ULTIME NOTIZIE News
Salute e Sanità
27.02.2015 - 11:340
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

"Da giovane ho dovuto scegliere se curare il prossimo con la musica o con la medicina. Ma oggi posso dedicarmi a entrambe"

Intervista al dottor Mauri capo dell'area critica della Clinica Luganese che riunisce il pronto soccorso, l'anestesia e le cure intense: "L'anestesista angelo custode di una medicina alla rovescia. Che è come prendere l'aereo: decollo, volo e atterraggio"

LUGANO – A un certo punto ha dovuto scegliere se fare il medico o il musicista: "Si trattava di decidere se dedicare la vita alla cura del prossimo con la scienza medica o l’armonia della musica. Gli insegnanti di allora furono lungimiranti ed oggi posso dedicarmi con passione sia all’una che all’altra".

Il dottor Romano Mauri è attualmente il responsabile di uno dei reparti più impegnativi e originali della Clinica Luganese: “Quello che è stato fatto qui a Moncucco – ci spiega - è un unicum a livello ticinese. La direzione ha infatti scelto di unire sotto un unico cappello tre servizi destinanti al paziente che versa in uno stato critico: pronto soccorso, anestesia e cure intense. Queste specialità sono racchiuse in quella che chiamiamo “area critica”, di cui sono responsabile. L'idea alla base di questa organizzazione è quella di creare sinergie forti fra i medici attivi in questo settore in modo da facilitare il flusso dei malati e il passaggio di informazioni senza troppi intermediari".

E la scommessa è riuscita: “Funziona molto bene. Abbiamo superato le difficoltà che ci sono nei grossi ospedali, dove queste entità sono separate, e portano il personale medico e infermieristico a una sorta di protezione del proprio settore limitando il loro ambito di competenza. Per fare un esempio pratico: se un paziente giunge in Pronto Soccorso e necessita di una continuazione della terapia in Cure Intense sarà lo stesso personale sanitario che dovrà occuparsene garantendo una efficiente continuità nella presa a carico.

Ma dove nasce questa passione del dottor Mauri per questa  medicina acuta  che opera  spesso in una sorta di trincea tra la vita e la morte? “Già da ragazzo – racconta – avevo una passione per la medicina d'urgenza. Tanto è vero che ai tempi del liceo ho fatto il volontario per il servizio ambulanze della Croce Verde Lugano, di cui per altro anni dopo ho avuto l’onore di essere Presidente.. Non so da dove nasca ma ho sempre avuto questo interesse per l’ambito acuto della medicina, la presa a carico del paziente critico, la protezione delle funzioni vitali…..Ho praticato la medicina d’urgenza extraospedaliera per diversi anni vestendo sia i panni del medico attivo sull’ambulanza che di quello attivo sull’elicottero. Sono sicuramente stati periodi molto intensi dove s’impara a gestire non solo lo stress del malato acuto ma anche le difficoltà di lavorare in ambienti ostili con mezzi diagnostici ridotti".

"Dal 2005 - aggiunge - sono Presidente della Fondazione Ticinocuore nata lo stesso anno e che da un decennio si occupa delle rianimazione cardiopolmonare sul territorio. Questo progetto nato su iniziativa dei servizi ambulanze del cantone ed il Cardiocentro ha permesso di aumentare in modo estremamente significativo il numero di sopravvissuti tanto da essere stati scelti come centro di eccellenza a livello europeo".

Quali qualità caratteriali occorrono per essere adeguati a questo tipo di medicina?
“Calma, un po' di coraggio, sicurezza nelle decisioni, saper anticipare gli eventi e una grande capacità di leadership nel gruppo. Le qualità di un individuo non sono comunque sufficienti se non è attorniato da un team altrettanto competente ed affiatato in cui si possa riporre la propria fiducia e che sia gestito con rispetto e valorizzazione del prossimo a qualsiasi livello".

Passiamo ora in rassegna i vari ambiti dell’area critica di cui è responsabile: cominciamo dall’anestesia. 
“L'anestesia è sicuramente un segmento della medicina difficile e molto poco conosciuto. A me piace definirla po' una medicina al contrario. Noi esseri umani siamo fatti per essere svegli, coscienti...e invece l’anestesia addormenta il paziente, altera la coscienza, abolisce le percezioni. Tutto questo in maniera transitoria naturalmente così da permettere al malato di sopportare un intervento chirurgico o un esame particolarmente invasivo. Possiamo sicuramente paragonarci all’esperienza di volare con la fase d’induzione dell’anestesia paragonabile al decollo, il periodo operatorio equiparabile al volo ad alta quota e il risveglio riconducibile all’atterragio. Quello che è interessante è che come per l’aviazione anche per l’anestesia le fasi di decollo e atterraggio sono le più delicate. Le similitudini in queste due realtà va fino al punto di imparare dai piloti stessi come prepararsi ad affrontare un emergenza e in quale modo gestire il team in questi casi". 

Come definirebbe l’anestesista?
“È un po' l’angelo custode del paziente. L'anestesia si occupa di seguire il malato soprattutto nella fase perioperatoria accogliendolo prima dell’operazione nella visita ambulatoriale che di principio avviene almeno una settimana prima dell’intervento, per poi seguirlo durante tutta la fase delicata della sala oparatoria seguita dalla sala risveglio ed eventualmente dalla presa a carico del dolore in reparto”.

Le persone hanno ancora paura di non risvegliarsi?
“Sì, certo. Anche se esprimono in modi diversi questa paura. C’è chi la vive serenamente e chi con angoscia. Per questo è fondamentale che il malato venga visitato dall'anestesista diversi giorni prima dell’operazione. È indispensabile ascoltare il paziente, comprendere le sue paure e poter offrire un sostegno. Anche perché se questa paura non emerge e resta nascosta in qualche modo può indurre un vissuto negativo”.

Ma è fondata o meno questa paura di non risvegliarsi?
“Non è completamente infondata perché come tutti sanno in medicina il rischio 0 non esiste. Ma detto questo non bisogna affatto essere terrorizzati nell’affrontare un intervento chirurgico: il rischio di non risvegliarsi è davvero minimo e dipende da innumerevoli fattori che raramente un paziente ha la sfortuna di addizionare globalmente ”.

E veniamo alle cure intense: un altro reparto della medicina di trincea…
“Il Consiglio d’amministrazione della Clinica Luganese ha deciso coraggiosamente di dotarsi di questa struttura. In particolare si tratta di un reparto di sei letti dotato di tutte le apparecchiature e gli standard qualitativi che vengono richiesti in Svizzera a tutti gli ospedali e le cliniche che vogliono dotarsi delle cure intense riconosciute. Qui si accolgono i pazienti più deboli che devono essere sostenuti nelle loro funzioni vitali. Vi sono casi di polmonite grave, oppure grossi interventi chirurgici, o ancora gravi infezioni. Il nostro compito è aiutare il paziente a superare questo passaggio particolarmente critico. È un reparto complesso dove il malato è sorvegliato e curato da un team di specialisti che lo seguono costantemente al fine di adattare continuamente la terapia ai cambiamenti repentini tipici di questi pazienti. Un ruolo importante nella cura è rappresentato dalle famiglie che vengono accolte, informate ed invitate a passare del tempo accanto ai loro cari".

Che differenza c’è tra un Pronto soccorso di una struttura pubblica e quello di una clinica privata? 
“Quella che sicuramente noi abbiamo di particolare è che il medico che opera in pronto soccorso ha una specializzazione  FMH in medicina interna o in chirurgia. Non abbiamo dei medici in formazione anche se in futuro potrebbero essere accolti ed affiancati ai medici esperti così da contribuire alla crescita professionale dei nostri giovani colleghi. Poniamo grande attenzione alla collaborazione con i medici sul territorio, con i servizi ambulanze ed in particolare la Croce Verde di Lugano e con i colleghi dell’Ospedale Civico. Le porte del reparto sono aperte a tutte le persone che decidono di farvi capo ma tratterremo in clinica solo quelle patologie dove possiamo garantire una competenza specialistica nel trattamento. Un esempio potrebbe essere un paziente affetto da infarto miocardico acuto dove parallelamente alla somministrazione della terapia medicamentosa d’urgenza viene organizzato il suo immediato trasferimento al Cardiocentro. Nel caso invece di un paziente anziano trasportato dall’ambulanza per una frattura del femore verrebbe preso acarico da un team multidisciplinare composto dal medico di pronto soccorso, da uno specialista in ortopedia e da un medico geriatra. L’apertura delle Cure Intense ha sicuramente dato “respiro” al Pronto Soccorso che può permettersi di accogliere malati sempre più critici”.

E come medico preferisce la sanità pubblica o privata?
“La carriera mi ha portato a lavorare nel privato ma per me in fondo è sempre stato indifferente. Non mi sono mai preoccupato di questo fattore. Ho sempre seguito l'interesse legato alla mia professione, alle sue possibilità di sviluppo ed al rispetto dei principi che portano il paziente ad essere al centro della nostra attenzione”. 

E allora ci dica cosa trova un paziente nella Clinica Luganese e quello che ha trovato lei come medico.
La particolarità per i pazienti è che il medico specialista cura direttamente l’ammalato senza intermediari. La filosofia è quella del medico accreditato in clinica che conduce direttamente la strategia terapeutica creando quindi una presa a carico personalizzata.. È una specificità davvero molto particolare che i malati apprezzano. Come medico apprezzo la grande coerenza e serietà con cui sono stati portati avanti i diversi progetti concordati con la direzione. In questi primi anni di lavoro comune sono state realizzate idee e concetti di grande impegno sia dal punto di vista delle strutture che dei processi con non da ultimo dei notevoli sforzi finanziari miranti all’obbiettivo unico di poter offrire una medicina moderna che potesse prendere a carico patologie sempre più complesse in pazienti estremamente fragili". 

E ora torniamo all’inizio: a quella scelta tra fare il medico e il musicista.
"Come già evocato precedentemente mi sono lasciato guidare dai miei insegnati di allora. Io provengo da una familgia semplice che mi ha sempre sostenuto, non senza sacrifici, nella mia crescita professionale e chi mi ha lasciato scegliere liberamente. Durante gli studi a Losanna ed i seguenti anni di specializzazione ho abbandonato la musica anche perché un’altra passione mi ha portato a conseguire il brevetto di volo come pilota di elicottero che ho coltivato per parecchi anni prima di ritrovare la vecchia passione per il rigo musicale. Il ritorno in Ticino è avvenuto nel 1999 con l’apertura del Cardiocentro dove ho lavorato per 12 anni prima di accettare questa nuova sfida a Moncucco".

E la musica?
“Ho ripreso a praticare il mio strumento frequentando la classe di tromba del maestro A.Faillaci alla scuola di musica del conservatorio e grazie a lui ho avuto l’opportunità di far parte dell’orchestra mondiale dei medici che suona per beneficienza in tutti gli angoli del globo. Inoltre la passione per le origini bandistiche della mia educazione musicale mi ha permesso di raggiungere la Filarmonica di Castagnola che grazie al carismatico maestro M.Ghisletta realizza eventi musicali unici ed estremamente stimolanti. Nel futuro musicale oltre alle citate attività vi è una grande iniziativa che porterà l’orchestra mondiale dei medici a Lugano per il mese di giugno del 2017. Come vede non riesco a starmene con le mani in mano.”. 

Quali sono i suoi musicisti di riferimento?
“A me è sempre piaciuta la musica classica e in particolare gli autori russi per la musica sinfonica e le composizioni barocche per quanto riguarda il mio strumento.
Questo non vuol dire che disprezzo altri stili musicali come la musica leggera il jazz o altre composizioni meno impegnative".

Che legame vede, se lo vede, tra musica e medicina?
"La musica e la medicina sono un arte tutte due volte a produrre benessere, forse è per questo che una grande percentuale di medici in un momento o l’altro della loro vita hanno suonato uno strumento".

Resta connesso con Liberatv.ch: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
Tags
passione
paziente
anestesia
clinica
medici
musica
medicina
soccorso
medico
cure
News e approfondimenti Ticino
© 2024 , All rights reserved