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01.03.2015 - 18:260
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Emendare il 9 febbraio? Rusconi: “Basta cercare escamotage! Che se ne facciano una ragione o se ne vadano e aderiscano a titolo personale all’Europa”

Lapidario il commento del consigliere nazionale UDC nei confronti della proposta del Nuovo Movimento europeo Svizzera di far valere i contingenti solo per i Paesi extra europei

BERNA/LUGANO – Cancellare l’articolo approvato il 9 febbraio? Sarebbe eccessivo, la proposta di Numes (Nuovo Movimento europeo Svizzera - organizzazione che si prefigge l'adesione all'Ue) è quindi quella di emendarlo, aggiungendo un nuovo paragrafo alla norma costituzionale che dovrebbe recitare, grosso modo: “Sono riservate le relazioni fra la Svizzera e l'Unione Europea”. Tradotto: la proposta è che i contingenti vengano applicati solo ai paesi al di fuori dell’Unione Europea.

In una intervista su Le Matin Dimanche, il copresidente di Numes François Cherix, ha spiegato che così si aggiunge “un altro scenario alle idee dei parlamentari federali”, perché se la cancellazione, come detto, è eccessiva, il problema di fondo non viene risolto nemmeno dalle proposte attualmente in circolazione.

Insomma l’attendismo del Consiglio federale, che punta a provare che l'Ue non vuole negoziare sulla libera circolazione, non porta da nessuna parte. Perciò, per Cherix, invece di continuare a fingere di applicare l’iniziativa contro l’immigrazione di massa, sarebbe meglio fare dei passi avanti. Inoltre, la messa in votazione dell’emendamento permetterebbe di chiarire le intenzioni del popolo riguardo alla libera circolazione.

Lapidario, come era facilmente immaginabile, il commento di Pierre Rusconi: “O questa gente non si è letta il testo dell’iniziativa o non ha preso atto della votazione avvenuta e di che risultato ha raggiunto”, afferma il consigliere nazionale UDC contattato da Liberatv.

Il parere del popolo, per Rusconi, è lì da vedere, “e per il Ticino non parliamone neanche. Quindi non rimane altro da fare che applicare l’articolo. Non c’è da cercare escamotage per poter bypassare quella che è stata la volontà popolare”.

Volontà popolare che è stata espressa con cognizione di causa da chi ha votato, ribadisce Rusconi ricordando le conclusioni a cui sono giunte i vari sondaggi condotti. “Perciò non c’è niente da cambiare, c’è solo da aspettare che si trovi una soluzione che può venire sia dalla Svizzera, sia dall’estero e sia, forse, proprio dalle prossime votazioni inglesi”.

Numes non è comunque la prima a proporre soluzioni alternative, “c’è anche chi si è inventato di far pagare ai datori di lavoro una tassa se assumono all’estero. Ce ne sono state diverse, ma non vedo che alternativa ci sia a una votazione popolare. Altrimenti vuol dire che han mandato al gente alle urne per niente, perché se il risultato non piace si rifà. Allora tanto vale non far votare nemmeno e far decidere direttamente il Consiglio federale, che sappiamo benissimo cosa voglia…”

Insomma, “soluzioni intermedie non ce ne sono: o si passa per la disdetta dei bilaterali o si trova un nuovo accordo con l’Europa. Punto e basta. Quindi che si rivedano il testo così non perdono tempo”.

E proprio da questo punto di vista, nuovi scenari potrebbero aprirsi dall’Europa stessa. Il pensiero è naturalmente al partito di Nigel Farage. “Ho visto proprio sabato che L’UKIP, che domanda per l’Inghilterra esattamente la stessa cosa che chiediamo noi, è dato al 40%. È la dimostrazione che questo malessere, o questa necessità, non è solo nostro. Cameron aveva promesso 100mila nuovi immigrati all’anno e siamo a 300mila. Quindi evidentemente non è un problema solo nostro. Noi lo sentiamo forse di più perché siamo un decimo dell’Inghilterra. Probabilmente l’Europa ha paura che se concede qualcosa alla Svizzera rischia l’effetto domino. Ma sarà un po’ più difficile, nel caos in cui l’UKIP ottenga risultati strepitosi, dire no all’Inghilterra”.

Perciò, aggiunge ancora, “aspettiamo. Non c’è nessuna fretta, come è scritto nell’iniziativa, abbiamo ancora due anni di tempo. E pensiamo agli altri testi approvati e ancora da attuare, all’iniziativa delle Alpi, a quella di Weber per le case secondarie, per cui non c’è ancora un testo entro cui si andrà ad applicarla, all’espulsione dei criminali stranieri, per cui sono passati cinque anni e non han ancora trovato il bandolo della matassa. Adesso qua bisogna trovarlo domani mattina?”

Insomma, col tempo, previsto dallo stesso testo approvato, ci sarà modo di applicare il nuovo articolo senza denaturarlo. “Non è che ci sia molta altra scelta. Se no smettiamo di far votare la gente, questa è la sola alternativa: buttiamo via tutto quello che è stato conquistato in questo Paese, buttiamo via i diritti popolari e lasciamo decidere a quelli del Numes”.

Movimento, tra l’altro, a favore dell’adesione all’Europa… “Appunto! Secondo me questi signori devono farsene una ragione. Se non sono contenti qui in Svizzera, che vadano là così aderiscono direttamente, a titolo personale, all’Europa. Ecco, se parliamo di alternative, questa è quella che rimane loro”.

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