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Cronaca
28.02.2015 - 17:410
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Zali incontra i pescatori: “Non solo un passatempo, ma una tradizione che non può essere interrotta. Possiamo fare di più”

Presente all’annuale assemblea dei delegati della Federazione ticinese per l’acquicoltura e la pesca, il ministro del Territorio ha parlato anche degli investimenti futuri che il Cantone intende attuare per migliorare le condizioni dei corsi d’acqua

MURALTO – Si è tenuta questo pomeriggio a Muralto l’annuale assemblea dei delegati della Federazione ticinese per l’acquicoltura e la pesca. Presente all’incontro anche il ministro del Territorio Claudio Zali, che durante il suo intervento ha parlato dell’importanza della promozione della pesca e degli investimenti futuri che il Cantone intende attuare per migliorare le condizioni dei corsi d’acqua.

Ma non poteva mancare anche un accenno alla polemica che ha tenuto banco nell’ultimo periodo fra i pescatori e che ha portato i dilettantisti del Verbano a promuovere una raccolta firme contro la “mattanza scriteriata” causata da leggi troppo permissive nei confronti dei ‘retaioli’.

E riallacciandosi proprio alla raccolta firme, il consigliere di Stato ha dichiarato: “Tengo a farvi sapere di avere recentemente incontrato i promotori della raccolta firme, condividendo con loro la necessità di una presenza costante dei guardiapesca sui due grandi laghi. Questa problematica, sommata ad altre sollecitazioni esterne che riguardano non solo la pesca ma pure la caccia, invita ad una riflessione. Sarà pertanto mia premura adoperarmi attivamente per valorizzare ulteriormente l’operato dell’UCP, valutando se le risorse oggi a disposizione sono sufficienti e distribuite secondo le necessità concrete, a beneficio di tutti: dei pescatori, dei cacciatori, del territorio e della popolazione”.

La pesca “non è solo un sano passatempo a contatto con la natura, ma anche una passione nonché una preziosa tradizione da trasmettere alle future generazioni che non può e non deve essere interrotta”, per questo Zali ha assicurato che il suo Dipartimento “è molto sensibile e attento alla promozione di questa attività, e vi assicuro la nostra piena collaborazione in questo senso”.

Attività che testimonia sempre un vivo interesse, riprova ne sono le 1346 patenti gratuite distribuite nel 2014 ai giovani fino ai 13 anni, nonché i 500 neofiti che annualmente frequentano il corso di introduzione alla pesca. “Sono convinto che dobbiamo continuare ad avvicinare alla pesca anche chi non ha un’esperienza in questo campo. Stiamo sì andando nella giusta direzione ma, a mio avviso, occorre fare di più, promuovendo l’attrattività della pesca nel nostro Cantone”.

Altro aspetto particolarmente delicato e sentito da Zali è quello legato alle rivitalizzazioni dei corsi d’acqua. E se il recupero del fiume Ticino è ormai in corso, ora è la volta del fiume Maggia, che soffre del regresso del suo pescato e delle popolazioni di pesci che ospita. “Un’entrata in materia su questa problematica è oggi d’obbligo.vÈ per questo che intendo definire quanto prima gli estremi per un mandato, allo scopo di comprendere le possibili cause di questo problema e soprattutto per identificare delle misure concrete e percorribili”, ha annunciato il ministro.

Ma anche molti altri corsi d’acqua del Cantone necessitano di interventi di recupero e di valorizzazione: infatti la pianificazione della rivitalizzazione dei corsi d’acqua di tutto il territorio cantonale, recentemente adottata dal Consiglio di Stato e trasmessa all’Ufficio federale dell’ambiente per approvazione, nel dettaglio prevede, in una prima fase, interventi su oltre 150 chilometri da realizzarsi nei prossimi vent’anni. A questo si aggiungono oltre 80 dislivelli puntuali sui quali ripristinare la libera migrazione ittica. “Molto lavoro deve dunque essere fatto”, ha commentato Zali.

Un grande lavoro, “frutto di un programma molto ambizioso che interesserà tutte le regioni del Cantone” e che richiede anche grandi investimenti. Per far meglio comprendere la portata dei cambiamenti in vista, Zali ha quindi snocciolato qualche cifra. Se dal 2012 ad oggi, “il volume d’interventi di recupero degli ecosistemi acquatici si è attestato attorno a circa 3,5 milioni di franchi, importo questo paragonabile ai quadrienni precedenti, a partire dal prossimo anno, con la nuova pianificazione sulla rivitalizzazione dei corsi d'acqua, avremo degli investimenti molto più importanti”.

Insomma, “sul quadriennio 2016-2019 dobbiamo quindi attenderci diverse realizzazioni con elevati sussidi cantonali e federali a disposizione dei promotori e dei committenti. Per questo primo blocco stimiamo un volume lavori di circa 15 milioni di franchi (ossia circa 4 volte di più rispetto a CHF 3,5 milioni di oggi)”.

Zali ha infine commentato il risanamento dei problemi causati dall’idroelettrico. Interventi, la cui pianificazione è ora in attesa di approvazione da parte dell’Ufficio federale dell’ambiente, nati grazie all’iniziativa “Acqua viva”, “fortemente sostenuta da tutti voi. E di tutto questo avete certamente il merito”.

Riferendosi sempre al prossimo quadriennio, le prime misure concrete che verranno realizzate interesseranno il ripristino della libera migrazione dei pesci nel fiume Ticino sulle opere presenti a Lavorgo, oltre che nella Maggia ad Avegno, nella Lavizzara sotto Brontallo e nella Bavona a monte di Cavergno. Queste opere saranno interamente sussidiate tramite i crediti gestiti da Swissgrid per una spesa complessiva attorno ai 2 milioni di franchi.

Inoltre, ha spiegato ancora, è previsto l'avvio della progettazione delle misure necessarie per limitare gli effetti delle variazioni giornaliere di portata per gli impianti di Personico e Biasca (centrale Nuova Biaschina–AET e centrale Biasca–OFIBLE), con dei benefìci attesi negli anni seguenti sul fiume Ticino, da Personico fino alla foce del Verbano.

Sempre nell’ambito dell’idroelettrico, infine, sono inoltre attese tutte le misure di carattere ambientale legate ai rinnovi delle concessioni per le centrali Ritom-Stalvedro e Morobbia. Le misure più incisive sono quelle che riguardano l’aumento dei deflussi minimi ai valori richiesti dalla Legge federale sulla protezione delle acque e il contenimento entro limiti accettabili della variazione giornaliera di portata nei fiumi a valle di queste centrali.

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