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Politica e Potere
28.02.2015 - 11:350
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

L’articolo di Tio sull’anonimo “politico galoppino” e l’invettiva di Dadò: “Giornalismo che sparge fango, alla spasmodica ricerca di scoop”

Ad innescare la bagarre, la pubblicazione del racconto di una lettrice del portale che narrava di un episodio di ‘galoppinaggio’ a opera di un “noto politico in campagna elettorale” alla ricerca di voti

BELLINZONA – “Smettetela di sparar fuori notizie a metà, solleticare pruriti e infangare tutti con questo giornalismo da strapazzo!” A lanciare l’invettiva, con un post sul proprio profilo Facebook, Fiorenzo Dadò. Bersaglio: il portale Ticino on line, nonché il “fratello editoriale” 20Minuti. Scintilla che innesca la bagarre: un articolo, apparso sui due quotidiani, che narrava di un episodio di ‘galoppinaggio’ a opera di un “noto politico in campagna elettorale” avvenuto qualche giorno fa; Il politico galoppino: "Ti pago il caffè, tu mi voti", questo il titolo.

L’articolo di Tio

Il pezzo ‘incriminato’ risale a giovedì scorso e narra di “uno spaccato di politica ticinese” segnalato da una lettrice a Tio. La donna raccontava di trovarsi per pranzo in un locale, di essersi assentata un attimo dal suo posto e di averlo trovato, al suo ritorno, “letteralmente rubato da un noto politico e da una  miriade di suoi conoscenti”. Qualche protesta con la cameriera, ma poi la donna cede e si siede altrove. Più tardi il politico in questione – di cui non si fa il nome, ma su 20Minuti si dice essere volto noto del PPD, riferimento ‘epurato’ dalla versione online – sarebbe andato dalla donna per scusarsi offrendole il caffè.

Ed è a questo punto che, secondo la testimonianza della donna, la situazione si fa… galoppante. “Invece di ordinarlo, o di lasciare la somma al cameriere di turno, ha lasciato sul tavolo 10 franchi sottolineando che sarebbe stato bello se mi fossi ricordata di questo gesto in vista delle elezioni. Automaticamente i giovani commensali del politico si avvicinano offrendomi due biscotti, resto dei caffè da loro bevuti, chiedendo a loro volta i voti”.

La testimonianza si chiude così, e l’articolo di Tio approfondisce poi, insieme al direttore dell’Osservatorio della vita politica regionale dell’Università di Losanna Oscar Mazzoleni, la natura e i modi del galoppinaggio politico.

L’invettiva di Dadò: “La nuova inquisizione in salsa ticinese. Al "rogo" il galoppino anonimo o il giornalismo da strapazzo?”

Qualche ora più tardi arriva tagliente il commento di Fiorenzo Dadò: “Sul portale Ticinoline, lo stesso portale che ignora le iniziative urgenti che vengono proposte per far fronte al grave problema della disoccupazione, ma che nel contempo si diverte a pubblicare le liste di proscrizione di vergognosa memoria, oggi spara Urbi et Orbi una notizia da Guinness dell'inquisizione, ossia una pesante accusa di galoppinaggio della quale si sarebbe macchiato un noto(?) politico in campagna elettorale”.

“Il giornalista alla ricerca spasmodica di scoop – scrive ancora –, si limita a fare allusioni, mettere il sospetto, ma del nome di colui o colei che si è macchiato del gravissimo reato, neppure l'ombra. Stesso discorso per il fratello editoriale 20 Minuti, e neppure sulla carta si ha la decenza e l'onestà di fare il nome. Si preferisce spargere fango a casaccio, sputacchiare un po' dappertutto nella direzione dove serve, ma di nomi neppure l'ombra”.

E allora, “se davvero c'è il galoppino, se davvero il fatto è come viene descritto, se davvero son girati anche somme importanti, allora fuori sto nome!”. Perché, aggiunge, “a questo punto la domanda che tutti si fanno è: chi sarebbe questo noto politico, che si è macchiato di questo fattaccio ignobile? Per gli ignari lettori potrebbero essere praticamente tutti, tranne (pace all'anima loro) i poveri morti”.

“Ma per favore!”, sbotta dopo aver partecipato al ‘giochino’ dei “nomi sparati a casaccio”. “Dite chi è (sempre se è vero), date in pasto il nome ai lettori e finiamola li. Ma smettetela di sparar fuori notizie a metà, solleticare pruriti e infangare tutti con questo giornalismo da strapazzo”.

 

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