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06.03.2015 - 08:260

Dopo le polemiche parla Pisani: "Vi spiego il sondaggio del GdP: ecco come abbiamo "pesato" i partiti e cosa potrebbe succedere"

A qualche giorno dall'indagine demoscopica che tanto ha fatto discurete, intervista al sondaggista che l'ha realizzata: "Quello che succederà nella campagna potrà avere un influsso sui risultati, anche se credo non decisivo: partiti storici al palo"

di Andrea Leoni

Pietro Pisani il sondaggio da lei realizzato per il Giornale del Popolo ha fatto molto discutere. Cominciamo dal dato principale che emerge dall'indagine, ovvero l'enorme stabilità dei partiti storici che, sostanzialmente, ottengono gli stessi risultati di quattro anni fa. Eppure l'ultima legislatura, la prima con una maggioranza relativa in Governo, è stata per molti versi tumultuosa e segnata da parecchi eventi. È sorpreso?

"Non tanto. I partiti storici sono sempre o in leggera perdita o stabili. Quindi si può realisticamente prevedere che perderanno qualcosa oppure rimarranno sul posto. Poi c'è la Lega che, pur essendo in vantaggio per la conquista del secondo seggio, perde qualche punto percentuale per la presenza della lista UDC".
 
Come ha raccontato il direttore del GdP Claudio Mésoniat commentando i dati, le semplici risposte del campione alle domande del sondaggio producevano un Governo senza Lega e con 2 PLR, 2 PPD e un socialista. Questo dato, elaborato attraverso lo storico, ha invece prodotto una proiezione con un Consiglio di Stato fotocopia a livello di seggi. Come si spiega questo sbalzo? Un campione da dove non emerge neppure un ministro leghista è un campione attendibile? 
"Il campione è sempre attendibile. La domanda semmai è se rispecchia la realtà. Diciamo che la differenza tra quanto emerso dalle risposte e il risultato pubblicato sul giornale è esattamente la differenza che intercorre tra il semplice sondaggio e una proiezione. Noi non lavoriamo sui dati assoluti del campione ma sulle differenze. Nel nostro lavoro partiamo insomma da un dato certo che è quello delle ultime elezioni. Le faccio un esempio concreto: se quando abbiamo sondato il campione quest'anno il 10% ci ha detto che voterà Lega e nello stesso campione il 9% afferma che ha votato nelle elezioni precedenti la Lega, affermeremo non che la Lega è valutata al 10% ma che  il trend della Lega e’ positivo, e applicato al valore reale attraverso la proiezione produce un valore che nei fatti tiene conto di molte delle distorsioni intrinseche di un sondaggio elettorale. Cito la Lega perchè, come è noto,viene sempre sottostimata nei sondaggi". 
 
Quando avete svolto l'inchiesta? Pensa che nelle prossime settimane, quando la campagna elettorale entrerà nel vivo, anche con i dibattiti televisivi, potranno esserci dei cambiamenti?
"Il campione è stato sondato nelle due/tre settimane precedenti la pubblicazione.  Sicuramente ci potranno essere dei cambiamenti. Quando si realizza un sondaggio molto lontano dalle elezioni, sostanzialmente si verifica come si comporterà l'elettorato che ha già deciso come votare e soprattutto quello più legato ai partiti: lo zoccolo duro, diciamo. Nelle prossime settimane invece capiremo meglio le intenzioni di voto dell'elettorato di opinione o comunque più mobile. Come le dicevo potranno proporsi dei cambiamenti, nel senso di un maggior chiarimento della forza delle singole liste e confermare o confutare l’andamento per quanto concerne l’assegnazione dei seggi ". 
 
Che peso potranno avere i voti preferenziali dei singoli candidati sul risultato delle liste?
"Guardando lo storico si può dire che sui partiti grossi i candidati che si possono ritenere delle vere e proprie macchine da voti possono pesare più o meno di 1 punto percentuale sul risultato complessivo. Naturalmente questo peso accresce sulle liste più piccole".
 
Un altro dato che ha sorpreso è quello dei Verdi che secondo le sue proiezioni marciano sul posto. 
"Qui il discorso è un po' diverso. I Verdi partendo da una percentuale storica più piccola possono effettivamente essere sottovalutati, come del resto accaduto 4 anni fa. Noi li abbiamo dati in crescita e probabilmente in funzione dello storico il margine di errore effettivo sarà minore che nella passata edizione, mentre potrebbe essere più elevato per la lista dell’UDC che la passata edizione non si è presentata per il Consiglio di Stato. Sotto il 10% inoltre è molto più complesso valutare le liste: in questo senso una differenza anche del 2-3% ci può stare. Potenzialmente i Verdi potrebbero anche ottenere una percentuale maggiore di quella pronosticata, ma che comunque non dovrebbe cambiare il quadro complessivo. Inoltre registriamo un po' di confusione nelle risposte del campione tra Verdi e Verdi Liberali, che come sappiano non c'erano alle ultime elezioni". 
 
Quelli de La Destra si sono un po' arrabbiati per non essere stati considerati ed essere finiti nel calderone alla voce "gli altri". 
"Quattro anni fa per il Consiglio di Stato, oggetto della nostra proiezione, non c'era la lista della Destra e neppure quella dell'UDC per il Governo. La nostra proiezione risulta quindi meno affidabile in quanto non essendoci lo storico, il valore è molto più legato al sondaggio e subisce meno l’effetto della correzione della proiezione. Per questo abbiamo deciso di non fornire il valore della lista dell’UDC scorporata".  
 
Il prossimo appuntamento è fra due settimane dove vi sbilancerete anche sui candidati. 
"Sì, faremo un aggiornamento sui partiti e pubblicheremo i risultati dei candidati. Ma non faremo una classifica dei più votati in assoluto. Partito per partito diremo chi è primo, secondo e terzo sulla lista. E le relative distanze". 
 
E nel frattempo andrete avanti a sondare perché ad inizio aprile proporrete una proiezione finale. 
"Esatto, sia i partiti che i candidati saranno sondati fino alla fine di marzo dai tre campioni che abbiamo preparato. Quello che succederà nella campagna, come le dicevo, potrà avere un influsso sui risultati, anche se credo non decisivo. La mia impressione è che non influenzerà tanto la scelta di chi ha già deciso di votare quanto piuttosto la decisione di andare a votare o meno. Teniamo conto che circa  il 40% non esprime il proprio voto e che questa percentuale non è composta sempre dalle stesse persone. Questo naturalmente può incidere sul risultato finale". 
 
E gli indecisi?
"Per noi è molto difficile valutare gli indecisi perché non sappiamo se dicono di esserlo perché non vogliono rispondere al sondaggio oppure se perché effettivamente sono indecisi. Tuttavia questo fattore rientra nel margine di errore della proiezione. Gli indecisi in ogni caso si ridistribuiscono sulle varie liste diventando decisivi in particolare nei testa a testa ".   

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