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Politica e Potere
23.01.2015 - 11:220
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Le fughe di notizie che incendiano il Palazzo, lo scontro tra Bertoli e Zali, le molte domande e il punto di non ritorno

L'ANALISI - Per molti la discussione tellurica andata in scena mercoledì in Governo segna la fine della legislatura. La traumatica segnalazione a maggioranza in Procura. E quell'ultimo patto violato tra i ministri reso noto dal Quotidiano

BELLINZONA - È il punto di rottura che segna irrimediabilmente la fine della legislatura. È questo il giudizio che i ben informati e gli analisti della politica ticinese traggono dal durissimo scontro andato in scena mercoledì mattina in Consiglio di Stato. Uno scontro con diverse sfumature inquietanti dal punto di vista istituzionale e che solleva più di un interrogativo. 

I fatti, in breve. La riunione governativa della settimana parte già con una tanica di benzina sul fuoco. La fuga di notizie sulla bozza di comunicato sull'accordo tra Svizzera e Italia - che doveva uscire venerdì scorso ma è stata cestinata a causa della contrarietà della maggioranza dei ministri - è la goccia che fa traboccare il vaso. Il Corriere del Ticino rende noto l'esistenza di quello che viene subito definito il "comunicato fantasma". Mentre Ticinonews, il lunedì successivo, svela alcuni passaggi di quella nota mai arrivata nelle redazioni. Parte lo scontro in seno al Governo. In particolare Manuele Bertoli punta il dito direttamente contro Claudio Zali. I due se le dicono di santa ragione. E nell'Esecutivo si accende una discussione tellurica.

Esplode la tensione e, come in una resa dei conti, vengono citati tutti i casi di presunte fughe di notizie o di uscite inopportune di questo o quel ministro del recente passato. Ma c'è un caso che più di tutti - molto di più, per dire, della fuga di notizie sul comunicato fantasma - scalda gli animi. La pubblicazione sul Mattinonline del rapporto del delegato ai rapporti transfrontalieri Francesco Quattrini.  Un rapporto che la Cancelleria aveva inviato solo ai Consiglieri di Stato e dunque non era nella disponibilità, o quantomeno non doveva esserlo, di alti funzionari e di collaboratori personali. Quattrini è inviso alla Lega; pare che Claudio Zali fosse decisamente contrario alla sua nomina e forse alla creazione stessa della funzione. E proprio ieri il capogruppo in Gran Consiglio Daniele Caverzasio ha stilato una durissima interrogazione contro il funzionario alle dipendenze della Cancelleria. In particolare perché lo stesso avrebbe scritto al Governo consigliando di accettare e sostenere positivamente l'accordo tra Svizzera e Italia. Quattrini è al suo posto? Ha chiesto in sintesi Caverzasio al Governo.

Ma torniamo al punto. Bertoli avrebbe apertamente e duramente accusato Zali soprattutto per questa fuga di notizie: quella ritenuta più grave, per l'appunto. E anche Norman Gobbi sarebbe stato chiamato in causa, seppur con meno accenti polemici, per una risposta a un'interrogazione del suo Dipartimento finita prematuramente sul Mattino. 

Di qui la decisione di rivolgersi a un arbitro: il Ministero Pubblico, immaginiamo nella figura del Procuratore Generale John Noseda a cui solitamente toccano questi casi ad alta tensione politica. Ma anche questa scelta, più volte fatta in passato, viene presa dopo un passaggio traumatico: il voto. A memoria, ma possiamo sbagliarci, il Governo non ha mai deciso di rivolgersi alla Procura per casi analoghi dopo una votazione. Almeno nel recente passato. E invece la segnalazione contro ignoti viene decisa a maggioranza: 3 a 2. La minoranza, ça va sans dire, è composta dai ministri leghisti.

Perché? Questo è il primo e più semplice interrogativo. Perché i due leghisti si sono opposti alla segnalazione in Procura? E perché la maggioranza, e a maggioranza, ha deciso addirittura di rivolgersi al Ministero Pubblico non riuscendo quindi a trovare una soluzione concordata interna? Si mormora di documenti ufficiali usciti da Palazzo, di e-mail...c'è qualcuno che ha in mano qualche prova concreta per spingere la faccenda fino in via Pretorio dopo una votazione di 3-2? Oppure Zali e Gobbi hanno detto di "no" perché non dare il loro avallo a quello che considerano un attacco politico e non un atto per fare chiarezza? E, infine, che tipo di peso ha avuto, se lo ha avuto, questo scontro feroce avvenuto prima (prima!) della controversa presa di posizione del Governo sull'accordo tra Svizzera e Italia?  

Domande che probabilmente resteranno senza risposta. Oppure con più risposte ma senza certezze. Al di là del profilo giudiziario che, a dire il vero, poco ci interessa, resta la questione politica. Il clima nel quale il Governo sarà chiamato ad operare nelle prossime settimane per di più ad un passaggio decisivo per il futuro del nostro Cantone legato alla bozza di accordo tra Svizzera e Italia. 

Ieri sera infatti la RSI, attraverso il Quotidiano, ci ha messo il carico da 11 rivelando la vicenda che abbiamo fin qui descritto. E questo è un ulteriore barile di benzina sull'incendio in corso Palazzo delle Orsoline. Fra i ministri era stato infatti concordato un patto solenne: la notizia dello scontro e della segnalazione al Ministero pubblico non deve uscire. Ma il patto è durato un giorno appena...sintomatico, molto sintomatico. 

Una micro riflessione in conclusione. Il giornalismo non esisterebbe senza le fughe di notizie. E per avere una fuga di notizia ci vuole qualcuno che parla e qualcuno che pubblica. Qualsiasi fonte spiffera una notizia o per amicizia o per averne un tornaconto personale. Il giornalista dal canto suo viene "usato" per fare uscire un'informazione e in cambio ottiene lo scoop. Di santi non ce ne sono: né da una parte, né dall'altra. Fa parte del gioco. E fin quando le notizie sono vere e di interesse pubblico, al di là dei meccanismi che le muovono, e con i rischi annessi e connessi di poter scivolare negli ingranaggi, di cui soprattutto il giornalista deve tener conto, questo è un bene per la democrazia. 

Per questo risultata torbida questa vicenda: perché scatenare un tale putiferio? Si è solo, forse irrimediabilmente, rotto un rapporto di fiducia tra le persone o c'è di più?

AELLE

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