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26.01.2015 - 08:450
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Martino Rossi: "Vogliamo chiarezza sul Progetto Lavoro. Chi decideva le assunzioni? E perchè 62 partecipanti su 364 risiedevano fuori città?"

Il capogruppo del PS: “Quante sono state le persone provenienti dall’estero che si sono stabilite a Lugano (o nel Luganese) proprio perché hanno trovato il loro primo impiego in Svizzera tramite il Progetto Lavoro?"

LUGANO – “Il totale dei partecipanti al Programma Lavoro è stato di 364 persone. Il 63% dei partecipanti era di nazionalità svizzera, il 37% straniera. Gli stranieri assunti nel Programma Lavoro sono dunque stati 135; più precisamente, il 19% dei partecipanti era di nazionalità “europea” (69) e il 18% proveniva da Africa, America e Asia (66)”.
Il capogruppo socialista in Consiglio comunale, Martino Rossi interpella il Municipio sul caso emerso a Lugano nell’ambito del caso Burgarella e della sua nomina, poi revocata, a event manager del LAC. Il tema è il Programma Lavoro e i dati forniti da Rossi sono contenuti nel rapporto di valutazione sul progetto che il Municipio ha commissionato all’Istituto ricerche economiche.
Rossi chiede: “Come si concilia l’affermazione dell’Onorevole Borradori secondo cui solo 20 italiani sarebbero stati assunti nel Progetto Lavoro, con il fatto che il rapporto di valutazione di questo Progetto parla di ben 135 partecipanti stranieri? Alla luce delle finalità del Progetto Lavoro, e della quota del 39% di stranieri nella popolazione di Lugano, come si spiega l’affermazione dell’Onorevole Sindaco secondo cui la partecipazione di 20 persone di nazionalità italiana era “di troppo”? Di troppo anche se fossero state domiciliate a Lugano?”.

E spiega: “Infatti, in una città come Lugano in cui il 39,1% dei residenti è di nazionalità straniera, un programma destinato a prevenire la disoccupazione e l’assistenza è ovviamente indirizzato a tutti i residenti che potrebbero cadere in disoccupazione o in assistenza, dunque anche ai residenti stranieri”. 

Poi Rossi solleva un altro punto: “Il rapporto di valutazione dell’IRE dice che tutti i partecipanti erano “residenti nel Luganese”, ma non dice quanti erano residenti a Lugano o in altri comuni della regione. Solo i residenti a Lugano, ci sembra ovvio, sarebbero dovuti essere il target del Programma, poiché interamente finanziato dalla Città. I ricercatori dell’IRE, da me interpellati, hanno indicato che il 17% dei partecipanti al Progetto Lavoro non erano residenti a Lugano: si tratta quindi di ben 62 persone”.
Quindi la domanda: “Come valuta Il Municipio il fatto che nel Progetto Lavoro siano state assunte oltre 60 persone non residenti nel Comune di Lugano?”

Il Progetto Lavoro, prosegue il capogruppo del PS, “non poteva certo essere indirizzato a immigrati in cerca di un loro primo impiego in Svizzera (come sembra essere stato il caso della signora Burgarella), perché quel genere di immigrati può rimanere in Svizzera solo a due condizioni: o dispone di un contratto di lavoro, o dimostra di poter sopperire ai propri bisogni senza aiuti pubblici di nessun tipo”. 

E la relativa domanda: “Quante sono state le persone provenienti dall’estero che si sono stabilite a Lugano (o nel Luganese) proprio perché hanno trovato il loro primo impiego in Svizzera tramite il Progetto Lavoro della Città?”.

Rossi chiede quindi chi decideva l’assunzione nel Progetto Lavoro: “Il Municipio? I singoli Municipali? Il Municipale a capo del dicastero Giovani ed Eventi? Il funzionario dirigente di quel dicastero? L’Ufficio del personale?”.

 

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