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27.02.2015 - 17:590
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Architetto milanese al Civico, dopo l'articolo di liberatv l'EOC apre un concorso. La presidente della SIA: "La progettazione in casa ci preoccupa"

Ma l'Ente ha deciso di non rescindere il mandato al professionista, limitandolo a un solo anno

di Marco Bazzi

LUGANO – Contrordine compagni. Il Consiglio di amministrazione dell’Ente ospedaliero cantonale ha deciso nella sua seduta odierna di aprire un concorso per l’assunzione di un architetto che farà parte del team incaricato della ristrutturazione di alcuni importanti reparti del Civico di Lugano.

Il caso, sollevato nei giorni scorsi da liberatv (leggi l'articolo correlato), è quello che riguarda l’assunzione, con un mandato diretto della durata di due anni, di un professionista milanese che, secondo la direzione del Civico, vanta grande esperienza in progettazioni ospedaliere. Al di là della nazionalità – molti si sono chiesti se in Ticino, terra d’Accademia, non vi fossero professionisti all’altezza -, rimane la questione del mandato diretto. Soprattutto alla luce del fatto che l’EOC è un ente para pubblico. Ma, se ci sarà un concorso, che fine farà l’architetto già assunto? Salomonicamente, i vertici dell’Ente hanno deciso di tenerlo comunque, forse anche per evitare di inoltrarsi in gineprai legali dall’esito incerto, ma di limitare il mandato a un solo anno.

Intanto, contattata da liberatv, Federica Colombo, presidente dalla SIA, la società degli ingegneri e degli architetti, non nasconde perplessità e preoccupazioni per la procedura adottata. Al di là del mandato diretto, critica anche la scelta dell’Ente ospedaliero di gestire “in casa” la progettazione dei nuovi reparti del Civico.

“Abbiamo già segnalato le nostre ragioni quando siamo venuti a conoscenza di questa scelta, che non condividiamo. Un conto è avere all’interno dell’Ente un servizio tecnico, un altro eseguire in proprio la progettazione, mettendo a concorso, come è stato fatto, unicamente la direzione lavori, che è stata assegnata a uno studio di architettura. Per fare un paragone, è come se il Cantone si mettesse a progettare in proprio le scuole… Sarebbe la fine della nostra professione. Gli enti pubblici, come i privati, dovrebbero fare i committenti, non i progettisti”.

 

 

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