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12.03.2015 - 18:110
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

La Road Map di Metanord, Bobbià: "No gas, no party". Il sindaco di Arbedo: "Quando ne parlai in Consiglio comunale..."

L'azienda di Camorino ha fatto il punto sul progetto di espansione. E un esperto di geopolitica ha detto: "Senza il fossile nessuna nazione può sostenere il proprio sviluppo"

CAMORINO – Il gas avanza. Ha successo. È economico ed ecosostenibile, anche grazie all’evoluzione delle tecnologie. E non presenta problemi di approvvigionamento, grazie a una rete europea in continua espansione e che fa capo a una produzione geograficamente diversificata.

Il gas naturale è uno dei vettori energetici che, insieme ad altri, contribuisce e contribuirà sempre di più in futuro allo sviluppo economico del Ticino. Nonostante quello che Edo Bobbià, direttore di Metanord, definisce “il suo peccato originale”: quello di essere un’energia fossile e non rinnovabile. Ma sul piano delle emissioni, un dato su tutti parla chiaro: 25% in meno di Co2 rispetto al gasolio.

Oggi Metanord, l’azienda di Camorino che, dopo aver consolidato la sua rete nel Sottoceneri tra Taverne e Rivera, sta espandendosi tra Bellinzonese e Locarnese, ha tracciato in una conferenza stampa il quadro su presente e futuro.

Il presente è rappresentato dai cento chilometri di rete realizzata dall’azienda in Ticino, con ingenti investimenti e importanti ricadute sull’economia locale. Il futuro, illustrato da Stefano Arioli, è una sorta di Road Map: oltre ai comuni del piano di Magadino già allacciati, entro il 2015 Metanord fornirà gas ad Arbedo Castione e Tenero Contra, mentre l’anno successivo arriverà a Minusio, Muralto, Locarno, Lumino e in Mesolcina. Se non ci saranno intoppi, questa è la tabella di marcia.

Si va avanti, ha detto Bobbià, convinti che il gas sia e sarà in futuro in Svizzera un pilastro del mix energetico dell’era post-nucleare: economico, versatile, sicuro, e soprattutto molto meno inquinante delle altre energie fossili.

Uno dei primi a crederci, nel Bellinzonese, è stato il sindaco di Arbedo Castione, Luigi De Carli. “Abbiamo scommesso sul gas fin dal 2007 – ha detto alla conferenza stampa odierna -. Quando portammo il progetto in Consiglio comunale ballarono i tavoli: c’era molta diffidenza. Ma oggi la nostra scelta di allora è ampiamente condivisa e intendiamo  puntare sul gas come fonte energetica, sia per gli edifici pubblici sia per le abitazioni che sorgeranno in un comune, il nostro, in forte espansione”.

Se oggi la diffidenza verso il gas è superata, nel Sopraceneri resta un problema di scarsa abitudine. Potremmo dire che è quasi una questione culturale, rispetto per esempio al Luganese dove il gas è da anni una realtà molto diffusa e apprezzata da aziende e famiglie. 

Ma la mentalità, col tempo, cambia. Anche perché il panorama internazionale indica chiaramente che nessuna nazione può garantire e sostenere il proprio sviluppo puntando unicamente su energie alternative o rinnovabili. Tanto meno su energie alternative dopate da enormi sussidi pubblici (soprattutto in Germania e Francia) che stanno mettendo a rischio anche la nostra produzione idroelettrica.

Il tema è stato affrontato durante la conferenza stampa da Matteo Verda, ricercatore dell’Osservatorio Energia dell’Istituto per gli studi di politica internazionale di Milano.

“Noi europei siamo figli delle fossili – ha premesso -. Senza di esse non sarebbero state possibili le grandi rivoluzioni industriali e il boom economico”. Verda ha dimostrato con dati alla mano che i grandi paesi emergenti, Cina e India su tutti, stanno bruciando immense quantità di carbone. Mentre i paesi più evoluti, tra cui l’Europa, puntano molto di più sul gas naturale, che ha due vantaggi: inquina molto meno e ha un valore energetico molto più alto.
Il problema dell’ecosostenibilità energetica, ha detto il ricercatore, è dunque sempre di più una questione globale e in questo l’Europa è molto più efficiente, più avanti, rispetto al resto del mondo.

È vero, ha aggiunto Verda, “il gas ha un peccato originale, quello di essere un’energia fossile, ma è un peccatuccio rispetto al carbone. In ogni caso, rendiamoci conto che le energie ad emissione zero non sono in grado di sostenere lo sviluppo economico di nessuna nazione. Gas naturale ed energie rinnovabili cresceranno insieme, ma non possiamo oggi permetterci, se abbiamo scelto di rinunciare al nucleare, di forzare l’utilizzo di fonti e tecnologie non ancora mature”.

Insomma, ha concluso Bobbià parafrasando la celebre pubblicità con George Clooney: "No gas, no party"...

emmebi

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