuovo accordo riesumando quello attuale firmato nel 1974.
"È un'interpretazione, non l'unica".  

E come valuta il fatto che la Svizera abbia accettato questa condizione, essendo i contingenti già stati approvati dal popolo svizzero?
"I contingenti entreranno in vigore fra due anni con o senza un accordo con l'Europa. Io spero con un'intesa. Perciò per la Svizzera non fa differenza che ci sia questa clausola". 

I ministri leghisti hanno già annunciato il blocco dei ristorni.
"Lo stanno dicendo in un momento in cui ognuno può dire quello che vuole. Ma non sono legittimati a dirlo perché l'eventuale blocco lo si deciderà dopo le elezioni cantonali. Auguro a tutti e due di esserci, però sono dichiarazioni premature..."

Potrebbero essere bloccati comunque, al di là dell'esito delle elezioni.
"Non li bloccheranno mai senza i due leghisti"

Riformulo: lei cosa ne pensa del blocco dei ristorni?
"Sono assolutamente contrario, coerentemente con l'impegno che avevo assunto con Eveline Widmer Schlumpf lo scorso anno quando ci schierammo contro il blocco per non esacerbare gli animi in un momento di trattativa. Glielo ripeto, non mi sembra un accordo così sputtanato: ci facciamo un guadagno e ci togliamo il problema delle black list. Il tutto con le armi spuntate che avevamo a disposizione. Se si deciderà per il blocco dei ristorni pretendo da chi lo vorrà attuare che, prima di prendere questa misura che verosimilmente farà saltare l'accordo, ci spieghi quali sono le soluzioni alternative per la piazza finanziaria e per l'imposizione dei frontalieri. Soluzioni però, non ipotesi". 

Mi pare di capire che promuova anche la Consigliera Federale Widmer Shclumpf per questa trattativa. Sbaglio?
"Alla signora Widmer Schlumpf concedo la sufficienza per questa trattativa. La sua grave responsabilità politica però è quella di aver portato la Svizzera e il Ticino in situazioni imbarazzanti e di debolezza che ci costringono oggi ad accettare questi accordi. Ha messo il mondo finanziario in ginocchio, calando le braghe su tutto, e poi è andata a trattare".  

In conclusione: l'UDC ticinese, al contrario di lei, ha espresso una posizione molto critica verso questo accordo. Cosa mi dice su questo punto?
"Cosa vuole che le dica...è la campagna elettorale. Io non ho ambizioni e quindi mi sento di dire quello che penso. Capisco che il mio partito voglia cavalcare un cavallo elettoralmente pagante in questo momento. Ma non possiamo far credere ai nostri concittadini che sia possibile piegare l'Italia alla nostra volontà".      

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